Jurassic World – La Rinascita: recensione del film con Scarlett Johansson e Jonathan Bailey
Jurassic World - La Rinascita, al cinema dal 2 luglio 2025, è una di quelle classiche pellicole stand-alone, che possono sopravvivere anche da sole.
Sono passati 32 anni dal ritorno dei dinosauri, 32 anni da quel Jurassic Park di Steven Spielberg che ha dato vita a una delle saghe cinematografiche più fortunate di sempre. Se tre decenni fa c’era ogni volta stupore e maestosità nel vedere questi gigantesche lucertole muoversi vicino agli esseri umani, in questo nuovo mondo in cui si muovono i protagonisti di Jurassic World – La Rinascita, i dinosauri non sono più un’attrattiva. Il clima e le malattie hanno avuto la precedenza. Ormai vedere un sauropode di enormi dimensioni intralciare il traffico cittadino non rappresenta più una novità. In un mondo ostile, i dinosauri sopravvissuti vivono in ambienti equatoriali isolati, il cui clima, molto simile a quello di milioni di anni fa, permette loro di continuare ad esistere.
In questa Terra malata, il DNA di tre gigantesche creature di quella biosfera potrebbe salvare vite umane. Ecco perché Martin Krebs (Rupert Friend), proprietario di un’azienda farmaceutica, incarica l’agente sotto copertura Zora Bennett (Scarlett Johansson) di infiltrarsi un’isola proibita per recuperare i tre campioni richiesti. In questa missione top secret è affiancata dal capo squadra Duncan Kincaid (Mahershala Ali) e dal paleontologo Martin Loomis (Jonathan Bailey). Ben presto si rendono conto che l’isola ospitava un vecchio laboratorio, dove un tempo il Jurassic Park compiva esperimenti sui dinosauri.
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Jurassic World – La Rinascita: i dinosauri non passano mai di moda

Gareth Edwards ha l’arduo compito di riportare in auge il franchise di Jurassic Park e lo fa con un film in cui emerge la voglia di riammodernare una saga e, allo stesso tempo, omaggiarla. Jurassic World – La Rinascita è una di quelle classiche pellicole stand-alone, che possono sopravvivere da sole perché non strettamente legate ai capitoli precedenti. Il regista britannico, già apprezzato per Rogue One: A Star Wars Story, rispolvera vecchi dinosauri, rimettendoli “a nuovo”, e unisce la novità, gli ibridi, in un film action che sa di roba già vista. Il cast, guidato da Scarlett Johansson nei panni di una tosta marines che ricorda molto la sua Vedova Nera della Marvel (indipendente, dura, ironica ma con una vena malinconica), fa del suo meglio per centrare l’obiettivo prefissato dal film, aiutandosi con l’ottima sintonia che ha con Jonathan Bailey e Mahershala Ali. E sono proprio i tre attori a far funzionare un film basato su una trama a tratti debole, a tratti confusionaria.
Jurassic World – La Rinascita ci ricorda che la passione per i dinosauri non è mai svanita, poichè quando questi lucertoloni appaiono sullo schermo, c’è sempre una reazione di sbalordimento. Al contempo, la pellicola dimostra di non sapersi staccare del tutto dai suoi predecessori, e la sceneggiatura deve giocare quindi su sequenze di richiamo al capostipite della saga, l’iconico Jurassic Park. Ci sono diverse scene che rimandano al cult di Spielberg, e perfino il personaggio di Bailey ricorda un po’ quell’Alan Grant avventuroso, che si emoziona come un bambino alla vista dei suoi dinosauri preferiti.
Qualcosa sfugge nella narrazione

Jurassic World – La Rinascita è un prodotto un po’ diverso dai precedenti, anche se si indirizza ugualmente a un pubblico generalista con l’inserimento di una famiglia latino-americana in cui il gruppo di Zora Bennett si imbatte all’inizio della missione. Le due ore e mezza sono giustificate dal fatto che la narrazione segue in parallelo le due storie, distraendoci sulla trama principale. Uno stratagemma del genere poteva funzionare per Jurassic World – Il dominio, in cui si aveva la necessità di unire la vecchia con la nuova saga per poter dare una giusta conclusione. In un film come La Rinascita, dove è essenziale concentrarsi su una singola trama, lo sviluppo della storia ne risente. La trama è attuale, poiché ci illustra come neanche il progresso scientifico sia riuscito a debellare certe malattie, ed è quindi necessario rivolgersi ad altri metodi, come i dinosauri. Perché vengano scelte proprio quelle tre specie di enormi dimensioni è spiegato nel film, e a un certo punto viene anche sollevato lo scopo di tale missione: la medicina deve essere aperta a tutti, oppure solo i ricchi potranno approfittarne? Si parla anche di adattamento in natura, senza mai, però, approfondire a pieno il motivo per cui alcuni dinosauri abbiano imparato a sopravvivere sia in ambiente terreno e sia marino.
Jurassic World – La Rinascita: valutazione e conclusione
Tuttavia, Jurassic World – La Rinascita è un film che non riesce mai a far emergere il suo potenziale, restando fin troppo incollato agli omaggi del passato, senza provare a centrare l’obiettivo. Infatti, non è mai chiaro quale sia lo scopo della missione, e pesa molto il poco approfondimento riservato ai personaggi. Conosciamo scorci del loro background, ma le scene in cui viene inserita la componente drammatica risultano a volte un po’ fuori luogo, come nel momento in cui i personaggi della Johansson e di Ali si confrontano sulle esperienze in campo militare. I dinosauri rimangono il punto di forza, in cui vecchie glorie come il Tyrannosaurus Rex, incutono timore e meraviglia. Un punto a sfavore, invece, per quanto riguarda la CGI utilizzata e i dinosauri ibridi: se lo scopo era terrorizzare, l’effetto funziona, perché il risultato è catasfrofico.