L’uomo che comprò la luna – Recensione del film di Paolo Zucca

La recensione de L'uomo che comprò la luna, di Paolo Zucca già autore dell'apprezzato L'arbitro

L’uomo che comprò la luna, ovvero una stralunata e picaresca commedia “satellitare” che parla di una missione da compiere, e di vecchi mondi visti con occhi nuovi. Il film di Paolo Zucca sarà distribuito da Indigo Film a partire dal 2 maggio.

Una sequela ininterrotta di telefonate incrociate fa scivolare la voce da un capo all’altro del mondo, passando per molte lingue diverse, e finanche per gli ambienti austeri della Chiesa. La notizia è di quelle forti, pare infatti che la Luna sia stata regolarmente acquistata, niente meno che da un cittadino sardo. Dopo che la soffiata dei due agenti segreti italiani Pino e Dino (rispettivamente Stefano Fresi e Francesco Pannofino) avrà fatto il giro del globo e sarà giunta anche alle orecchie attente degli americani, inviperiti dal fatto che una loro scoperta (la luna, appunto) sia inopinatamente diventata proprietà di altri, toccherà sempre ai due agenti assoldare un militare esperto per fare chiarezza sulla questione. L’uomo prescelto sarà il giovane Kevin Pirelli, identità “milanesizzata” che nasconde in realtà origini e nome squisitamente sardi: Gavino Zoccheddu. Ma il ragazzo, sardo nell’anima e milanese doc nella forma con il capello biondo e l’aplomb chic tipicamente lombardo, prima di affrontare la sua missione dovrà imparare a parlare e pensare come un vero sardo, dovrà quindi prendere lezioni di “sardità” da un tale di nome Badore (lo straordinario Benito Urgu), sardo doc da un lato ed educatore dai modi originali e ben poco ortodossi dall’altro. Un confronto caustico e a tratti esilarante che renderà – forse – Kevin/Gavino pronto per la sua missione.

L’uomo che comprò la luna: per aspera ad astra

L'uomo che comprò la luna cinematographe.it

Dopo l’opera prima L’arbitro (2013), il sardo Paolo Zucca muove il suo immaginario narrativo e talento registico a un livello meno terreno e ben più lunare, in quella zona di esistenze satellitari che ricorda per certi versi il Tito e gli alieni di Paola Randi. Su una sceneggiatura scritta a sei mani da due sardi (lo stesso Zucca con Geppi Cucciari, e la collaborazione di Barbara Alberti), il film di Zucca propone la centralità culturale della terra sarda con il grande pregio di valorizzarla senza mai prenderla e prendersi troppo sul serio. L’uomo che comprò la luna applica infatti il suo registro surreale e stralunato a un’opera che in fondo parla del recupero sostanziale della propria terra, dei propri valori, della propria irrinunciabile identità.

l'uomo che comprò la luna cinematographe.it

All’interno del mantra che domina il film, e racchiuso nella massima di vita Per aspera ad astra (fino alle stelle attraverso le asperità), il personaggio di Gavino Zoccheddu, sardo doc di nonno anarchico, pirandellianamente rinato in una milanesizzazione forzata, cerca di ritrovare il contatto con le proprie origini, e dunque con la sua stella (o meglio satellite, la luna), non senza prima aver attraversato tutta una serie di ostacoli, specie legati al suo addestramento alla sardità pieno di intimazioni e maniere ‘forti’ (una capocciata o un piatto in testa, all’occorrenza). Nella gradevolezza e semplicità di un registro farsesco che mette in correlazione tanti cliché ma anche tanti aneddoti divertenti dell’umana diversità (simpatico anche il confronto tra i due agenti Pini e Dino: superdotto e forbito ma incapace di farsi comprendere il primo, ben più rozzo ma funzionale il secondo) L’uomo che comprò la luna afferma dunque il cliché della sardità per modularlo poi in un racconto ampio e disincantato sull’importanza della condivisione, del recupero dei propri valori, e verso uno slancio poetico che in un paesaggio lunare raduna insieme uomini della storia e uomini comuni, mutando infine l’eroe per caso in eroe per scelta. Una commedia lieve e originale che mescola in maniera sapiente tanti ingredienti, e che trova il giusto dialetto per parlare a gran voce di una proprietà che finisce là dove inizia la condivisione.

Regia - 3
Sceneggiatura  - 4
Fotografia - 3
Recitazione  - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.5