Falling – Storia di un padre: recensione del film di Viggo Mortensen

Falling - Storia di un padre è il film d'esordio alla regia di Viggo Mortensen, una storia familiare dai risvolti psicologici e drammatici.

La leggerezza dei rapporti familiari si può esplicitare attraverso differenti forme, amore, odio, sofferenza, paura. La cosa magnifica è che dai rapporti si può conoscere davvero una persona, senza quel velo offuscante rappresentato dai propri pregiudizi.
La storia di Falling – Storia di un padre, esordio registico di Viggo Mortensen, in uscita nelle sale italiane il 26 agosto grazie a BIM Distribuzione, è l’esempio palese di come un rapporto conflittuale tra un figlio e suo padre possa esplicitare tutte le contraddizioni che fanno parte della vita dell’uomo.

Falling – Storia di un rapporto conflittuale

Falling storia di un padre Cinematographe.it

Willis Peterson è ormai anziano, è affetto da demenza senile e si appresta a vivere vicino a suo figlio John, che vive a Los Angeles con il marito Eric e la figlia adottiva Monica. I ricordi del passato di Willis si mescolano al presente, le difficoltà di comprensione tra padre e figlio emergono portando entrambi a fare i conti con il loro rapporto da sempre complicato. Il tradizionalismo di Willis, infatti, si scontra con la larghezza di vedute di John e con le esperienze traumatiche che ha vissuto con suo padre ma, nonostante tutto, cerca di convivere con lui per tentare di risollevare un legame familiare che sembra ormai essersi deteriorato nel tempo.

Falling è la storia di un rapporto conflittuale, fatto di cose non dette e di misteri celati che piano piano vengono svelati dalla narrazione. Il rapporto tra padre e figlio sembra ambiguo, come lo è l’intera struttura diegetica, fatta di continui salti temporali che quasi confondono lo spettatore. Così anche il legame tra i due protagonisti non è bene definito, presentandosi come un tacito acconsentire di comportamenti sbagliati da parte di John nei confronti del padre malato, probabilmente per cancellare il doloroso passato che continua ad affliggere la sua famiglia.

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La demenza senile del protagonista Willis porta a sovrapporre presente e passato, in un turbinio non solo di sensazioni e sentori emotivi contrastanti, ma anche di rimandi e contraddizioni che si ripercuotono nella costruzione formale delle inquadrature e delle scene. La costruzione delle immagini che rappresentano il presente è caratterizzata da una fotografia convenzionale, meditata e per nulla eccessiva, caratterizzata però in modo preponderante da colori saturi e freddi; la fotografia del passato, al contrario, è pittorica, potremmo dire quasi aderente ai canoni del cinema hollywoodiano degli anni ’60: non a caso gli anni in cui sono ambientate tali scene sono proprio i ruggenti anni del secondo dopoguerra, fino agli anni ’70. I colori sono caldi, le inquadrature sono caratterizzate da panoramiche o riprese di ampio respiro con campi lunghi negli spazi aperti e inquadrature sghembe dei particolari e degli scorci degli interni.

L’alternarsi tra presente e passato sancisce dunque anche il cambiamento stilistico di regia, che comunque rimane molto concitato e studiato: Viggo Mortensen, al suo esordio registico, presenta una pellicola estremamente articolata, in cui alcuni passaggi diegetici si fondono molto bene al decoupage stilistico e alle fitte maglie della trama. La sommarietà delle spiegazioni e dei racconti individuali legati al passato viene compensata ed esplicitata attraverso i dialoghi che i protagonisti, ormai adulti, hanno nel presente. Inoltre, la demenza senile di Willis è funzionale per raccontare i fatti accaduti, attraverso continui flashback che riguardano non solo lui, ma anche i figli, da cui si possono dedurre i comportamenti che caratterizzano i personaggi principali nel presente.

In Falling – Storia di un padre la fotografia che converge nella narrazione

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La distorsione mentale della percezione del presente si manifesta come distorsione spaziale e formale del passato: nella mente di Willis la concatenazione di causa ed effetto è di fatto rimescolata secondo criteri dettati dall’inconscio, che fa riemergere eventi accaduti in forma di dissidi interiori, che minano ancora di più la psiche di Willis. Quest’ultimo è sempre stato un uomo molto violento e paranoico, che ha sempre accusato le sue due mogli di tradimento, manifestando così i suoi atteggiamenti aggressivi anche nei confronti dei figli. La continua contraddizione della sua vita lo ha reso un uomo irritante, a cui è difficile approcciarsi, presentando il personaggio come un antieroe che funge da elemento di sabotaggio per gli altri protagonisti. Dopotutto è un repubblicano, misogino e omofobo, tanto da denigrare in continuazione il figlio John per essere omosessuale, aver sposato un uomo e avere con lui una figlia. Le continue offese anche molto pesanti dimostrano come la tematica della discriminazione lgbtq sia molto sentita in questo film, sebbene non sia il focus principale. Al contrario, il filo conduttore della storia sembra essere la morte, una costante che caratterizza l’intera narrazione e che si pone come il punto di arrivo finale della struttura diegetica. Le continue analogie e i collegamenti formali che si basano su esse sono semplicemente funzionali all’esplicitazione di un sentimento di ineluttabilità nei confronti dell’evento che pone fine a tutte le sofferenze dell’uomo: la cessazione dell’esistenza.

La recitazione di Viggo Mortinsen è molto sentita, soprattutto alcune scene sono caratterizzate da un’enfatizzazione attoriale volta a mostrare tutti sentimenti repressi e il risentimento dei personaggi nei confronti del padre. Al contempo Lance Henriksen converge la sua interpretazione verso una definizione performativa in grado di mostrare un personaggio odioso, instabile e distruttivo, ma al contempo fragile e contraddittorio.

Falling – Storia di un padre si conferma un film molto significativo e attuale, che riesce a toccare corde molto alte di sentimentalismo senza confinare nel melodramma e nella sterile retorica, confermandosi un’ottima opera psicologica sul rapporto tra un padre e il suo vissuto.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.1