In Love and Deep Water: recensione del film Netflix

La recensione della rom-com dalle venature mistery made in Japan diretta da Yûsuke Taki e Morgan Bailey Keaton, distribuita da Netflix a partire dal 16 novembre 2023.

Tra le cinematografie orientali, la giapponese è sicuramente una di quelle – insieme alla sudcoreana – dalla quale Netflix va a pescare con maggiore frequenza per soddisfare l’offerta mensile ai propri abbonati. Capita però spesso che alla quantità non corrisponda la qualità, motivo per cui una larga fetta di prodotti audiovisivi provenienti dal Sol Levante rilasciati sulla piattaforma a stelle e strisce lasci molto a desiderare come nel caso di In Love and Deep Water. Disponibile dal 16 novembre 2023, il film firmato a quattro mani da Yûsuke Taki e Morgan Bailey Keaton da una sceneggiatura di Yûji Sakamoto è quanto di più scadente una cinematografia gloriosa come quella nipponica possa proporre ai suoi estimatori e al pubblico in generale. Il risultato come avremo modo di analizzare vede l’asticella abbassarsi sino a rasentare la mediocrità, tanto che si fa davvero fatica a trovare qualcosa meritevole di essere salvato in una pellicola destinata a inabissarsi per poi finire nel dimenticatoio.

Si fa fatica a trovare qualcosa meritevole di essere salvato in una pellicola destinata a inabissarsi per poi finire nel dimenticatoio

In Love and Deep Water cinematographe.it

Il destino che abbiamo pronosticato per il film in questione non è ovviamente lo stesso che auguriamo alla vera protagonista del film, ossia la nave da crociera MSC Bellissima, scelta dalla produzione e dagli autori per fare da cornice alla vicenda narrata. In Love and Deep Water è ambientato proprio su una delle perle della flotta appartenente alla nota compagnia di navigazione impegnata in un viaggio verso il Mar Egeo. A bordo c’è anche il devoto maggiordomo della nave Suguru che vede la sua vita stravolta il giorno in cui incontra Chizuru, una donna che sostiene che i loro rispettivi partner sono sul punto di tradirli. Chizuru cerca di convincerlo ad interrompere la crociera e a tornare in Giappone per impedire il tradimento quando, una notte, i due, insieme ad altri cinque passeggeri, vedono un cadavere che galleggia nella piscina sul tetto della nave. Stranamente, tutti tranne lui fingono di non aver visto nulla. Mentre cercano di svelare il mistero di questo omicidio, Suguru e Chizuru inizieranno ad essere sempre più attratti l’uno dall’altra.

Nella timeline di In Love and Deep Water la commedia romantica e il giallo si mescolano in maniera totalmente inefficace

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Nel racconto dunque scorrono parallelamente due linee orizzontali, legate ad altrettanti generi, che finiscono per confluire in un epilogo che nonostante il colpo di scena inaspettato e ben congegnato non riesce a salvare il salvabile. Da una parte c’è la commedia-romantica che riporta alla mente la serie televisiva cult degli anni Settanta-Ottanta Love Boat, che corrisponde alle vicissitudini sentimentali tra Suguru e Chizuru, dall’altra troviamo il giallo e l’indagine portata avanti dalla coppia per scoprire l’artefice e i motivi che hanno portato alla morte in circostanze inspiegabili del passeggero. A bordo di passeggeri però ce ne sono la bellezza di 4.800, il ché significa per i diretti interessati cercare un ago in un pagliaio. La scrittura prima e la trasposizione poi non riescono a ottenere nulla di particolarmente interessante ed efficace da entrambe le linee, con quella mistery nello specifico che maldestramente e senza le capacità richieste prova a emulare il modus operandi, gli elementi caratteristici e lo stile di Agatha Christie, ottenendo un esito per quanto ci riguarda pessimo per non dire disastroso.

In Love and Deep Water paga lo scotto di una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti

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I registi prendono in consegna una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti, fallendo anche in quello che doveva essere già sulla carta uno degli obiettivi primari, vale a dire quello di intrattenere e coinvolgere il fruitore di turno con un plot e dei personaggi concepiti proprio con quello scopo. Il tentativo di mescolare rom-com con il giallo vecchia scuola naufraga a causa dell’inconsistenza del contributo artistico e tecnico, con entrambe le componenti che non portano nulla di sostanzioso alle fasi di scrittura e messa in quadro. A conti fatti In Love and Deep Water si presenta come un gigantesco spot pubblicitario che non fa altro che portare visibilità alla compagnia di navigazione che ha ospitato anche un cast dove si fa fatica a trovare una performance degna di nota, a cominciare da quelle di Ryo Yoshizawa (Suguru) e Aoi Miyazaki (Chizuru) che vestono i panni dei due protagonisti.    

In Love and Deep Water: valutazione e conclusione

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Non c’è veramente niente da salvare in In Love and Deep Water se non la bellezza della location, una lussuosa nave da crociera di una nota compagnia di navigazione in viaggio verso il Mar Egeo. Ma quello diretto a quattro mani da Yûsuke Taki e Morgan Bailey Keaton non è uno spot pubblicitario, bensì un film con una regia e una sceneggiatura che fanno acqua da tutte le parti. Il risultato è un mix mal riuscito di commedia sentimentale e giallo destinato a inabissarsi fino a toccare i fondali della mediocrità. Demerito della scrittura prevedibile, priva di appeal e poco originale che innesca una reazione a catena che influisce negativamente anche sulla confezione tecnica e sulle performance attoriali.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 1.5
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.6

Tags: Netflix