Headshot: recensione dell’action thriller diretto da Niko Maggi

Un film che riuscirà a intrattenere il suo pubblico.

La recensione di Headshot, l’action thriller di Niko Maggi

In uscita al cinema dal 20 al 22 marzo 2023, Headshot, un action thriller sugli e-Sports, ossia i videogiochi utilizzati nell’ambito professionistico, prodotto da Cine 1 Italia, diretto dall’esordiente Niko Maggi – figlio di Pete Maggi (tra i soci fondatori della Eagle Pictures)- e sceneggiato da Gabriele Braschi. Il film con un cast di giovani talenti – Alessandro Bedetti (Nudes), Virginia Diop (Zero), Riccardo De Rinaldis, (Luce dei tuoi occhi), Vittorio Magazzù (The Bad Guy), Demetra Bellina (Tutta colpa di Freud ), Sijia Chen (Omicidio all’Italiana) e Francesco Bertozzi (Un passo dal cielo) – mette al centro del suo discorso narrativo l’impatto della viralità e delle piattaforme sulla vita e il pensiero dei ragazzi sempre più connessi in un universo digitale, tra social e videogame.

Headshot: dei cyber-rivoluzionari “prelevano” 8 gamer per farli scontrare in modalità deathmatch

Una scena d’apertura anticipatoria seguita dal racconto dei presupposti della storia ambientata in un contesto contemporaneo realistico legato al mondo del videogaming professionale: le ultime notizie provenienti dal mondo degli eSports ci fanno scoprire il nome della nuova promessa del gaming mondiale. Si tratta del fenomeno Chris aka Fox_mind (Alessandro Bedetti), che ha vinto la Coppa del Mondo dopo essersi scontrato con il campione in carica Bard (Vittorio Magazzù); poi l’obiettivo si sposta per farci conoscere gli altri sei gamer che insieme a Chris e a Bard vengono prelevati da un gruppo di cyber-rivoluzionari (i Deep Oblivion) che ha organizzato “Headshot”, la riproduzione di un deathmatch ispirato a un videogioco con giocatori reali il cui scopo è sempre eliminarsi a vicenda. Ogni giocatore deve seguire regole semplici, si presenta con un’armatura personalizzata, ha una body-cam che documenta il tutto ed è dotato di un fucile ad aria compressa. La competizione si svolge anche in diretta sulla piattaforma ZZIP dove lo spettatore può sintonizzarsi durante il match per seguire il giocatore che ama. Ma la sfida che dovrebbe portare alla vittoria chi usa nel miglior modo l’astuzia, e non dovrebbe in alcun modo essere violenta, si trasforma in una dura lotta per la sopravvivenza quando i protagonisti scorgono nell’arena di gioco un misterioso assassino.

Connessi con il mondo ma isolati in sé stessi. Headshot esplora l’impatto di Internet, dei videogame e dei social sulla vita e il pensiero degli adolescenti

Videogiocare è un qualcosa che è entrato nelle attività usuali della maggior parte degli adolescenti. E l’idea di Headshot è nata – come ci ha spiegato il regista nella nostra intervista – “dalla voglia di raccontare una storia destinata principalmente alla generazione “digitale” e di fare un film di genere con un occhio attento alle nuove dinamiche e grammatiche narrative“. In effetti, il film contiene sequenze molto visive. C’è grande attenzione per la scelta delle location che sono uno degli elementi più importanti della sua composizione estetica, richiamano le tipiche “mappe” dei videogiochi; e i suggestivi ambienti tra cui la Faggeta del monte Fogliano, l’Eremo di San Girolamo e le Cascate di Chia del Fosso Castello si prestano alla causa cinematografica per la loro naturale immersività. Anche il cast funziona, nonostante molti dei giovani attori siano alla prima esperienza, in un film sull’impatto delle nuove tecnologie e dei nuovi modi di essere “connessi” sulla vita e il pensiero dei ragazzi. Perché il continuo impulso alla ricerca di viralità, di follower e di fama possono tramutarsi velocemente in qualcosa di terrificante. Headshot si ispira a videogame come Fortnite, Call of duty e Metal Gear Solid e a serie come Hunger Games o alle più recenti Squid Game e Alice in Borderland. Il protagonista impara a riordinare le priorità nella propria vita, a unire le forze con quelle degli altri, si avvicina anche al suo più temibile avversario: perché laggiù, in quell’arena, c’è qualcosa di più importante di vincere… Tra gamer professionisti connessi con il mondo ma isolati in sé stessi e successi fugaci basati solo su un qualcosa che sembra reale, il film prova a mostrare una società dipendente dalla produzione di immagini.

Headshot: conclusione e valutazione

Un film che non brilla per originalità ma che riuscirà a intrattenere il suo pubblico: con una sceneggiatura essenziale, un cast di giovani talenti da tenere d’occhio (la nostra menzione speciale va a Demetra Bellina che è Sycaria), con una fotografia che gioca con i colori forti – come le tonalità dei videogiochi in cui è richiesta molta azione e partecipazione emotiva – e una colonna sonora che esalta le thrilling scene. Si apprezzano una regia dinamica e lo sforzo di volersi immedesimare nelle realtà dei giovani.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2