TFF34 – I figli della notte: recensione del film d’esordio di Andrea De Sica

I figli della notte è il primo lungometraggio da regista del figlio d’arte Andrea De Sica (il padre è il noto compositore nonché fratello di Christian, Manuel De Sica, scomparso nel 2014 ed al quale la pellicola è dedicata), nonché unico film italiano in concorso nella sezione Torino 34 di quest’edizione del Torino Film Festival.

Amante del cinema di genere, ed ispiratosi a grandi nomi come Kubrick e Lynch, ma anche a Wes Anderson, Andrea De Sica ha sceneggiato lui stesso il film insieme a Mariano Di Nardo in collaborazione con Gloria Malatesta, confezionando una sorta di fiaba nera sul difficile percorso di crescita.

I figli della notte narra le vicende di Giulio (Vincenzo Crea), un diciassettenne figlio di un imprenditore scomparso quando lui era piccolo e di una madre che si è dovuta prendere carico dell’azienda, e per questo è costantemente in viaggio per lavoro. All’ennesima assenza per un viaggio d’affari, la donna decide di affidare Giulio ad un collegio immerso fra le Alpi, per evitare compia nuovamente azioni scellerate (aveva dato un allarme bomba durante le lezioni a scuola) e porti avanti i suoi impegni scolastici con metodo e diligenza.

Arrivato al collegio, Giulio si trova immerso in una realtà torbida, fatta di giovani rampolli pieni di problemi con i genitori e l’ambiente sociale. La line educativa del luogo,  dapprima apparentemente votata alla disciplina e all’isolamento dalle distrazioni esterne, si mostra ben presto stranamente condiscendente nei confronti di vari generi di divagazione, compresa la frequentazioni di un club notturno a luci rosse, dove Giulio conoscerà e si invaghirà della bella entreneuse Elena (Yuliia Sobol).

Avrà inizio così per Giulio un’avventura surreale ed onirica, nel corso della quale l’adolescente conoscerà il valore e le conseguenze dell’amicizia, affezionandosi all’eccentrico compagno Edoardo (Ludovico Succio) ed imparerà che la libertà è un valore inalienabile, da ottenere a qualunque costo.

i figli della notte

I figli della notte: una vorticosa escursione negli inferi della solitudine

I figli della notte è un’acuta metafora delle conseguenze della solitudine, in particolare della mancanza di quel sostegno genitoriale tanto necessario nei complicati e confusionari anni dell’adolescenza. Unico modo per sfuggire dalla morsa della desolazione interiore è per Giulio abbandonarsi all’amicizia e all’amore, due sentimenti forti ed esclusivi e, per questo motivo, pericolosi perché in grado di deludere innescando conseguenze irreversibili.

La regia di Andrea De Sica gioca molto a mostrare la conoscenza del regista dei grandi cineasti che hanno fatto la storia del cinema, inserendo talmente tanti richiami alle loro opere più eloquenti da sfiorare tuttavia l’accozzaglia, più che la citazione.

Un desiderio-  quello di prendere spunto dal cinema amato – che ha forse distolto regista dal prestare una maggior cura alla sceneggiatura, resa ancora più nebulosa dall’inserimento di un epilogo senz’altro forte e di impatto ma- onestamente – piuttosto vuoto dal punto di vista del messaggio, nonostante le varie possibilità che le premesse avrebbero offerto.

A non migliorare la situazione le prestazioni attoriali acerbe dei protagonisti che, nonostante l’impegno, non sono stati aiutati dalla scrittura a trovare una miglior caratterizzazione dei loro personaggi, complicati ed incastrati in un clima sospeso che-  pur creando atmosfera e tensione emotiva – non sfocia in una risoluzione capace di rendere questo esordio interessante qualcosa di più sostanzioso.

Nonostante le dovute considerazioni, tuttavia, I figli della notte mostra la preparazione ed il talento di un giovane regista che ha probabilmente molto da dire, deve solo ancora trovare il modo per farlo meglio, con più maturità e una ricerca meno ossessiva e più studiata dell’ impatto emotivo.

 

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3.5
Recitazione - 2
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

2.8