Lo sposo indeciso: recensione della commedia con Gianmarco Tognazzi e Ilenia Pastorelli

Il film di Giorgio Amato è una commedia surreale che fornisce diversi spunti di riflessione sulla nostra società

Una commedia surreale diretta da Giorgio Amato con protagonisti Gianmarco Tognazzi (A casa tutti bene, C’era una volta il crimine) e Ilenia Pastorelli (Lo chiamavano Jeeg Robot, Occhiali neri): Lo sposo indeciso, dal 29 giugno al cinema, racconta un matrimonio tra due persone agli antipodi che sembra destinato alla fine sin dal primo giorno a causa di una strana reazione dello sposo il giorno delle nozze. Nel cast anche Francesco Pannofino, Morena Gentile, Vittoria Bianchini, Giulia Gualano, Giorgio Colangeli, Giulia Elettra Gorietti, Ornella Muti, Claudia Gerini, Martin Loberto e Jenny De Nucci. Una distribuzione Europictures.

Lo sposo indeciso – La trama

Lo sposo indeciso, cinematographe.it
Ilenia Pastorelli e Gianmarco Tognazzi

Il professore Gianni Buridano è un filosofo di fama mondiale che giunto alla mezza età s’innamora perdutamente di Samantha, una bella ragazza che lavora come donna delle pulizie nella stessa università dove lui insegna, e che decide di sposare nonostante le perplessità delle famiglie e degli amici di entrambi a causa delle differenze culturali e dell’appartenenza a generazioni diverse. Il migliore amico e testimone di Gianni, Edoardo, insieme a sua figlia Daniela e alla sua assistente sono inoltre perplessi per la scelta di sposarsi in chiesa, sebbene la sua intera carriera sia stata segnata da un forte critica alla morale cattolica occidentale. Il giorno delle nozze Gianni giunto in chiesa, forse preso dall’ansia e dall’emozione del momento, si precipita in bagno non riuscendo più a smettere di urinare. Si tratta di un’insolita reazione alle nozze imminenti, di un segnale psicofisico che lo sta mettendo in guardia dalla sua scelta o addirittura una maledizione?

Una commedia satirica sulle differenze culturali

Lo sposo indeciso, cinematographe.it
Ornella Muti, Ilenia Pastorelli e Francesco Pannofino

Uno spunto interessante quello da cui parte il regista Giorgio Amato (Il ministro), anche sceneggiatore del film, il cui titolo completo è Lo sposo indeciso che non poteva o forse non voleva più uscire dal bagno che ricorda pellicole grottesche e geniali che hanno segnato la storia del cinema italiano, come quelle di Lina Wertmüller, e dalle quali sembra aver tratto ispirazione per raccontare in maniera graffiante la nostra società, fintamente aperta alle diversità anche tra i più acculturati, come può essere un professore universitario come Edoardo, ma in realtà profondamente classisti. L’elemento surreale e magico che blocca Gianni per tutto il film in bagno in una minzione infinita, mentre fuori piove a dirotto nonostante il cielo sereno, rendono questa satira ancora più incisiva perché sembra voler dimostrare come anche il futuro sposo, per anni schiavo di “gabbie mentali” dalle quali si è liberato solo per amore di Samantha, coatta ingenua e simpatica, conservi in sé ancora il pregiudizio verso chi non è all’altezza della sua cultura. Ma a sua volte anche il padre di Samantha, Remo, un irresistibile Francesco Pannofino, snobba il futuro genero, “colpevole” di non amare il calcio e di non potergli procurare quindi i biglietti per lo stadio come faceva l’ex della figlia, figlio di un macellaio. Forse il regista con questa storia inedita, e non come spesso accade negli ultimi anni per commedie nostrane remake di un film d’oltralpe, sembra dirci che solo un pizzico di magia potrebbe davvero accorciare questo divario in una società ipocrita a qualsiasi livello.

Lo sposo indeciso: valutazione e conclusione

Lo sposo indeciso, cinematographe.it
Jenny De Nucci e Gianmarco Tognazzi

Tanti buoni elementi quindi, a cominciare dal cast, come il già citato Pannofino, Gianmarco Tognazzi che meriterebbe più film da protagonista assoluto, Claudia Gerini nel breve ruolo della Maga Cecilia, ma manca quello che rende una commedia totalmente riuscita: il ritmo. Molte infatti le battute riuscite, come quando Samantha chiede alla madre se ha in borsa dell’ossitocina come se si trattasse di un semplice antidolorifico, ma tanti sono i momenti comici dal grande potenziale che il regista smorza prolungandoli un po’ troppo, come accade anche nel finale che risulta interminabile come la minzione di Gianni.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.8