Genius: Einstein – recensione della serie con Geoffrey Rush

Geoffrey Rush è Albert Einstein in Genius, la serie antologica di Discovery Channel dedicata alle grandi menti che hanno cambiato per sempre la storia

La folta capigliatura grigia, scompigliata, formule complicate e incomprensibili, la Germania nazista: Albert Einstein è una delle menti più brillanti del secolo scorso e il suo nome è sinonimo stesso di “genio”. È allora perfetto che Genius, la serie antologica di Noah Pink e Kenneth Biller – il cui primo episodio è stato diretto da Ron Howard – dedicata ai grandi geni che hanno cambiato la storia dell’uomo, si apra proprio con il racconto della sua vita.

La prima stagione si concentrerà sulle vicende del fisico tedesco, dalla giovinezza come studente geniale ma incompreso, al successo e allo sviluppo della teoria della relatività. La storia viene raccontata seguendo la narrazione del libro del 2007 di Walter Isaacson, Einstein, His Life and Universe. Ad interpretare il genio troviamo uno degli attori migliori della sua generazione: uno spettinato e superbo Geoffrey Rush.

Genius

Genius è un incredibile documentario, un trattato sulle origini, sulle difficoltà e sulle vittorie di Einstein, alle prese con un sistema che non premia la stravaganza e che lo ha portato a elaborare quella famosa citazione che, ormai, conosciamo a memoria:

“Ognuno è un genio, ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la vita a credersi stupido”.

Insomma, abbiamo a che fare con un giovane Einstein che vorrebbe solo e solamente studiare fisica, scoprire le leggi dell’Universo, capire cosa siano il tempo, il vuoto, la luce: cosa siano davvero. La storia si muove – secondo una relatività tutta sua – avanti e indietro nel tempo, esplorando la lunga e tortuosa strada che ha reso Einstein, Einstein.

Ciò che ci troviamo davanti non è per tutti. È necessario prepararsi alla consapevolezza che Genius non è nulla più di un documentario:

romanzato e qualitativamente impeccabile, elaborato, con una fotografia splendida (sperando che l’asticella fissata dal pilota di Ron Howard indichi il livello dell’intera stagione) e l’abilità di Geoffrey Rush nel vestire i panni di chiunque debba interpretare calzandoseli a pennello. Non vi mentiremo: non è una serie avvincente, sappiamo già tutti com’è andata a finire. Sappiamo che è diventato il fisico per eccellenza, sappiamo che la sua teoria della relatività è stata provata e comprovata, sappiamo che Hitler salirà al potere, che gli ebrei verranno rastrellati, sappiamo che Einstein ha finito i suoi giorni negli Stati Uniti.

Genius

Eppure, ogni tanto, un po’ di conoscenza non fa male. E non facciamoci fermare dalla totale (o quasi) ignoranza e confusione tra formule, logaritmi e fisica spicciola. Il fattore Genius è anche questo. Se dobbiamo giudicare lo show come serie televisiva in sé e per sé, la valutazione non sarà bassa, certo, ma non ne consigliamo la visione ai bisognosi di azione (Genius, non poteva che basarsi su affascinantissime chiacchiere). D’altro canto, però, non si tratta solo di una serie televisiva: è un vero e proprio documentario e, in quanto tale, il punteggio è alle stelle. Insomma, Albert Einstein aveva ragione: è davvero tutto relativo.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

3.4

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