Edge of Fear: recensione del film con Robert Patrick

Edge of Fear non riesce mai a ingranare per davvero, principalmente a causa dell'inconsistenza del gruppo di cattivi, rivelandosi un film incapace di sfruttare al meglio le buone premesse.

Edge of Fear è un film thriller del 2018, scritto da Scott BarkanGregg ZehentnerDaxing Zhang e diretto da Bobby Roth. I protagonisti sono Robert PatrickRockmond DunbarZhu ZhuShen LinAmaury NolascoJodi Lyn O’KeefeRobert Knepper. Realizzato con un budget stimato in circa 5 milioni di dollari, Edge of Fear è stato distribuito su Netflix a partire da agosto 2018.

La coppia formata da Laura (Zhu Zhu) e Patrick (Shen Lin) Chen riceve una visita da parte di Mike Dwyer (Rockmond Dunbar), diventato amico di famiglia dopo essere stato operato d’urgenza con successo dallo stesso Patrick. Parallelamente, un gruppo di criminali in fuga, guidati da Jack Pryor (Robert Patrick) e Victor Novak (Robert Knepper), capita nei pressi di casa Chen, ottenendo con una scusa il permesso di entrare al suo interno. Le cose si mettono immediatamente male,

 

e Patrick, gravemente ferito al petto, è costretto a lottare con le unghie e con i denti per difendere la sua famiglia dagli aggressori.

Edge of Fear: fra home invasion e Prison BreakEdge of Fear Cinematographe.it

Edge of Fear si propone fin dai primi minuti come un classico home invasion, caratterizzato in maniera esile e somma

ria con buoni che rimangono buoni (anche quando lottano per la loro stessa vita) e cattivi sempre più cattivi, che non accennano mai al rimorso o a un pizzico di coscienza. Un approccio decisamente semplicistico, che si riflette anche nella scenografia particolarmente spartana e in una regia poco incisiva e dai ritmi blandi, anche nelle numerose sequenze violente.

Ci troviamo quindi di fronte a quello che appare come un modesto film per la tv dei primi anni 2000, realizzato però con diversi anni di ritardo e con gusti dello spettatore medio radicalmente cambiati, anche nei confronti di prodotti dalle basse pretese. La sensazione è acuita dalla scelta del cast, che porta quasi a una reunion non ufficiale del cast del celebre show Prison Break: oltre al regista Bobby Roth, dietro alla macchina da presa in 15 episodi dello show, troviamo infatti anche Robert Knepper, Amaury Nolasco, Rockmond DunbarJodi Lyn O’Keefe, tutti coinvolti in modi e tempi diversi nelle gesta di Michael Scofield. Se a questo abbiniamo il fatto che gli aggressori sono ex carcerati e che gli interpreti comuni ai due prodotti danno vita a personaggi dalle sfumature simili a quelli interpretati in Prison Break, ecco che una semplice coincidenza diventa una possibile chiave di lettura del film.

 

Edge of Fear sfocia ben presto nella mediocrità

Edge of Fear Cinematographe.it

Con il passare dei minuti, Edge of Fear ricorda sempre più gli action thriller di stampo televisivo di qualche decennio fa (ormai sempre più rari nei nostri palinsesti), sufficienti per 90 minuti di intrattenimento e per non scadere nel ridicolo, ma troppo poco approfonditi per lasciare un tangibile segno del proprio passaggio nell’animo dello spettatore. Una sorta di omaggio dunque (non sappiamo quanto volontario), che verte principalmente sul desiderio di vendetta e di salvaguardia della propria moglie da parte del personaggio interpretato da Shen Lin e soprattutto sui contrasti interni nel gruppo di malfattori, che compensano la loro numerosità e la loro maggiore pericolosità. Bobby Roth prova in questo senso a scardinare il canone de

ll’home invasion, facendo in modo che sia il capofamiglia, creduto morto da tutti gli altri, a prendere il posto del classico villain e a dare vita al classico meccanismo a eliminazione.

Edge of Fear non riesce mai a mantenere la tensione su livelli accettabili

Edge of Fear Cinematographe.it

Nonostante i buoni propositi, Edge of Fear non riesce però mai a ingranare per davvero, principalmente a causa dell’inconsistenza del gruppo di cattivi, dei quali non comprendiamo mai la reale personalità, assistendo soltanto alle loro azioni violente e alle loro scelte più o meno sensate. Dopo un intrigante incipit, Bobby Roth non riesce a mantenere la tensione a livelli accettabili, limitandosi a porre l’attenzione su uno o due personaggi alla volta e sugli errori che ne decretano la fine. Il film naviga così a vista, fra dialoghi superficiali, un paio di maldestre sequenze erotiche e qualche apprezzabile spunto più violento, senza tuttavia mai regalare particolari brividi allo spettatore, nonostante le buone performance di Robert Patrick, Robert Knepper e del duo cinese composto da Zhu Zhu e Shen Lin.

Il finale porta in scena la prevedibile resa dei conti interna al gruppo degli aggressori e quella fra questi ultimi e i padroni di casa, trovando una convincente sintesi fra azione, violenza e  buoni sentimenti.

In conclusione, Edge of Fear si rivela un film incapace di sfruttare al meglio le buone premesse e privo e di costruire un solido impianto narrativo intorno a qualche interessante spunto. Un prodotto usa e getta, che ha il merito di non scadere mai nel trash ma che si rivela davvero troppo esile e poco originale per lasciare un segno.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.5

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