Elemental: recensione del film Disney Pixar

La recensione di Elemental, il film Disney Pixar che ci insegna la bellezza disarmante della semplicità. Vi conquisterà!

Elemental è fuoco che brucia, nonostante l’acqua. Il film Disney Pixar in uscita nelle sale italiane dal 21 giugno 2023 ci invita ad ascoltarci e a inseguire i nostri sogni, anche quelli che non sappiamo di avere. Lo fa parlandoci di diversità, di integrazione e immigrazione, nonché del rapporto intergenerazionale.

A firmare la regia troviamo Peter Sohn il quale, dopo l’esperienza de Il viaggio di Arlo del 2015 (in cui per la verità si era aggiunto in corsa, prendendo il posto di Bob Peterson) e il lavoro come story artist per Alla ricerca di Nemo, propone un film d’animazione che ricalca alcune delle tematiche care alla casa di Topolino ma allo stesso tempo immette tra le arterie della trama il suo vissuto e quello dei suoi genitori, elaborando echi luminosi in cui sentimenti privati divengono universali.

Elemental - Cinematographe.it

Come è chiaro intendere dal titolo, tutto ruota attorno ai quattro elementi naturali, siamo dunque in un mondo in cui terra, aria, fuoco e acqua convivono, non senza difficoltà. Una terra visibilmente entusiasmante quanto difficile, nella quale i coniugi Lumen si sono trasferiti, andando via dalla natale Terra del Fuoco. Qui hanno messo su un negozio con la volontà di lasciarlo alla figlia Ember. Tutto però cambia non appena la ragazza conosce Wade, un ispettore idraulico fatto di acqua che si palesa nella sua vita all’improvviso, identificandosi inizialmente come la fonte dei suoi problemi.

La storia di Elemental va così ad adagiarsi sull’ossatura di una classica love story: un Romeo e una Giulietta moderni che si conoscono per caso, che vivono in due modi diametralmente opposti, che fisicamente non sembrano essere compatibili, ma che si legano l’un l’altra proprio grazie a quelle diversità che divengono punti di vantaggio.
La Ember a cui presta la voce Valentina Romani ha letteralmente il fuoco addosso e battute fulminanti. È energica, istintiva, dinamica, ma anche molto rispettosa della sua famiglia, al punto da mettersi da parte pur di non deludere le aspettative del padre. Wade (interpretato vocalmente da Stefano De Martino), al contrario, è un ragazzo dallo spirito ingenuo; si commuove facilmente, riesce a empatizzare con estrema facilità e a risolvere diplomaticamente ogni problema.

Una lettera d’amore in cui tematiche ataviche si intersecano a esigenze contemporanee

Elemental Pixar - Cinematographe.it

Se i due protagonisti si materializzano come le due sentinelle guida della storia, quasi a voler agglomerare nel loro modus vivendi tutti gli insegnamenti delle rispettive famiglie, attorno a loro ruotano una serie di personaggi nei quali è semplice riuscire persino a riconoscere i nostri cari. Tuttavia, come dicevamo in apertura, in Elemental gli ingranaggi più intimi della biografia di Peter Sohn si amalgamano alla storyline principale, al punto che il film animato non diviene solo una commedia romantica sulla bellezza delle diversità, bensì una vera e propria lettera di stima e amore nei confronti della sua famiglia, che dalla Corea emigrò nel Bronx. Sacrifici, onori, affetto e rispetto si coagulano allora sul grande schermo, in un rapporto alla pari che da un lato elogia e accarezza la volontà dei genitori, dall’altro ci invita a prendere in mano la nostra vita e a non ancorarla ai sogni di nessun altro poiché ciò che davvero vuole chi ci ama è, sopra ogni cosa, la nostra felicità.

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Se le relazioni familiari e amorose polarizzano l’attenzione dello spettatore, a ergersi sullo sfondo – fino a divenire centrale – è la tematica della convivenza pacifica che, visto il periodo storico in cui versiamo, diviene quanto mai attuale. I genitori di Ember infatti vengono costretti a lasciare la loro terra d’origine per via di alcune calamità naturali e si trovano loro malgrado in una città che inizialmente non sembra volerli accogliere. Elemental allora non fa altro che creare un mondo ideale in cui rifugiarci, un esempio lampante di come sia possibile stare insieme anche quando la vicinanza risulta essere apparentemente fatale (acqua e fuoco, fuoco e foglie secche e così via).

La mirabolante resa grafica di Elemental

Elemental - Cinematographe

Lo fa con un’esuberanza esecutiva ineccepibile, cimentandosi nella rappresentazione peculiare di ogni elemento naturale e riuscendo a conferire a ogni personaggio la duplice essenza di volatilità e compattezza. Così un effetto (acqua, aria, fuoco) diviene personificazione, essenza ultima di una semplificazione estetica in grado di comunicarci l’idea della naturalezza effimera degli elementi.
Come si intrappola però l’ingenuità, come si disegnano le fiamme, come si dà una forma all’acqua? Peter Sohn e il suo team si cimentano in un processo estetico di stampo picassiano per cui la vera impresa non è aggiungere ma togliere, è una strada a ritroso nell’essenza pura dell’animazione, in cui ogni tratto di matita sembra scontato, immediato, istintivo, eppure mai come in questo frangente in quel tratto di matita si affolla tutta la storia dell’animazione disneyana.

Un film che resta in bilico sull’abisso dei giochi di luce, di trasparenza e di colori (la fotografia è di David Bianchi e Jean-Claude Kalache), correndo sulle note di una soundtrack da batticuore, firmata da Thomas Newman, che nella versione italiana si fregia del brano di Mr. Rain Per sempre ci sarò.

Elemental: valutazione e conclusione

Peter Sohn, autore della sceneggiatura insieme a John Hoberg, Kat Likkel e Brenda Hsueh, confeziona un film dalla semplicità disarmante in cui la naturalezza è il vero valore aggiunto.
L’amore e la convivenza tra elementi opposti diviene cifra tangibile e insindacabile: Elemental riscrive le leggi della fisica, insegnandoci così a rimodulare i nostri confini mentali e a guardare oltre le apparenze.

Un film che riesce a prenderci per mano e a portarci in un mondo abitabile anche fuori dalla sala, un pianeta così “banale” da poter essere reale, in cui riconoscerci, studiarci e migliorarci. Elemental vive di contaminazioni e delicatezze, della fatica immane dell’autenticità e della bellezza di una lacrima non trattenuta.

Regia - 5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 4

4

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