Venezia 79 – Gli spiriti dell’isola: recensione del film di Martin McDonagh

La recensione de Gli spiriti dell'isola, film di Martin McDonagh con Colin Farrell e Brendan Gleeson presentato a Venezia 79

Gli spiriti dell’isola (titolo originale: The Banshees of Inisherin) è il nuovo film di Martin McDonagh, noto al grande pubblico per essere stato dietro la macchina da presa per film del calibro di 7 psicopatici e Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Oltre a occuparsi della regia, l’autore ha curato anche la sceneggiatura. La pellicola è stata presentata in anteprima alla 79° edizione della Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia, dove ha preso parte al concorso ufficiale.

Il film nasce da una coproduzione irlandese, britannica e statunitense; anche in questo aspetto della sua realizzazione McDonagh ha avuto un ruolo centrale . I diritti per la distribuzione italiana sono stati acquistati da Searchlight Pictures, che ha indicato come data di uscita nelle sale cinematografiche il prossimo 3 febbraio 2023.

Gli spiriti dell’isola: la fine di un’amicizia

Recensione Gli spiriti dell'isola - Cinematographe.it

La vicenda narrata da Gli spiriti dell’isola ha luogo nel 1923 presso l’isola di Inisherin, situata lungo le coste dell’Irlanda, e ha come protagonisti Padraic e Colm – interpretati rispettivamente da Colin Farrell (Il sacrificio del cervo sacro) e Brendan Gleeson (In Bruges – La coscienza dell’assassino). Nonostante i due siano legati da un affetto maturato negli anni, Colm decide all’improvviso di porre fine alla sua amicizia con Padraic.

Quando un frastornato Padraic chiede spiegazioni del suo brusco cambio di comportamento, Colm in un primo momento si rifiuta di dare una qualsiasi spiegazione, per poi confessargli di avere semplicemente deciso di dedicare a sé stesso e alla sua passione per la musica il tempo che fin a quel momento aveva destinato al loro rapporto. rifiutandosi di discutere oltre, intimerà a quello che un tempo era il suo migliore amico di non rivolgergli mai più la parola.

Lo spirito del Novecento

Recensione Gli spiriti dell'isola - Cinematographe.it

Quella narrata da Martin McDonagh in Gli spiriti dell’isola è una storia che trae ispirazione dalla produzione letteraria e teatrale del Novecento. Non è di certo un caso che la storia sia ambientata proprio nell’Irlanda del Novecento, la patria di autori del calibro di James Joyce e Samuel Beckett; di questi il regista recupera infatti l’idea di utilizzare una vicenda assurda per esporre i turbamenti che caratterizzano l’interiorità dell’uomo moderno.

Dietro a quello che appare come un bisticcio banale si nasconde infatti il malessere dei protagonisti e in particolare di Colm. A motivare il suo modo di agire apparentemente assurdo c’è la necessità di trovare un senso alla propria esistenza. Un risultato collaterale delle sue azioni è però l’irrimediabile smarrimento della pace per Padraic, che fino a quel momento aveva vissuto serenamente, senza dare alcun pensiero alle grandi questioni esistenziali.

Degli scrittori sopracitati McDonagh recupera anche alcuni aspetti dello stile. Gli spiriti dell’isola è infatti un film ricco di spirito e caratterizzato dai suoi dialoghi brillanti, che trasformano la tragedia umana in una irresistibile commedia. L’assurdità della situazione è esposta insieme con la natura grottesca dei personaggi; nonostante la drammaticità degli accadimenti, è impossibile non ridere della loro irrazionalità. Allo stesso modo, è incredibilmente ilare lo smarrimento in cui i personaggi sono lasciati dal paradossale susseguirsi degli eventi.

La storia di un isola

Recensione Gli spiriti dell'isola - Cinematographe.it

A fare da contorno alla vicenda principale c’è l’isola di Inisherin, con la sua natura e i suoi abitanti. La fotografia che tende ai toni freddi rende splendido l’atollo, ma lo fa anche apparire algido; grazie a questo approccio, la natura assume il ruolo della testimone indifferente, eternamente presente e completamente disinteressata alle faccende degli uomini. Queste non sono limitate al solo litigio tra Padraic e Colm: grazie all’ottima scrittura dei personaggi secondari, entriamo in contatto con altre sofferenze e altri dubbi, destinati in questo caso a rimanere sullo sfondo ma non per questo meno profondi o significativi.

Infine, la storia dell’Irlanda fa da cornice alla vicenda. Mentre sullo scoglio si consuma la tragedia dei protagonisti, sulla terraferma si combatte una guerra civile. Le cannonate e i colpi di fucile riecheggiano in lontananza, ricordando a coloro che abitano Inisherin di trovarsi ai confini del mondo, in un luogo che viene solamente sfiorato dai grandi avvenimenti. Si tratta di un posto sicuro e al di fuori del tempo, ma anche terribilmente noioso.

La pace che si respira sulle sue coste è simile alla sua bellezza: non deriva dalla serenità quanto piuttosto dalla staticità. Coloro che se ne rendono conto ne rimangono sconvolti e, di fatti, si adoperano per fare in modo che qualcosa cambi. La lotta di questi individui, ancora prima che con loro stessi, è proprio con la natura che gli circonda e che tende a rimanere sempre uguale a se stessa. In un duello del genere, l’unica vittoria possibile sembra essere la fuga.

Il film è al cinema dal 2 febbraio 2023, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

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Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3.5

3.5