Venezia 78 – La ragazza ha volato: recensione del film di Wilma Labate

Un film che riesce a sottolineare egregiamente il senso di oppressione dei protagonisti.

Wilma Labate presenta alla Mostra del Cinema di Venezia 78 La ragazza ha volato nella sezione Orizzonti Extra, lungometraggio che racconta la storia di Nadia, una sedicenne triestina alle prese con una socialità difficoltosa e un rapporto con i coetanei molto complicato.

In un maldestro tentativo di uscire dall’isolamento in cui si è rinchiusa, Nadia incontra un ragazzo le cui intenzioni sono molto diverse dalle sue, finendo con l’influenzare la vita della protagonista in maniera inesorabile. La quasi totale mancanza di comunicazione con il mondo esterno che affligge Nadia contribuisce a rendere ogni rapporto umano molto difficoltoso, a partire da quello con la famiglia, in cui sorella e genitori non riescono mai a entrare veramente in contatto con la ragazza. Wilma Labate porta a Venezia 2021 un racconto nudo, in cui ogni emozione e decisione sono lasciati fuori campo, mentre viene lasciato largo spazio alle azioni e agli eventi che profondamente modellano il corso delle vite dei personaggi.

La ragazza ha volato: Luka Zunic e Alma Noce nel cast del film

La ragazza ha volato - Cinematographe.it

La ragazza ha volato è un film totalmente concentrato su un’unica figura, quella di Nadia, e ne racconta ogni sfaccettatura pur mantenendo tra personaggio e pubblico lo stesso muro di silenzio che contraddistingue le relazioni che la protagonista intrattiene con tutte le sue conoscenze. In questo gioco, la regista romana rende il pubblico parte integrante di una storia in cui si assiste a degli accadimenti senza però avere la possibilità di intervenire e lasciando decidere agli spettatori se ciò avviene per mancanza di empatia, di capacità o semplicemente di interesse. Se ogni pensiero profondo e ogni semplice ragionamento viene lasciato fuori dalle inquadrature, La ragazza ha volato si prende invece tutto il tempo per mostrare a tutti alcune delle cause del malessere di Nadia (lo stupro, il lavoro, la scuola) rendendo gli spettatori parte integrante del racconto ma privandoli della capacità di intervenire. Se da un lato questa operazione potrebbe provocare frustrazione nel pubblico, Wilma Labate sottolinea come spesso e volentieri questa impossibilità è data dalla volontà di ognuno di sottrarsi a un cosiddetto senso civico o bene comunitario, che invece invocherebbe azioni decise nei confronti di chi commette violenze o imposizioni dall’alto.

L’oppressione è al centro del film di Wilma Labate

La ragazza ha volato - Cinematographe.it

La ragazza ha volato cerca di sottolineare, grazie anche a una colonna sonora minimale e una fotografia molto ravvicinata, il senso di oppressione dei protagonisti, prima fra tutti Nadia che subisce gli eventi della sua stessa vita senza avere di fatto nessuna voce in capitolo. Nadia è oppressa dagli eventi, i suoi genitori sono oppressi da Nadia, la scuola e il lavoro sono oppressi dal rispetto di canoni sociali e non solo che ne costringono le scelte: ogni entità del film finisce in ogni modo con l’essere compressa in un mondo che non le appartiene, o meglio che la definisce suo malgrado. L’inerzia, più di ogni altra cosa, senza muovere i personaggi del film, in una sorta di deresponsabilizzazione collettiva in cui ognuno è vittima del fato e degli eventi esterni, lontana da quel sogno americano della capacità di modellare il futuro secondo le proprie aspettative. Il film si divide tra un atteggiamento comprensivo nei confronti di Nadia e una certa volontà di scuotere il pubblico e i personaggi per ottenere una reazione fortemente avversa alle ingiustizie: le immagini decidono di non prendere posizione per non cadere in facili conclusioni, mentre sarà il background dello spettatore stesso a decidere da che parte stare.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.2