Venezia 75 – Introduzione all’oscuro: recensione

Introduzione all'oscuro è il ricordo di un regista verso il suo stravagante amico Hans Hurch, tra oggetti e ricordi che possano riportarne la personalità in forma filmica.

L’elaborazione di un lutto non è mai una cosa facile. Ma esistono diversi modi per rendere il passaggio dalla vita alla morte di una persona più personale, interiorizzando un proprio percorso per salutare qualcuno per noi speciale e riuscire ad imprimerlo permanentemente nella memoria. È quello che ha fatto il regista Gastón Solnicki, omaggiando il suo amico Hans Hurch e salutandolo con la sua ultima opera Introduzione all’oscuro, una cartolina dell’amico definito “stravagante” e, per questo, ritratto con bizzarria dal cineasta.

Attraversando le strade di Vienna, camminando per la città di Hans, Solnicki ripercorre alcuni luoghi secondo l’autore imprescindibili per ricomporre in esperienza filmica quella che è stata l’esistenza dell’uomo, vivendoli lui stesso durante il momento della ripresa ponendosi in assoluto in prima persona e non mancando mai di far percepire ancora la presenza del suo caro amico in quei posti che lo richiamano alla mente. Il direttore della Viennale, morto a sessantaquattro anni durate una visita a Roma, aveva una personalità tale che il cineasta argentino cerca di riportare con medesimo registro, per fabbricare il proprio saluto finale nella maniera più attinente possibile.

Introduzione all’oscuro – Il ritratto di un amico per un amicointroduzione all'oscuro Cinematographe.it

Non è un film sentimentale quello che voleva fare Gastón Solnicki. Non ne ha mai fatti fino a quel momento – nel profilo cinematografico del regista troviamo Suden, Alienadas, Aardvak, Papirosen, Enjoy Yourself, Kékszakàllù – e non comincerà a farli neanche per rendere giustizia alla memoria del suo amico Hans. Anzi, è proprio per rispettarne il ricordo che il cineasta vuole restare lontano da un’emotività troppo spinta che potrebbe andare a delineare un’opera stucchevole e non veritiera, mentre preferisce portare nel suo film-regalo al compagno scomparso l’animosità che li sosteneva e li legava.

Nonostante però il bisogno di rendere il film più “depravato” – come Gastón Solnicki stesso ripete all’interno dell’opera filmica – Introduzione all’oscuro non può non ingabbiare al proprio interno una forte dolcezza anche lì dove il collage visivo vorrebbe suscitare sensazioni più distaccate e contrastanti. Questo perché è chiara la volontà genuina di un amico di voler realizzare un frammento, in questa frenetica vita, a cui aggrapparsi ogni volta che vorrà tornare a pensare ad Hans e in cui prova a mettere tutte quelle caratteristiche più estrose che lo hanno tanto affascinato quando ha avuto la possibilità di conoscere da vicino la sua persona.

Introduzione all’oscuro – L’identità di Hans Hurch tra oggetti e luoghiintroduzione all'oscuro Cinematographe.it

E così Solnicki porta via con sé piccoli oggetti dai ristoranti e dai bar, come spesso capitava di fare ad Hurch. Compra la stoffa con cui si era fatto fare su misura un abito nero opaco che non toglieva mai e che cambiava soltanto quando oramai era ridotto a brandelli. Suona il pianoforte, un pianoforte viennese, per cercare nelle note un po’ di quella musicalità che trasportava l’amico. In Introduzione all’oscuro vengono inseriti tutti gli oggetti che hanno rappresentato per i due uno scambio reciproco di conoscenza e affetto, come i fax o le cartoline che Hans mandava. E nel riprendere il tutto nelle dimensioni cinematografiche, l’autore isola di tanto in tanto su di uno sfondo piatto e nero dei cimeli che, in qualche modo, rispecchiano la quotidianità passata e il carattere di Hans, una lente di ingrandimento sull’uomo di cui viene fatto un quadro il più possibile fedele.

Non vero cinema, non vera video arte, forse più una catarsi per dire addio ad una persona cara. In ogni caso Gastón Solnicki ci mette di fronte ai cardini della propria amicizia con Hans Hurch, sperando di scolpirne l’identità nel digitale.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3