FFF17 – Liza, the Fox-Fairy: recensione della commedia nera ungherese

Ambientato nella Budapest degli anni '70 , Liza, the Fox-Fairy è una dark comedy che strizza l'occhio a Wes Anderson e Jean-Pierre Jeunet.

Liza, the Fox-Fairy è una commedia nera del 2015 diretta dal regista ungherese Károly Ujj Mészáros e interpretata da Mónika Balsai, David Sakurai e Szabolcs Bede-Fazekas. Dopo aver raccolto consensi e premi nei festival di tutto il mondo (fra i quali il Fantasporto, il Seattle International Film Festival e il Festival internazionale del cinema fantastico di Bruxelles), questa sorprendente pellicola è stata inserita nel concorso ufficiale Platinum Grand Prize del Future Film Festival 2017.

Liza, the Fox-Fairy: un film esagerato, bizzarro e imprevedibile, a metà fra dark comedy e fiaba sentimentaleLiza, the Fox-Fairy

Nella Budapest degli anni ’70 ha luogo la storia di Liza (Mónika Balsai), badante da 12 anni della vedova dell’ex ambasciatore del Giappone. Alla morte della signora, Liza viene accusata di esserne la responsabile, con lo scopo di mettere le mani sull’eredità. Il Sergente Zoltan (Szabolcs Bede-Fazekas) si trasferisce quindi in incognito nel condominio della giovane donna per indagare su di lei. Liza è una donna particolarmente frenata nei rapporti interpersonali, e trae conforto e compagnia unicamente dall’amicizia con il fantasma di Tomy Tani (David Sakurai), cantante pop giapponese degli anni ’50 che solo lei riesce a vedere.

Liza cerca di trovare l’amore della sua vita, scatenando così la gelosia di Tomy Tani, che comincia a uccidere tutti i potenziali spasimanti della donna. Inconsapevole dell’indagine sempre più estesa sul suo conto, Liza si convince di essere uno spirito volpe, una sorta di demone mortale della tradizione popolare giapponese. Ha così inizio una girandola di spassosi e macabri colpi di scena, che stravolgeranno la vita di Liza.
Liza, the Fox-Fairy

Il cinema ungherese degli ultimi decenni, dalle opere del maestro Béla Tarr ai più recenti White God – Sinfonia per HagenIl figlio di Saul, ci ha abituato a drammi intensi e dolorosi, raccontando storie di vita reale e spaccati di una società afflitta da diversi conflitti politici e sociali. Notevole quindi il nostro stupore trovandoci di fronte all’opera prima di Károly Ujj Mészáros, che si stacca decisamente dalle sopracitate produzioni ungheresi imbastendo un folle e originale mix fra noir, dark comedy, fiaba sentimentale e fantasy, con una spruzzata di cultura popolare nipponica e di pura passione cinefila. Liza, the Fox-Fairy è un film esagerato, bizzarro e imprevedibile, che paradossalmente trova proprio nei suoi eccessi il suo filo conduttore e la sua coesione interna.

Liza, the Fox-Fairy: un caleidoscopio di emozioni e atmosfere con un occhio a Wes Anderson e Jean-Pierre Jeunet

Károly Ujj Mészáros dimostra fin da questo uso primo lungometraggio una sorprendente abilità nel gestire scenografie e spazi, e una capacità innata nell’attraversare generi e registri narrativi. Non è blasfemo dire che con Liza, the Fox-Fairy ci si trova davanti a un’originale commistione fra l’impatto visivo dalle sublimi simmetrie e dai vibranti colori del cinema di Wes Anderson e lo stile retrò delle scenografie delle pellicole di Jean-Pierre Jeunet, condita da un umorismo macabro degno dei migliori fratelli Coen. Un caleidoscopio di emozioni e atmosfere, che spazia dall’ironico al demenziale, dalla sensualità alla repulsione, dalla dolcezza all’aggressività, ritagliandosi anche lo spazio per dipingere un pezzo di storia ungherese, con le prime contaminazioni da parte dell’Asia e dell’Occidente.

Fra psichedelici balletti, playboy falliti, tragici incidenti domestici e desideri insoddisfattiLiza, the Fox-Fairy scivola leggermente verso la conclusione, lasciando soddisfatto ogni tipo di palato cinefilo. Merito non solo della regia di Mészáros, ma anche delle convincenti prove dei protagonisti principali e in particolare di Mónika Balsai, abilissima nel rendere i lati più dimessi e quelli più sensuali del proprio personaggio e nel gestire i tempi comici delle sequenze che la coinvolgono. Un doveroso plauso anche alle esilaranti musiche di Erik Sumo & the Fox-Fairies, che esaltano la componente più grottesca e surreale del film.Liza, the Fox-Fairy

In un panorama cinematografico odierno sempre più appiattito e omologato, Liza, the Fox-Fairy è una boccata d’aria fresca e salubre, capace di intrattenere in maniera intelligente e di raccontare senza retorica e pietismi le follie e le assurdità del mondo in cui viviamo. Un cinema fatto con pochi soldi ma molta passione, che dimostra l’innata capacità della settima arte di reinventare continuamente se stessa, anche lontano dalle colline di Hollywood e dalle luci dei red carpet.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.7