Life in the Doghouse: recensione del documentario Netflix
Recensione di Life in the Doghouse, doumentario che racconta la vita in un ricovero per cani, ma anche le problematiche degli animali domestici negli USA
L’ampia offerta di Netflix permette agli utenti abbonati di poter fruire anche di contenuti apparentemente più leggeri e meno impegnativi rispetto alle grandi serie, o ai film originali. La corposa sezione documentari offre contenuti di tutti i tipi, e anche delle inaspettate sorprese.
Una tra queste è Life in the Doghouse, un documentario (disponibile dall’1 giugno) dedicato a una coppia americana che dal oltre quindici anni gestisce una casa rifugio per i cani, divenuta simbolo della lotta contro l’abbandono e la soppressione degli animali a quattro zampe. I protagonisti di questa impresa di solidarietà, che ha permesso dal 2005 di far adottare oltre 11mila cani, sono Ron Danta e Danny Robertshaw, una coppia che condivide la missione comune di salvare e supportare più cani possibili negli Stati Uniti.
Life in the Doghouse: una storia di umanità e di amore
Life in the Doghouse permette, attraverso un percorso che ci conduce all’interno della casa dei cani (e non solo), di tracciare un profilo della Doghouse, e, con le interviste ai protagonisti, fa capire cosa rappresenta il rifugio per Ron e Danny. I due, infatti, hanno iniziato il loro percorso di amanti degli animali con i cavalli: Ron negli anni Ottanta gestiva un maneggio, mentre Danny è stato un grande fantino. Il loro percorso si è intrecciato subito dopo che Ron si è separato dalla moglie e ha riconosciuto la propria omosessualità.
Questo perché Life in the Doghouse tratta l’umanità a trecentosessantacinque gradi: da quella per gli animali, a quell’importante istinto di solidarietà tra umani. Nel documentario i due protagonisti raccontano il loro vissuto, facendo trasparire quanto la ricerca e la voglia di affetto nei confronti degli animali, ma non solo, li abbia spinti nel tempo a incontrarsi e a costruire questo grande rifugio per cani.
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Perché tutto iniziò subito dopo l’uragano Katrina, nel 2005, quando i due cercarono di supportare più persone possibili colpite dal devastante evento metereologico. Subito dopo l’attenzione passò agli animali, e ai cani in particolare. Un’attenzione che è proseguita nel tempo e che ha portato Ron e Danny a offrire rifugio a migliaia di cani durante gli anni, e a salvarne tantissimi dalla morte nei canili.
Life in the Doghouse racconta la vita in un ricovero per i cani, ma anche le problematiche degli animali domestici negli Stati Uniti
Così come i documentari proposti da Netflix riescono solitamente a fare, anche Life in the Doghouse, partendo da una piccola storia di vita, riesce ad allargare il proprio raggio d’azione. Infatti, l’analisi che Ron e Danny fanno a un certo punto del documentario fa intendere come una necessità per la salvaguardia degli animali domestici, quali è la sterilizzazione, sia tutt’ora considerata una questione minore, e alla quale anche la politica sembra non dare attenzione.
L’importanza di personaggi come Ron Danta e Danny Robertshaw sta proprio nel fatto che, in mezzo a un numero pari a 4 milioni di animali che vengono soppressi ogni anno negli Stati Uniti, vige un’indifferenza generale e una scarsa sensibilizzazione sulle soluzioni per tamponare la sovrabbondanza di animali domestici.
Il documentario è quindi ben sviluppato, riesce a centrare il nocciolo della questione, e a svariare da situazioni che mettono al centro le storie dei due protagonisti, ad analisi generali della condizione dei cani negli Stati Uniti. Il tutto è fatto sotto la regia attenta di Ron Davis, il quale riesce a dare ritmo, alternando momenti di vita fuori e dentro la Doghouse, a interviste ai protagonisti.
Life in the Doghouse: la qualità dei documentari su Netflix
Life in the Doghouse è un documentario minore, sul quale in pochi utenti di Netflix solitamente farebbero caso. E proprio per questo motivo è da sottolineare la qualità di questo lavoro, e il fatto che possa valerne la visione, proprio perché racconta in maniera semplice ed efficace non solo una bella storia di vita, ma una questione importante per il rispetto e la dignità degli animali negli Stati Uniti.
E sarà anche per questo motivo che il servizio streaming più popolare al mondo, quali è appunto Netflix, riesce a proporre ogni mese contenuti qualitativamente interessanti. Il punto di vista che viene proposto, e la qualità delle analisi sui vari argomenti, rendono i documentari su Netflix un’esperienza che quasi sempre vale la visione.
Life in the Doghouse colpirà sicuramente tutti gli amanti cinofili, e forse anche i cinefili. Perché di documentari capaci di raccontare piccole storie di vita, in grado d’illuminare l’umanità delle persone, e sollevare questioni importanti in maniera intelligente, ce n’è tanto bisogno.