Il caso Collini: recensione del film con Franco Nero

Il caso Collini è un thriller giudiziario che tiene sospesi fino alla fine: un giovane avvocato al suo primo caso giudiziario e un uomo impassibile, sospettato di omicidio, che protegge ferocemente il suo passato, riaprono una dolente pagina di Storia.

Il caso Collini, in onda il 7 maggio 2020 in Prima TV su Rai Tre alle 21.20, è un film diretto da Marco Kreuzpaintner che dal 2001 ci riporta agli anni duri e terrificanti della seconda guerra mondiale, alle stragi nazi-fasciste avvenute in Italia, precisamente in Toscana prima della sua liberazione dall’occupazione tedesca del 1944. A riportarci indietro nel tempo è un uomo impassibile che ha gli occhi azzurri e lucidi di Franco Nero, che cerca di nascondere a tutti i costi un passato con cui è impossibile pareggiare i conti.

Il caso Collini: la trama del film

Caspar Leinen (Elyas M’Barek) è un giovane avvocato in ascesa, felice di aver ricevuto il suo primo caso giudiziario: si tratterà di difendere Fabrizio Collini (Franco Nero), un uomo accusato di omicidio, unico sospettato della morte dell’imprenditore, ricco industriale e filantropo Hans Meyer (Manfred Zapatka). Solo dopo l’assegnazione però Caspar scopre che l’uomo ucciso è quello che sin da piccolo ha sempre considerato un padre, e che in passato ha rappresentato per lui una guida ed esempio.

Il caso Collini - Cinematographe.it

Motivato a lasciare il caso perché potenzialmente coinvolto emotivamente, il suo professore Richard Mattinger che vede in lui un brillante avvocato ma che sarà dall’altra parte della difesa per Meyer, gli ricorda che davanti alla giustizia le opinioni personali non contano e lo esorta semplicemente a far confessare il suo imputato per archiviare definitivamente il caso. Caspar però vuole compiere il suo lavoro secondo quella che è l’etica della sua missione: mettersi al servizio del suo cliente e fare luce completa sul movente che ha spinto Collini all’omicidio.

Il caso Collini: un film che riapre uno spinoso capitolo di Storia

A ben guardare la cinematografia che si riallaccia a quel passato della seconda guerra mondiale soffermandosi sulle azioni e sui gesti compiuti dai tedeschi, negli ultimi anni un filone su tutti emerge: i tedeschi e il loro rapporto con una colpa che non conosce perdono, e che ritorna negli occhi di quelle che a distanza di tempo sono e resteranno vittime senza giustizia. Da questo punto di vista Il caso Collini cerca quasi di cogliere tutti gli spunti di questo nuovo focus che si fa spazio in un cinema che indaga, cerca di comprendere e si fa testimone di strascichi psicologici irreversibili.

Il caso Collini - Cinematographe.it

Il caso Collini riprende un filone già percorso con Il labirinto del silenzio, film del 2014 che partiva da un caso giudiziario, proseguito con Remember del 2015 dove il thriller divenne psicologico, e che adesso arriva in un incontro tra giudiziario e psicologico con il lavoro compiuto da Marco Kreuzpaintner. Una fotografia che appare di cristallo tendente verso il seppia, inquadrature ampie sui luoghi, in particolare sul palazzo di giustizia tedesco dove si gioca la partita del giovane avvocato ma anche quella della stessa giustizia tedesca, che di pozzanghere nel suo passato sembra nasconderne.

Il film di Marco Kreuzpaintner è senza dubbio un buon thriller che non perde mai ritmo, e tiene sospeso lo spettatore fino all’ultima scena grazie ad un procedere per colpi di scena, mostrando come un’intuizione o un particolare può capovolgere le situazioni e portarne in luce altre. Notevole anche l’utilizzo della musica che conferisce la giusta drammaticità ad un caso dove la pace è lasciato solo ai morti ma non ai vivi, destinati e rassegnati a convivere con una colpa che non può e non deve essere dimenticata.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.3

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