L’Accademia del bene e del male: recensione del fantasy Netflix

A te lettrice chiediamo: qual è la tua specialità? Perché prima di entrare in un’altra epoca – in un altro mondo -, dove inizia la vera storia che si cela dietro ogni grande fiaba, è opportuno prender coscienza del potere che hai dentro, come fanno le assidue lettrici protagoniste de L’Accademia del bene e del male: il fantasy targato Netflix tratto dal primo libro dell’omonima saga di Soman Chainani che mescola elementi di Harry Potter e del libretto musicale di Winnie Holzman per Wicked. La nuova fatica diretta da Paul Feig (Ghostbusters, Last Christmas) è avvincente, ricca di avventure emozionanti e di eroiche azioni a prova di spada. Vi trascinerà insieme a Sofia Wylie e a Sophia Anne Caruso – che interpretano rispettivamente le due outsider e migliori amiche protagoniste, Agatha e Sophie, tirate in volo dalla magia per scrivere la storia della più importante Accademia delle fiabe. Accanto alle belle Wylie e Caruso, nel cast troviamo anche Charlize Theron (che interpreta Lady Lesso – preside della Scuola del male), Kerry Washington (preside della Scuola del bene) e Laurence Fishburne che è il Gran maestro. Il film è disponibile sulla piattaforma Netflix dal 19 ottobre 2022.

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L’Accademia del bene e del male: a scuola di magia con i prossimi eroi e i futuri cattivi delle fiabe

Le nozioni in bianco e nero del bene e del male convivono da anni sotto il tetto di una speciale scuola di magia: una “Hogwarts delle nemesi”, così com’è stata definita. A mantenere il necessario equilibrio tra bene e male nel mondo delle fiabe ci sono due fratelli: uno buono, l’altro cattivo. Vegliano insieme sul popolo, scelgono gli studenti dell’Accademia e li preparano al loro destino. Ogni quattro anni, due ragazzi o ragazze vengono scelti per far parte degli eletti del singolare Istituto; questi saranno forgiati per compiere un destino di eroe o per diventare i futuri “lupi cattivi” . I fratelli convivono pacificamente finché il cattivo decide di volere tutto per sé per far vincere il male nelle fiabe e per farlo poi trionfare nel mondo reale. Molti anni dopo, nel villaggio immaginario di Gavaldon, due adolescenti: la sognatrice Sophie costantemente alla ricerca di qualcosa di grande e Agatha (Sofia Wylie) – entrambe additate dai cattivi vicini come streghe – vengono a conoscenza della Scuola del Bene e del Male. Nel disperato tentativo di essere una di quei degni “lettori”, Sophie scrive una lettera di richiesta di ammissione che viene accolta sotto un cielo rosso sangue. Quando la giovane viene raccolta da uno spaventoso uccello, anche Agatha viene trascinata con lei mentre cerca di salvarla dalle grinfie della bestiaccia. Le due raggiungono la destinazione: Sophie approda nel lato dei futuri villain gestito da Lady Lesso (nella sua classe per intenderci c’è il figlio di Capitan Uncino); Agatha viene scaricata invece dalla parte buona, che forgia gli studenti più degni per guadagnare le loro storie eroiche (insieme al figlio di Re Artù e al figlio del Principe Azzurro). Quest’ultima, però, non si sente affatto una principessa e anche Sophie è convinta ci sia stato un errore. Ma dalla scuola non si può più andar via, a meno che….

In un’epoca di perfezionismo egocentrico, Agathache si muove costantemente tra incanto e disincanto- è un’eroina moderna: l’unica attenta a percepire l’essenza delle cose

L’eterna e mai banale lotta tra il bene e il male è un duello di spade di due fratelli, uno contro uno. Una scena d’apertura fuorviante, falsamente anticipatoria, de L’Accademia del bene e del male, con i frame sull’orlo del precipizio. In questa prospettiva scoscesa, Paul Feig ci rivela fin da subito che mai di un colore netto è fatta la verità. Il mondo non è solo bianco o nero; solo sempre o mai; tutto sempre bene o tutto sempre male. Un concetto acquisito dal forte personaggio di Agatha: un’eroina moderna, l’unica davvero attenta a percepire l’intima essenza delle cose; eccezionale agli occhi di tutti per la sua capacità di muoversi costantemente tra incanto e disincanto e di usare il potere speciale della verità delle sue emozioni. Perché nell’impalpabile Accademia gestita dalla Professoressa Dovey e da Lady Lesso, più forte è l’emozione più forte è la magia. C’è un misurato equilibrio in questa storia. Ben raccontata, basata sulle emozioni dettate da un grande amore; con immagini esteticamente eleganti e una sceneggiatura brillante che non si perde mai per strada, scritta da Feig insieme a David Magee. Il tema dell’amore vero, che acquista forme inedite, è approfondito in maniera attraente. Con tutti i pazzi personaggi che turbinano intorno, e tra una lezione e l’altra di imbellimento o di imbruttimento; con il suo albero dei desideri, il suo bosco azzurro e la sfida delle fiabe; L’Accademia del bene e del male ci seduce con semplice e fantastica bellezza. Sa denunciare, al contempo, un’epoca di perfezionismo egocentrico parlandoci di un bene che da qualche tempo è diventato stupido, debole, vanesio.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 4
Emozione - 4

3.6

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