Fidanzata in affitto: recensione del film di Gene Stupnitsky con Jennifer Lawrence

La geniale intuizione di rendere cinema un bizzarro annuncio su Craigslist tra sesso e crescita emotiva, ideato da due genitori disperati per il disinteressamento sessuale del figlio adolescente, poteva già di per sé convincere della natura folle ed esilarante di questo film, eppure Stupnitsky - già produttore di The Office - spinge ancor più sul pedale dell’acceleratore e il risultato oltrepassa qualsiasi aspettativa. Una corsa sfrenata, sexy, sregolata, emotiva, scorretta e fortemente demenziale condotta da un’esplosiva Jennifer Lawrence che muovendosi tra toni seduttivi, ed altri temibili ci conferma che sì, è tornata, ed è più forte che mai. La parodia stoner di Una proposta indecente di Adrian Lyne della quale non sapevamo di avere bisogno!

Chi avrebbe potuto dirlo? Guardando alla filmografia recente di Jennifer Lawrence l’ultima direzione cinematografica che ci sarebbe potuti aspettare dalla celebre interprete di The Hunger Games Saga e Madre! sarebbe stato il cinema puramente e definitivamente demenziale, svestito di qualsiasi pretesa di serietà drammaturgica o metafora di qualsivoglia ricerca psicologica, eppure non è successo niente di diverso.

Dimenticate la prova gelida e fortemente distaccata – se non addirittura disinteressata – in termini di seduzione fisica di Jennifer Lawrence in Red Sparrow, così come l’introspezione profondissima di Causeway tra Disturbo Post Traumatico da Stress e perdita del desiderio di vita, dunque d’amore. La Maddie Barker di Una fidanzata in affitto è talmente oltre i ruoli appena citati da spingere il pubblico a chiedersi se si tratti realmente della stessa Jennifer Lawrence e fortunatamente è così.

A sorprendere però, non è soltanto la prova incredibilmente coraggiosa, sfrontata, seducente e sregolata di Jennifer Lawrence, bensì che il plot narrativo di Una fidanzata in affitto non sia stato partorito interamente dalla geniale mente creativa di Gene Stupnitsky, già sceneggiatore, produttore e regista di The Office. Piuttosto estrapolato da un annuncio realmente esistente sulla piattaforma di Craigslist, e considerato potenzialmente interessante dal team John Phillips, Gene Stupnitsky e Jennifer Lawrence, qui nelle vesti di interprete e produttrice, in compagnia di Naomi Odenkirk, Justine Polsky, Marc Provissiero.

Tempo dopo la Lawrence definirà la sceneggiatura di questo film come: “La più divertente che abbia mai letto in vita mai” e noi, non facciamo alcuna fatica a crederle.

Immaginate dunque di condurre un’adolescenza tranquilla, forti di una condizione economica altrettanto favorevole, in un luogo da sogno degli Stati Uniti d’America, incuranti di un temporaneo disinteressamento a tutte quelle che sono le questioni sessuali e ormonali, godendo di passioni differenti, libertà, hobby e via dicendo.

Apparentemente un idillio, eppure ciò che non si sa è che i genitori, costanti osservatori della crescita dei propri figli non soltanto decidono di adoperarsi rispetto alla perdita dell’innocenza e verginità di questi ultimi, ma anche di intessere una fitta rete di compromessi, bugie e idee malsane, ingenuamente convinti di far del bene e non l’opposto.

Ecco a voi Una fidanzata in affitto o… come distruggere la crescita del proprio figlio.

La provincia americana, il corpo come arma e lo squalo

Fidanzata in affitto; cinematographe.it

Apparentemente di un film come Una fidanzata in affitto non si potrebbe che commentarne esclusivamente il cast, così come la demenzialità in scrittura che funziona – e non è poco – o ancora l’ottima gestione dei tempi comici degli interpreti.

Eppure c’è molto di più, e il duo Gene Stupnitsky/John Phillips, pur non prendendosi mai realmente sul serio riflette sulle condizioni – umanamente ed economicamente – degradanti dell’America di provincia, quella più conflittuale, chiusa e limitante.

Così come su questioni direttamente fisiche – e ormai sempre più politiche – che si muovono tra la fierezza dell’esibizione del proprio essere e la dimostrazione che il corpo oltrepassando la condizione inevitabile della vergogna e del pudore, può divenire altro, ossia arma, tanto di difesa quanto d’attacco nei confronti di un mondo sempre più spietato e pronto a distruggere quella sicurezza di sé così complessa da raggiungere.

Appena prima del corpo però c’è la vita.

Infatti, Maddy (Jennifer Lawrence) dopo la perdita della madre, non ha nient’altro se non la sua vecchia casa. Quella che lo stato sembrerebbe sempre più intenzionato a portarle via, a causa di una lunghissima serie di tasse non pagate – un po’ a causa della disoccupazione, e un po’ per pigrizia – che non le permettono nemmeno più di mantenere la sua unica auto, costringendola a muoversi goffamente per tutto il film, o quasi, con dei pattini a rotelle esponendola inevitabilmente alla pubblica derisione.

La dimensione sociale del film certamente è poca cosa se considerata all’interno di un mix di toni e registri unicamente comici e demenziali, eppure racconta con grande efficacia tutti quelli che sono i topos dell’America di provincia, dall’indebitamento, alla questione del “tutti conoscono tutti”, o ancora l’impossibilità delle larghe vedute, la considerazione infantile e ingenua del sogno e l’obbligo del restare, senza mai tentare la fuga cominciando altrove una nuova vita.

Dall’America di provincia, alla lotta tra classi, il film di Gene Stupnitsky ha il grande merito di osservare riflessioni adulte con uno sguardo pur sempre leggero e adolescenziale, che non è mai superficiale, piuttosto divertito – e divertente – nonché profondamente caustico e funzionale.

Jennifer Lawrence poi vestendo i panni di produttrice e interprete principale regge il film sulle proprie spalle, corpo ed espressività, giocando con la sua stessa natura di ragazza della porta accanto che può muoversi tra toni rudi, grezzi e niente affatto femminili in termini di seduzione, ed altri invece incredibilmente dolci e passionali.

Il corpo di Maddie divenendo vera e propria merce di scambio, un po’ come quello di Diana Murphy (Diane Moore) in Proposta Indecente di Adrian Lyne – film del quale Stupnitsky si prende gioco piuttosto esplicitamente – muta ben presto in arma, che è d’attacco e al tempo stesso di difesa garantendo a Maddie pieno controllo della propria persona, sicurezza e delle proprie azioni.

Momento chiave di questa riflessione è la sequenza probabilmente più incisiva, memorabile, sexy, grottesca ed esilarante dell’intero film che ambientata in una spiaggia notturna tra alto mare e aree circostanti tira in ballo Lo Squalo mostrandoci con una rapidità sconcertante il cambio di tono interpretativo della Lawrence, che passa dall’amoreggiamento in acqua tra corpi nudi, ad una rissa senza esclusione di colpi, con tanto di calci nei genitali, insulti di ogni sorta e così via.

È certo o quasi che quel momento sia valso ad Una fidanzata in affitto il Rated R, e noi non possiamo che esserne felici.

Una fidanzata in affitto: valutazione e conclusione

Pur essendo questo film un buddy movie o comunque un gioco a due, non facciamo alcuna fatica a dimenticare l’interpretazione di Andrew Barth Feldman, nonostante strappi anche più di qualche risata – la corsa in auto a corpo nudo sul cofano-, poiché a prendersi la scena è la prova interpretativa visibilmente divertita e orgogliosamente sopra le righe e grottesca di una rediviva Jennifer Lawrence che ritrova qui l’apice del proprio carattere temibile e seduttivo, così come un nuovo punto di partenza per una carriera quasi certamente longeva e inarrestabile.

Una fidanzata in affitto di Gene Stupnitsky è il film del quale non sapevamo – ma ora lo sappiamo – di aver bisogno. Tipicamente estivo, esilarante, leggero, sexy, sregolato e inevitabilmente specchio della realtà social sempre più paradossale che siamo abituati ad osservare ogni giorno sugli schermi dei nostri pc e smartphone, all’interno della quale perfino due genitori a caccia di sesso per il figlio adolescente rischiano di sembrarci poca cosa. Una sorpresa!

Distribuito da Sony Pictures Italia, Una fidanzata in affitto è al cinema da mercoledì 21 giugno 2023.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4