In the land of saints and sinners: recensione del film con Liam Neeson

In arrivo al cinema il 22 febbraio 2024, In the land of saints and sinners è un thriller classico con protagonista Liam Neeson.

Le meravigliose e rigogliose terre del nord dell’Irlanda fanno da sfondo al terzo lungometraggio di Robert Lorenz (Un uomo sopra la legge), regista statunitense che ha collaborato per moltissimo tempo con Clint Eastwood in qualità di produttore e assistente alla regia. In the land of Saints and sinners è un thriller che si mischia al genere western, dalla struttura classica e che non si perde in fronzoli. Il film che dal 12 di ottobre 2023 è disponibile nel catalogo in streaming di Netflix, è stato presentato in anteprima al Festival del cinema di Venezia 2023 nella sezione Orizzonti Extra.

Santi e peccatori, tutti insieme davanti ad una pinta di birra

In the land of saints and sinners Cinematographe.it

Il protagonista del film è Finbar Murphy (Liam Neeson) un sicario vecchia scuola che ha deciso di andare in pensione: niente più pallottole da caricare, ma solo libri da leggere e fiori da coltivare. La cornice è il Nord dell’Irlanda mentre l’epoca di questa storia è il 1974, quella in cui imperversano gli attentati dell’IRA. In apertura infatti il film mostra lo svolgimento di un attentato terroristico a Belfast. Ci sono 3 terroristi che piazzano una bomba davanti ad un pub: se lo scopo è quello di intimidire nei fatti accade che la bomba uccide civili innocenti. I terroristi, due uomini e una donna così cercano un nascondiglio nella località costiera del Donegal di Gleann Cholm Cille, esattamente dove vive Finbar Murphy. In questo contesto poi Finbar nota dei lividi sul collo di una bimba del posto e cerca di andare a fondo della questione. Parlando con lo zio della bambina capisce che in casa si sono nascosti i 3 terroristi. I destini di diversi personaggi si incroceranno per arrivare ad una resa dei conti sanguinosa e risolutoria che ha al centro la difesa della tranquilla comunità in cui la vicenda si svolge.

Alla fine tutti cercano redenzione

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In the land of Saints and sinners è un thriller, ma anche un noir, dove come dice eloquentemente il titolo ci sono personaggi manichei. Il bene e il male si scontrano in un luogo idilliaco, dove tutti si conoscono e lo sceriffo di contea riesce con fatica a mantenere un equilibrio tra i buoni e quelli un po’ più – bonariamente – cattivi. Al centro c’è un personaggio dal passato oscuro, che alla fine della sua carriera cerca di redimersi, proteggendo una bambina e una comunità di persone comuni.

La scrittura del film è estremamente lineare e la storia si segue perfettamente. Anche la regia è classica ed è talmente ordinata da mancare qualche colpo ad effetto. Da manuale la scena d’apertura del film, quando dal punto di vista della terrorista Doirean (Kerry Condon) seguiamo con suspense i passaggi dell’azione, dal piazzamento della bomba, all’arrivo di una mamma con dei bambini fino alla tragica esplosione che coinvolge dei bambini innocenti. Il film di Robert Lorenz non si lascia andare alle grandi emozioni, nonostante questo propone una storia un po’ vecchio stile ma che funziona sempre. Soprattutto ciò che rende questa visione piacevole sono le pieghe inaspettate che sorprendono i percorsi dei personaggi: classico in questo caso non vuol dire scontato.

Un grande cast e ottime interpretazioni

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Liam Neeson ha 71 anni e li porta benissimo. Se impugna un fucile, una pistola, un pugnale, fa una scazzottata è ancora più che credibile. In the land of Saints and sinners interpreta un personaggio emblematico per la sua carriera, considerando il fatto che Neeson stesso è originario dell’Irlanda del Nord: Finbar Murphy decide per il pensionamento e forse anche per Neeson l’interpretazione di ruoli da duro col cuore d’oro così energici stanno per arrivare al termine (tanto vero non è visto che ha 6 film che sono pronti ad uscire). A completare l’ottimo cast di attori irlandesi ci sono poi Kerry Condon che dopo aver conquistato la grande fama grazie al ruolo da non protagonista in Gli spiriti dell’isola, torna con un ruolo da caratterista, una terrorista cattiva senza scrupoli col ghigno sempre presente sulla faccia. Poi c’è Jack Gleeson, ovvero Joffrey Baratheon nella serie tv Il Trono di Spade, qui nei panni di un sicario della nuova generazione, un personaggio sempre un po’ schizzato ma dalla connotazione positiva.

In the land of saints and sinners: conclusione e valutazione

Robert Lorenz Cinematographe.it

A volte rifugiarsi in un film che non ha così grandi pretese può riservare delle visioni molto piacevoli. È il caso del film di Robert Lorenz che non brilla per inventiva o grandi colpi di scena, piuttosto permette allo spettatore di rifugiarsi in un prodotto rassicurante dal punto di vista di scrittura e regia, con personaggi credibili e dalla natura dura e pura. Thriller puro con incursioni noir e western, In the land of Saints and sinners saprà soddisfare gli utenti Netflix che cercano una storia classica e ben architettata.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 2

3