È Arrivato il Broncio: recensione del film d’animazione

Un film ambientato nei nostri giorni, con tutto ciò che ne deriva, che propone una nuova idea di felicità: raggiungibile nonostante tutto!

Terry ha ereditato dall’amatissima nonna, scrittrice di storie per l’infanzia, un parco divertimenti ispirato ai suoi best-seller. Dopo la sua scomparsa, però, il parco entra lentamente in declino, fino al giorno in cui Terry trova uno strano dirigibile pronto a portarlo in un’altra dimensione: quella raccontata dalla nonna nei suoi libri, in cui un mago di nome Broncio rende tutti tristi in seguito ad una delusione d’amore. Sarà Terry a dover riportare la felicità nel mondo immaginifico, grazie all’aiuto di una principessa viziata e di un uccello-GPS. Tra orchidee parlanti, alberi di Natale pericolosi e oracoli di pietra, Terry e la principessa Alba portano avanti la loro missione, continuamente braccati da Broncio, che per nessun motivo vuole il ritorno della felicità tra gli abitanti.

È Arrivato il Broncio: un film moderno per bambini di oggi!

In principio fu un cartone per bambini americano, da cui si decise di trarre un film per bambini di produzione messicana. Il film è fedele alla trama degli episodi televisivi: lo stesso Broncio di Andrés Couturier è, come nel cartone TV, vagamente ispirato allo Yosemite Sam dei Looney Tunes, di cui condivide fattezze e indole. Tuttavia, l’operazione narrativa portata avanti da Couturier è peculiare: il prologo di È arrivato il Broncio poteva essere inserito alla fine. Il film si sarebbe sviluppato in crescendo, fino alla rivelazione finale, creando così un twist in the tail come tanti altri se ne sono già visti nel cinema d’animazione (e non solo d’animazione). Invece Couturier compie una scelta non banale e il film ne acquista in novità e originalità: lo spettatore è sempre un passo avanti rispetto ai personaggi della storia, inconsapevoli delle relazioni che li legano l’un l’altro, assieme al narratore della storia, che però misteriosamente scompare dopo il prologo.

Altrettanto originali sono i riferimenti al contemporaneo (come la parodia dei Tweet o quella del GPS o ancora quella dei cellulari) e le citazioni di altri film che disseminano la pellicola (come ad esempio il riferimento a Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan). Il film dunque pensa sì a divertire, ma tiene costantemente gli occhi sulla realtà: realtà che peraltro il bambino può conoscere (si pensi a Twitter e ai cellulari). Tuttavia, uno spettatore abituato a piccoli capolavori di animazione come ad esempio WALL-E o Cattivissimo me, tanto per citare due esempi di due factory molto diverse, farebbe fatica a trovare avventurose le storie di Broncio e Terry, i cui disegni ricalcano più lo stile di Hotel Transylvania (ed infatti la mano è la stessa e risponde al nome di Craig Kellman) che quelle di Up o di Inside Out. L’animazione è più grossolana che in altri prodotti, anche se i personaggi sono accompagnati da una buona comicità slapstick, e la colonna sonora moderna è volutamente appetibile anche per gli adulti, cui forse la storia in sé può risultare tediosa perché troppo schematica ed elementare.

In ultima analisi, È Arrivato il Broncio è un film moderno – per i riferimenti contemporanei – per i bambini moderni: non esiste più l’happy end incondizionato. Ora si vuole veicolare l’idea che la felicità sia raggiungibile malgrado non si realizzi tutto quello che si desidera. Pure la classica storia d’amore tra i due protagonisti non è convenzionale come ci si aspetta: segno che i tempi stanno cambiando, anche nelle case di animazione.

Il film, che nel cast originale vanta le voci di Toby Kebbell, Lily Collins, Ian McShane, è prodotto da Anima Estudios e sarà al cinema dall’1 marzo con M2 Pictures.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 4
Emozione - 3

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