Berlinale 2019 – God Exists, Her Name Is Petrunija: recensione del film

In concorso alla Berlinale 2019 è stato presentato il film God Exists, Her Name Is Petrunija, un inno al femminismo senza retorica.

Le aspettative per un film intitolato God Exists, Her Name Is Petrunija ambientato in Macedonia, non sono altissime. Entriamo in sala rassegnati al fatto che assisteremo all’ennesima opera d’autore noiosa e pesantissima in concorso alla 69° edizione della Berlinale. Invece, contro tutti i pronostici, il film di Teona Strugar Mitevska è una delle pellicole più piacevoli dell’intero festival.

Di cosa parla God Exists, Her Name Is Petrunija

Le premesse sono queste: in Macedonia c’è Petrunija, che ha 32 anni, è sovrappeso, vive con i suoi ed è laureata a pieni voti in Storia. Non riesce a trovare un lavoro, non interessa agli uomini e davanti a sé non riesce a vedere un futuro. Dopo l’ennesimo colloquio finito male Petrunija torna a casa passando davanti al fiume. È l’Epifania e come da tradizione gli uomini del villaggio stanno per buttarsi in acqua per trovare la croce che il prete getterà dal ponte sopra di loro. L’oggetto cade e la corsa comincia. Petrunija osserva la scena e senza pensarci troppo si butta anche lei. È la più veloce e la croce finisce nelle sue mani.

È il delirio: non è accettabile che una donna prenda la croce, quello è un compito degli uomini. Petrunija scappa con la croce di legno, ma la sua vittoria è diventata un caso cittadino, strumentalizzato dalla stampa da una parte e dalla tradizione religiosa dall’altra. La donna viene arrestata (senza una vera e propria accusa) e messa alla gogna pubblica, ma non ha nessuna intenzione di cedere il suo premio.

Berlinale 2019 - God Exists, Her Name Is Petrunija cinematographe

God Exists, Her Name Is Petrunija è un simbolo di femminismo senza retorica

La morale finale del film è una: Petrunija è una rockstar. La ragazza è caparbia e tostissima, si pone a simbolo di un femminismo senza retorica (lontano da quello sensazionalistico della giornalista Slavica che pare cavalcare il #metoo col vento tra i capelli biondo platino) che trova le sue radici nella semplice e pura uguaglianza. Perché una donna non può competere in una gara insieme agli uomini? Perché non può vincerla? E se vince, perché questa vittoria non può essere riconosiuta? Petrunija sfida il sistema sociale e religioso della sua Macedonia senza particolari pretese, non aveva un piano, ha solamente agito.

Ha agito d’istinto, senza pensarci, perché competere contro gli uomini sarebbe stata una cosa normale. La sua è stata fortuna? Ben venga. Non esiste il gioco senza la sorte. Eppure il suo trionfo è inaccettabile, va contro natura, contro la tradizione. E il dissenso diventa violento, fatto di parole durissime e gesti offensivi, caricatura di una parte della popolazione maschile che non corrisponde alla sua totalità, anzi, ma che si fa sentire sempre a pieni polmoni prevaricando la controparte civile, aperta, normale.

God Exists, Her Name Is Petrunija rappresenta la sua generazione

Allo stesso tempo, però, God Exists, Her Name Is Petrunija riesce a raccontare anche un’altra di storia. Quella di una generazione (in Macedonia, ma come in Italia e come in Spagna e come negli Stati Uniti) preparata, intelligente e capace, ma nata nel momento sbagliato. Magari quella sua laurea inutile oggi, sarebbe stata un Passepartout lavorativo in un altro momento storico. Perché sì, viviamo nella modernità dove chiunque può farsi da solo, costruirsi, ma viviamo anche in un mondo dove tutti i posti a sedere sono occupati e ci tocca fare il viaggio in piedi, sempre pronti a spostarci, ad adattarci. E se non ci adattiamo, ci tocca scendere.

God Exists, Her Name Is Petrunija è un bel film, con grandi significati, una trama divertente, una cinematografia interessante e un atteggiamento che ci piace da morire: giovane, innovativo e di valore. La pellicola non appartiene a un filone mainstream che gli permetterebbe di guadagnarsi l’attenzione che si merita, ma fate uno sforzo e andate a cercarlo, quando sarà il momento. Vedetelo al cinema, sul cellulare, riflesso sul finestrino di un treno, non importa. Vedetelo e pensate che c’è un po’ di Petrunija in tutti noi.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8

Tags: Berlinale