Venezia 80 – Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person: recensione 

Una pellicola tutta da scoprire al Festival del Cinema di Venezia 2023!

Il Lido di Venezia si tinge di talenti giovani, mostrando un ventaglio di possibilità davvero molto ampio grazie ad opere bizzarre, improbabili e meravigliose. Senza dubbio, è quello che si troverà a pensare il pubblico della gemma nascosta del festival: Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person. Oltre ad avere quello che è, senza dubbio, il titolo più riuscito e divertente dell’intera manifestazione, la pellicola offre una nuova interpretazione di alcuni tropi usati (e spesso abusati) nel cinema contemporaneo. Ma, per chi conosce la fantasia e la gioia creativa della regista Ariane Louis-Seize, certamente non si poteva immaginare che le rivisitazione di un genere o il recupero di uno scheletro di trama già utilizzato in molteplici occasioni potesse risultare banale o simile.

Ariane Louis-Seize ha creato una variazione sul tema della storia d’amore tra un umano adolescente ed un vampiro che non rispetta nessuno dei canoni conosciuti o visti in precedenza sullo schermo. L’originalità, la creatività ed il divertimento del processo sono evidenti, presenti in ogni scena di questa dark comedy romantica così profondamente irriverente e diversa. La sceneggiatrice e regista canadese, che ha esordito dietro la macchina da presa nel 2016 con un film altrettanto contrario al rispetto del racconto canonico, porta il topic della storia tormentata tra vampiri e giovani umani alla sua evoluzione massima, cucendoci sopra una divertentissima serie di twist e trovate inaspettate.

Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person, un racconto originale e brillante a Venezia 80

Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person recensione - cinematographe.it

La trama della pellicola inizia già con il piede giusto, offrendo una visione originalissima e divertente del solito tema “vampiro/a bloccato/a in età adolescenziale si innamora di un/a giovane umana/o causando grandi guai”. Meglio di Twilight, persino dell’iconico Buffy l’Ammazzavampiri, Humanist Vampire riesce dove anche le menti più brillanti non hanno mai osato arrivare. La produzione, tutta canadese, ambienta a Montreal e nei suoi dintorni una commedia dal dark humor pungente costellata di trovate geniali. Alla guida di un cast di giovani talenti, ci sono i due protagonisti Sara Montpetit e Félix-Antoine Bénard.

La vampira adolescente Sasha, sensibile e compassionevole, non riesce a condividere la passione che accomuna tutta la sua famiglia: quella per il sangue umano, meglio ancora se colante da un cadavere appena ucciso. Sasha non vuole uccidere nessuno, ha rispetto per la vita umana, e la sua diversità comporta una conseguenza ben precisa: i suoi familiari sono decisi a darle una bella lezione, lasciandola a corto di viveri (ovvero di sangue). Sasha per sopravvivere dovrà trovare dunque un palliativo, un metodo che le permetta di uccidere senza provocare dolore o trovando una vittima “consenziente”. Ed è proprio in questa occasione che si imbatte nell’adolescente Paul, ostracizzato dai suoi coetanei e più che disponibile all’idea di essere lentamente “mangiato” da Sasha. Tra i due, presto, si forma un legame che va ben oltre i patti iniziali che li hanno avvicinati. Tra battute oltraggiose alla morale comune ed un rapporto morboso tra sesso e amore, spesso indagato dalla regista, la pellicola sconvolge e diverte lo spettatore senza lasciarli un attimo di pace. La bellezza di questa dark comedy è nella sua irriverenza, ma anche nella sua spigliata leggerezza, una perla nera che brilla ardentemente nel panorama della mostra del cinema più importante dell’anno.

Conclusione e valutazione

Louis-Seize, in una formula irriverente e diversa, riesce a riportare in auge un genere ormai considerato di serie B. L’artista canadese sperimenta e mette insieme un film gradevole e sgradevole, impossibile da riportare ai canoni del racconto classico. Lo stile noir della palette, il ritmo da commedia nera ma anche da dramma adolescenziale, mette insieme elementi così diversi da risultare in un contrasto perfetto l’uno con l’altro.

La regista, prendendo ispirazione dai classici del “vampire genre”, vola in alto con la sua immaginazione oscura e sessuale, dando vita e immagini ad una perversione sensoriale nettamente tattile. Il futuro del cinema canadese, e del cinema in generale, è nelle mani di una giovane donna che si impone con la sua voce unica e forte, senza paura e ricca di stile. Benvenuta nel grande cinema Ariane Louis-Seize!

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5