L’unico e insuperabile Ivan: recensione del film Disney+ con Bryan Cranston
Ci sono libri che entrano a far parte dell’immaginario collettivo, opere incastonate in un tessuto sociale e comunitario che entra in gioco fin dall’infanzia, radicandosi nelle convinzioni e nell’educazione dei ragazzi. Romanzi e storie che possono rifarsi tanto alla fantasia senza barriere di artisti e scrittori, quanto alla presa di una realtà che, a volte, supera essa stessa l’intangibilità delle idee, arrivando a plasmarsi così da prendere le sembianze di un racconto che ha i connotati del mito, della fiaba. Mito e fiaba che, a loro volta, continuano questo flusso di trasformazione traendo altri spunti e toccando nuove mete per l’ampliamento di quella conoscenza partita da foglio e inchiostro, tramutandosi in operazioni cinematografiche e ritrovando, così, inedita linfa.
È quello che è accaduto a L’unico e insuperabile Ivan, adattamento per quello che sarebbe dovuto essere il grande schermo e che, invece, ha virato direttamente sulla piattaforma di Disney + durante l’emergenza Covid-19, film che dalle parole di K. A. Applegate è stato rimaneggiato attraverso la tecnica mista tra live-action e CGI, diventando un originale Disney per ragazzi sulla ricerca di sé e il percorso verso la libertà.
L’unico e insuperabile Ivan: Una storia sulla ricerca della libertà
Prendendo spunto dalla vera avventura del gorilla Ivan, 180 kg di muscolatura, pelo e curiosità, la regista Thea Sharrock, su sceneggiatura di Mike White – precedentemente alle redini del progetto anche dietro la macchina da presa -, si fa narrazione per giovani e giovanissimi su un prisma di possibilità emozionali e educative che coinvolgono la coscienza e il comportamento animale e umano. Attrazione di punta del modesto circo del proprietario Mack (Bryan Cranston), Ivan sente di essere stato messo da parte dalla piccola Ruby, baby elefantessa sotto la protezione della più anziana Stella. Quando quest’ultima, però, si troverà in punto di morte, farà promettere al gorilla di cercare la maniera di restituire la piccola alla natura, portando Ivan a riflettere sulla condizione di cattività che ha dovuto affrontare e scegliendo di mantenere la parola data.
Nel suo trasmigrare da libro a opera filmica L’unico e insuperabile Ivan incontra le difficoltà di un rifacimento che oscilla nel suo contenitore audiovisivo cercando di rimodellarsi per rendere cinematografico ciò che di più complesso c’è nel romanzo per ragazzi, avendo bisogno di riformularsi e rendendo così palese la mancata linearità che il film si trova a dover fronteggiare. Come un collante il cui effetto non ha agito adeguatamente sulla resa, la pellicola Disney sceglie due toni e due dinamiche di racconto l’una speculare all’altra, un inizio e il suo proseguire che creano una dicotomia nel medesimo contenitore, dove la messinscena va scemando in una seconda parte che non solo arresta il racconto, ma sembra tratteggiare le dinamiche e il ritmo di tutt’altro film.
L’unico e insuperabile Ivan: quando anche il film dovrebbe aprirsi al mondo
Un cambio graduale di atmosfera e cadenza che determina un allentamento della presa che il film della Sharrock era riuscito a suscitare in apertura, non sapendo mettere a fuoco una direzione sola da intraprendere nel corso della sua durata, sfuggendo a qualsiasi strada principale il tema vada offrendo, svincolandosi dalla possibilità di farsi opera di stampo classico, ma comunque sentita e ben assemblata. Il cambiamento che in Ivan porta il protagonista gorilla a uno spostamento dalla sua condizione di cattività al desiderio di poter donare all’infante Ruby il proprio posto nella natura sembra trascinarsi dietro un abbassamento del divertimento e della bellezza della leggerezza proprie di quelle pellicole puramente disneyiane, puntando sicuramente a un sentimentalismo che modifica la percezione stessa del film, ma non sapendolo amalgamare dando perciò l’impressione di arrestare il tutto, compresa la voglia e il desiderio di libertà.
Pur centrando il punto focale dell’amicizia e del mantenimento delle promesse, affondando bene le radici in quella tipologia di opere in cui la retorica è funzionale, ma che qui scade nell’inconsistenza narrativa, de L’unico e insuperabile Ivan rimarrà un romanzo diventato classico al netto di un film indeciso e inconcludente, anche per questo bisogno di allargarsi e concedersi al mondo, rimasto invece incastrato nel suo superficiale giochino da circo. Il film prodotto da Allison Shearmur Productions e Jolie Pas Productions, sarà disponibile su Disney + dall’11 settembre.