Il senso della bellezza – Arte e scienza al Cern: recensione

Il senso della bellezza - Arte e scienza al Cern è un documentario scritto e diretto da Vincenzo Jalongo e basato sull'unione nel mondo di scienza e bellezza. Sarà al cinema solo il 21 e 22 novembre con Officine UBU.

Trovare le misure per calcolare cos’è il bello. Studi, indagini, andare a cercare spiegazioni razionali e ultime dalle quali trarre una semplice definizione, concreta e universale. Una volontà impossibile da realizzare, persa nel mistero di una natura immensa e sconosciuta che decide di mostrarsi agli sprovveduti umani senza donare loro gli strumenti per poterla analizzare.

Nella cittadinella della scienza, però, attraverso un linguaggio di pace mosso dalla voglia e dal bisogno di conoscenza, ogni giorno gruppi numerosi di scienziati siedono alle loro scrivanie, nei loro laboratori, tentando di far luce sulla creazione della meraviglia. Il senso della bellezza – Arte e scienza al Cern (qui il trailer e il poster del film) è il documentario scritto e diretto da Valerio Jalongo sul potenziale della ricerca che tende gli obiettivi di milioni di studiosi verso il desiderio di scoprire l’equilibrio dell’armonia, un percorso destinato a prolungarsi nel tempo e determinato a sperare che l’universo possa lasciare ancora una volta a bocca aperta.

Alternando considerazioni di scienziati e artisti, riprese dirette all’interno del Cern e immagini commissionate ai fini del lavoro di Jalongo, Il senso della bellezza – Arte e scienza al Cern si divide in capitoli per trattare temi differenti, ma collegati tra loro, esprimendosi sull’unione di parametri troppo spesso ritenuti opposti, confrontandone gli aspetti e i risultati per metterli poi in stretta condivisione. Un viaggio in quell’invisibile spazio della Terra per poterne coglierne le magnifiche sfumature, legando scienza e bellezza in un sigillo tra il metafisico e il tangibile racchiuso in un’investigazione continua e fremente.

Il senso della bellezza – Arte e scienza al Cern: un documentario nel quale affollano diverse idee

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La bellezza è uno stato di chiaro ordine che viene a formarsi nel mezzo di un rocambolesco caos. Una sorgente di energia vitale che pervade il mondo abitato e lo invigorisce con la propria forza, mostrandosi incredibile agli occhi di affascinati uomini, ma allo stesso tempo velata da enigmi che forse non giungeranno mai ad un’epifania rivelatrice. Un messaggio al pari di un dogma religioso, che scienziati del Cern e artisti di diverse estrazioni hanno provato innocentemente a riportare all’interno del confusionario documentario di Valerio Jalongo, un disconnesso insieme di argomenti privo di una solida idea di base, che va così perdendosi nel procedere di una durata vana e pasticciata.

Un prodotto che ha visto la propria realizzazione grazie ad un quanto mai presente sostegno: a dare possibilità a Il senso della bellezza – Arti e scienza al Cern sono infatti gli aiuti di Amka Films in coproduzione con RSI Radiotelevisione Svizzera – SRG SSR e Ameuropa International con Rai Cinema. Nonostante l’importante contributo sembra però non esserci stato alcun effetto sulla qualità della fattura del disorganico documentario proposto, il quale nel suo spasmodico desiderio di parlare del bello non risulta in grado di poterne portare a propria volta nelle file del suo ammassato svolgersi.

Il senso della bellezza – Arte e scienza al Cern: il lavoro di Valerio Jalongo si perde nella ricerca della bellezza

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Dalla proposta visiva che, pur richiamando fautori dell’ambito artistico, fa dell’intangibile un ammasso di colori e segni al limite del kitsch, montato poi assieme a riprese dalla qualità all’evidenza bassa, il documentario di Valerio Jalongo non scontenta soltanto a causa del compartimento tecnico del quale il regista si è avvalso, ma rende perplessi in particolare per il suo insensato costrutto volto a voler goffamente e banalmente far fondere l’universo strettamente scientifico a quello più euritmico e ligio alla pura bellezza, senza un forte fondamento su cui poi ergere l’intera tesi. Bellezza decantata, ma del tutto assente nella fabbricazione e nel contenuto del prodotto, rimasta così una genuina speculazione su cui promuovere solo vuote e poetiche pensate.

Il senso della bellezza – Arti e scienza al Cern non presenta dunque nulla di interessante sotto alcun aspetto che l’autore cerca incautamente di trattare. Un documentario in cui il tema è un esperimento inconcludente, inabile e manifesto soltanto nella sua maniera più incomprensibile.

 

Regia - 1
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 1
Sonoro - 1
Emozione - 1

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