Michelangelo – Infinito: recensione del film di Emanuele Imbucci

Michelangelo - Infinito è un viaggio attraverso le tappe della vita di Michelangelo Buonarroti, un'opera che si muove negli spazi in cui il maestro scolpì i suoi morbidi blocchi di marmo e che fa riscoprire al grande pubblico le sue opere immortali.

Michelangelo – Infinito è un film diretto e scritto da Emanuele Imbucci e nato da una coproduzione di Sky con Magnitudo Films. Insieme a Raffaello – Il Principe delle Arti in 3D e a Caravaggio – L’Anima e il Sangue, Michelangelo – Infinito si inserisce nella falange di film che, con scopo divulgativo, ripercorrono le tappe fondamentali della vita e della carriera dell’artista preso in esame, esaltandone quegli unici lati caratteriali e quelle inclinazioni che ne hanno fatto personalità ineffabili e artisti ineguagliabili. Nel caso di Michelangelo – Infinito non è difficile comprendere quale artista sia il centro dell’analisi di Imbucci, né quale sia stata l’ossessione personale del Buonarroti, sempre tormentato dall’idea di poter rappresentare e raggiungere il “non finito”.

Michelangelo – Infinito racconta con disinvoltura l’esistenza di un complesso genio creativo

Nelle vesti del pittore-scultore troviamo Enrico Lo Verso, che in Raffaello – Il Principe delle Arti in 3D (di cui Imbucci era second unit) aveva già interpretato Giovanni Santi, padre di Raffaello Sanzio. Come la citata opera, oltre a Caravaggio – L’Anima e il Sangue, Michelangelo – Infinito racconta con estrema disinvoltura e approccio mai didascalico l’esistenza di un complesso genio creativo, rendendolo appetibile al grande pubblico, dimostrando di non temere l’inevitabile sfida contro le forme d’arte digitali e i prodotti virtuali di quest’epoca (anzi, le immagini computerizzate che riproducono le opere di Michelangelo rilanciano la sfida).

La materia base da cui prende vita il film di Imbucci è Vite del Vasari, con l’ausilio delle tante Rime e Lettere che ci sono state trasmesse dall’artista, citando in molteplici passaggi opere di diversa natura e autore (per esempio versi da La Divina Commedia dantesca) e incastrandoli alla perfezione all’interno di un resoconto adorno di immagini e parole che ben si abbinano le une alle altre. “Infinito”, per Buonarroti, significava liberare la materia immobile dalla sua stasi per definizione, elevandola a quella dei corpi vivi che si librano nell’aere, ma tesaurizzandone l’immortalità nel marmo bianco che divenne tarlo dello scultore.

In Michelangelo – Infinito la ricostruzione storica è resa perfetta dal 4K

Michelangelo - infinito cinematographe.it

Infiniti sembrano anche gli spazi all’interno dei quali ci si muove alla scoperta del mondo (intimo e non) del protagonista del Rinascimento italiano, riprodotti in quelle stesse Cave di Marmo di Carrara in cui Buonarroti si recò, nel 1498, per stipulare un contratto e avviare la realizzazione della magnifica Pietà Vaticana. Il direttore della fotografia Maurizio Calvesi illumina il volto di Lo Verso, rendendone credibile il ruolo e l’attitudine nei panni di Michelangelo. Il tuffo nei grovigli dell’arte del maestro è reso definitivo dall’utilizzo della tecnica del 4K HDR adottata da Imbucci, ultradefinizione che consente una ricostruzione storica affidabile e permette allo spettatore di muoversi in libertà al di dentro degli stessi celebri luoghi che hanno visto passare e lavorare l’artista, fra cui la Cappella Sistina (soprattutto quella pre-michelangiolesca), la Galleria degli Uffizi o quella dell’Accademia.

Michelangelo – Infinito è un ibrido che unisce il documentario al biopic di finzione

Michelangelo - infinito cinematographe.it

Il viaggio attraverso la vita irrequieta di Buonarroti ci porta a conoscere gli spazi, le cavità e i blocchi di marmo che le sue mani hanno modellato in carne nivea e mobile, regalandoci un accesso esclusivo alle sue bellezze scolpite nell’immortalità, come il David, la Testa di Fauno, il Mosè e le Cappelle Medicee, la Cappella Paolina, finendo persino all’interno del nascondiglio segreto in cui Michelangelo si sarebbe nascosto nel 1530, al di sotto della Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo,  scarsi sette metri per due in cui è stato possibile, tuttavia, rinvenire il disegno michelangiolesco di una Testa del Laocoonte.

Michelangelo – Infinito è un’opera che definire cinematografica, per sua natura ibrida (fra il documentario e il biopic di finzione, che riproduce gli aspetti meno conosciuti della vita del Buonarroti) e per sua natura di esperienza estremamente immersiva, sarebbe alquanto riduttivo. Il film di Emanuele Imbucci sarà nelle sale italiane dal 27 settembre al 3 ottobre con Lucky Red.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5

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