Dove eravamo rimasti: recensione

Dove eravamo rimasti nei cinema dal 10 settembre 2015. Il film è uscito negli Stati Uniti d’America il 7 agosto, subito dopo l’anteprima mondiale al Festival di Locarno.
Era il settembre del 2008 quando nelle sale cinematografiche italiana usciva il musical acclamato a Broadway, Mamma Mia!. Magnifica interprete di Donna Sheridan, madre hippie dalla sindrome di ‘Peter Pan’, era Meryl Streep. A distanza di sette anni la diva hollywoodiana torna sul grande schermo in veste canora, diretta da Jonathan Demme in Dove eravamo rimasti, nel titolo originale Ricki and The Flash. Dagli Abba a Pink, da Bruce Springsteen a Lady Gaga, da sola cantante a chitarrista rockettara.

Mamma Mia!

Dove eravamo rimasti ha due protagoniste d’eccezione, madre e figlia nella realtà e nella finzione, Meryl Streep e la sua Mamie Gummer. Interpretare questo ruolo ha offerto a Meryl Streep non solo una nuova sfida attoriale, ma anche la possibilità di lavorare fianco a fianco con la figlia Mamie Gummer (recentemente in Cake, Effetti collaterali). Era il 2007 quando vestivano entrambe i panni di Lila Wittenborn, rispettivamente da donna matura e da giovane, in Un amore senza tempo di Lajos Koltai. E per gli appassionati: insieme in scena anche in Heartburn – Affari di cuore per la regia di Mike Nicols, 1986.

Dove eravamo rimasti è la storia di Ricki, una donna libera, vitale e con un sogno nel cuore. Vive per la musica e la sua passione viene prima di tutto. Per la musica ha rinunciato alla famiglia, non ha visto crescere i suoi tre figli e si è allontanata dall’innamoratissimo marito Pete. Ricki vive ormai a Los Angeles e se pur di anni ne sono passati un po’ troppi non rinuncia al suo sogno: diventare una rock star. Di giorno lavora in un market e di notte si esibisce con i The Flash in un piccolo bar. La sua vita è abbastanza monotona fin quando riceve una telefonata da Pete. La figlia sta divorziando dal marito, sta male ed è molto depressa, ha bisogno della madre. Ricki sale sul primo aereo e torna a Indianapolis, ma ad accoglierla un clima ostile. Per tutti è una estranea e non passa molto prima che si senta fuori luogo. Ma la mamma è sempre la mamma…

Ricki and The Flash

“Dobbiamo tutti convivere con gli errori del nostro passato”, racconta Meryl Streep. “Credo che Ricki vorrebbe che i figli la amassero di più e la capissero di più – e questo si chiama rimorso. Eppure ogni scelta compiuta le è chiara, e ne è più che consapevole. Vive sul momento, agisce d’impulso e questo per lei è imperativo e vitale. È stato piacevole interpretare il ruolo di una persona che non agisce come tutti si aspettano da lei. È come se dicesse, ‘non posso essere diversa da quello che sono’”.
Ricki lascia la sua casa di Los Angeles per tornare in Indiana dalla figlia Julie che sta vivendo un periodo di crisi personale. Ma la sua vita è il rock ‘n’ roll. Non si sente più Linda Brummel, moglie e madre. Il contatto però con i luoghi e persone a lei care la spinge a tentare di riunire i pezzi della sua famiglia e cercare un rapporto con i suoi figli, sperando nel loro perdono. Ricki decide di redimersi e lo vuole fare a modo suo, con la musica.

Il premio Oscar Jonathan Demme dirige un dramma familiare dai toni della ‘commedia all’americana’. La sceneggiatura, firmata da Diablo Cody, è ridondante. Scena dopo scena non si fa altro che passare da un cliché all’altro. Banale e con inevitabilmente un lieto fine. E se il cuore del film doveva essere la relazione madre-figlia, resa più reale dalla scelta del cast, tutto si sposta sulle straordinarie doti canore di Ricki Rendazzo. Per fortuna che Meryl Streep con la sua straordinaria voce conquista il pubblico.
Dove eravamo rimasti ha due punti di forza: la coppia che non ti aspetti, Streep-Gummer (buon sangue non mente!) e una colonna sonora da fare invidia a molti molti film.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3

Voto finale