Kings: recensione del film con Daniel Craig e Halle Berry

La recensione di Kings film del 2017 diretto da Deniz Gamze Ergüven, con Daniel Craig, Halle Berry, Issac Ryan Brown, Flor de Maria Chahua e Reece Cody

Kings è un film del 2017 diretto da Deniz Gamze Ergüven, con Daniel Craig, Halle Berry, Issac Ryan Brown, Flor de Maria Chahua e Reece Cody.

Los Angeles, 1992. Millie è una donna di South L.A. che cuoce e vende torte, una madre single con otto bambini che ha adottato, alcuni dei quali ha letteralmente strappato dalla strada e da condizioni di vita infauste. I suoi bambini, che ha accolto per evitar loro di entrare nelle grinfie dei servizi per l’infanzia, hanno un’età che va dai 6 ai 15 anni. Millie vive accanto a Obie che, per citare un dialogo del film, è l’unica persona bianca nel quartiere. Obie è un personaggio bislacco, spesso ubriaco, che odia i bambini e diventa particolarmente rissoso quando i suoi vicini fanno troppo rumore.

Mentre Millie cerca di educare i suoi figli e di mandare avanti la casa con le sue forze, la città di Los Angeles viene sconvolta da un evento drammatico: la sentenza del processo ai quattro poliziotti che avevano violentemente pestato un anno prima il tassista afroamericano Rodney King, si è conclusa con l’assoluzione da tutte le accuse di aggressione per gli agenti della polizia di Los Angeles. La comunità afroamericana, a breve tempo di distanza dall’omicidio di Latasha Harlins, ne risponde amaramente scatenando una rivolta che sarebbe sfociata in saccheggi, atti vandalici e missioni punitive.

Millie, quando la città esplode dopo il verdetto, perde ogni traccia dei suoi figli che si sono dispiegati nel disordine e nei trambusti della metropoli. Dietro tutte le urla e i disordini della città, la televisione domestica di Millie è sempre accesa e trasmette filmati e notizie della guerriglia che imperversa nella città di Los Angeles.

Kings

Kings: il film di Deniz Gamze Ergüven con Daniel Craig e Halle Berry

Brutalità della polizia, disordini urbani, saccheggi, proteste. Tutto questo è Kings, pellicola diretta dalla regista di Mustang che sceglie un particolare momento di storia americana, un film d’amore e di guerra che a distanza di quasi trent’anni sembra trattare argomenti del panorama sociopolitico di oggi. Invece questa storia descrive la Los Angeles del 1992 durante l’imminente tensione e le conseguenze della controversa assoluzione dei quattro agenti di polizia accusati di eccessiva violenza a danni di Rodney King.

I paralleli tra l’era di Rodney King di allora e del movimento BlackLivesMatter di oggi sono inquietanti e scoraggianti. Le riprese aeree e i filmati d’archivio dipingono una Los Angeles rissosa, sanguinaria e in qualche modo tradita da una sentenza ingiusta, un luogo in cui la parola giustizia è appannaggio dei cittadini bianchi, mentre la comunità latina e afroamericana deve vivere sempre sul filo del rasoio, in cui uscire di casa è un viaggio nell’ignoto.

Il titolo dei film di Deniz Gamze Ergüven si riferisce a due re afroamericani, Martin Luther King e Rodney King, due persone dalle storie apparentemente lontane e indipendenti ma non del tutto separabili, che forse allude all’eroica nobiltà di quelle persone laboriose che hanno dovuto vivere la loro vita occupandosi di razzismo.

Kings

Il film sulla rivolta di Los Angeles conseguente alla sentenza su Rodney King

Ergüven mette in luce un lato diverso dei disordini che, per come vengono allineati nella drammaturgia e nel contesto del film, suonano decisamente inautentici, in particolare nel modo in cui le persone reagiscono all’insurrezione. Ergüven non ha intenzione di riscrivere la storia, anche se è determinata nel mettere in risalto gli aspetti oscuri della vicenda, e il risultato è di una delusione sconcertante e frustrante. Ci sono alcuni momenti potenti e di grande complessità, ma è tutto strutturalmente sconnesso, incerto, sfocato e incompiuto.

I momenti di guerriglia sembrano distaccarsi da tutta la trama del film, che spesso divaga e segue prima Millie in una parentesi amorosa fiacca e poco ispirata, poi segue il figlio più grande, Jesse, in una trappola d’amore che finisce in dramma, il tutto senza coniugare bene toni, recitazione ed esposizione. Il film finisce per intrappolare i suoi personaggi e un pezzo di storia memorabile in una follia collettiva inespressiva, tra umorismo irrilevante e un fine discutibile. Kings inoltre non brilla particolarmente nemmeno dal punto di vista recitativo, in cui Halle Berry e Daniel Craig regalano due esibizioni irrequiete, smarrite e sottotono.

Kings è un film che riprende la vicenda e la sentenza su Rodney King dal punto di vista del microcosmo cittadino, è un film chiuso dentro un quartiere che subisce e reagisce alle ingiustizie con odio, violenza e sgomento. Il film, pur raccontando una storia amarissima, non riesce ad assorbire e veicolare le sue implicazioni emotive e a inserirlo in quadro più ampio. Non si riesce a capire se Ergüven fosse interessata, fino in fondo, ad esplorare le complessità che hanno portato alla rivolta di Los Angeles del 29 aprile 1992; quel che è certo è che scegliendo di usare filmati reali, per dare veridicità alla pellicola, il film finisce per presentare scene di violenza senza contesto e senza storia.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 1.5
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

1.8

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