Venezia 79 – Dead for a Dollar: recensione del film di Walter Hill

Walter Hill porta a Venezia un Western corale, figlio della tradizione di questo storico genere cinematografico.

Dead for a Dollar è il nuovo film western di Walter Hill, il noto regista di classici del calibro de I guerrieri della notte e 48 ore. Lo stesso Hill, che è noto anche per il suo lavoro come sceneggiatore, ha curato insieme a Matt Harris (Il nido dello storno) anche la stesura dello script. La pellicola è stata presentata in anteprima durante la 79° edizione della Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia, dove è rientrata nella selezione fuori concorso.

Prodotto da Chaos e Polaris Pictures, il film può contare su di un cast di caratura internazionale, che comprende nomi del calibro di Christoph Waltz (Bastardi senza gloria, Spectre), Willem Dafoe (The Lighthouse, Spider-Man) e Rachel Brosnahan (La fantastica signora Maisel). I diritti per la distribuzione italiana sono stati acquistati da Universal, che per il momento non ha annunciato una data di uscita.

Dead for a Dollar: un’epica di frontiera

Recensione Dead for A Dollar - Cinematographe.it

Le vicende narrate da Dead for a Dollar hanno luogo nel 1897 a hanno come protagonista Max Borlund (interpretato da Christoph Waltz): un cacciatore di taglie noto sia per il successo nel suo lavoro che per la grande abilità con la pistola. Borlund viene assoldato da un ricco uomo di affari per una missione estremamente delicata: sua moglie (Rachel Brosnahan) è stata rapita da un soldato di colore (Brandon Scott), che l’ha condotta in Messico e, in cambio della sua liberazione, chiede un ingente riscatto. Il suo compito è quello di salvare la donna e consegnare alla giustizia il fuggitivo, vivo o morto.

Essendo la missione sponsorizzata dall’esercito, Borlund viene affiancato da un militare (Warren Burke). Quest’ultimo rivela al protagonista che quanto gli è stato detto non è del tutto vero: la donna non è stata rapita, ma ha scelto di suo spontanea volontà di seguire il disertore. I due sono infatti coinvolti in una relazione romantica.

Mentre gli inseguitori si dirigono a sud, oltre il confino hanno luogo diversi avvenimenti. Gli innamorati stipulano un patto con il locale signore della malavita (Benjamin Bratt) che, seppur a caro prezzo, dovrebbe permettergli di lasciare il continente. Inoltre, sempre in quel momento arriva in Messico Joe Cribbens (Willem Dafoe), antico rivale di Borlund da poco uscito di prigione.

Un racconto, tante storie

Recensione Dead for A Dollar - Cinematographe.it

Con Dead for a Dollar, Walter Hill realizza un western piuttosto tradizionale, nel quale saltano all’occhio alcuni elementi di modernità, che consentono alla produzione di sviluppare una propria identità artistica. Il più evidente di questi riguarda la scrittura: nel precedente paragrafo abbiamo indicato come protagonista il personaggio di Waltz, ma la natura corale della sceneggiatura rende in realtà difficile individuare un vero e proprio carattere primario.

I destini dei personaggi sono intrecciati in un abile tela di accordi, tradimenti e repentini cambi di campo. In un primo momento, tutti inseguono un proprio obbiettivo, ma il progressivo variare dei rapporti che li interconnette porta alcuni di loro a deviare dal percorso originariamente intrapreso. Tutte le trame sono poi destinate a riconnettersi nel finale, in cui uno scontro all’ultimo sangue determinerà chi di loro avrà infine la meglio.

Come è giusto aspettarsi da questo autore, dal punto di vista formale Dead for A Dollar dà il meglio di sé nelle scene d’azione. Caratterizzate dal ritmo frenetico del montaggio e dalla loro brevità, queste rinchiudono gli improvvisi scoppi di violenza che senza preavviso sconvolgono il fluire degli eventi. Curioso notare come le scene dedicate al gioco del poker siano girate nella stessa maniera, come a suggerire che non sia poi molta la differenza tra un duello e una partita a carte e che, in entrambi i casi, è la vita a essere in palio.

Uno west che non affascina

Recensione Dead for A Dollar - Cinematographe.it

Volendo osservare altri aspetti della realizzazione formale di Dead for a Dollar, non possiamo fare a meno di notare la presenza di alcuni aspetti critici. Poco convincente è per esempio la fotografia, che opta per rivestire l’intera opera con un filtro seppia. Eliminando parzialmente la differenza cromatica degli elementi si finisce per rendere più piatta l’immagine e, di conseguenza, per perdere quel fascino, tipico degli Western, che nasce della messa a confronto tra i fatti degli uomini e la natura in secondo piano.

Poco ispirata è anche la colonna sonora. Nella sua realizzazione, il riferimento evidente è il lavoro del compianto Ennio Morricone, che ha contribuito a innovare il genere; l’omaggio realizzato per l’occasione da Xander Rodzinski (Raya e l’ultimo drago) è però scolastico e derivativo. Optare per un impianto sonoro più originale sarebbe stato forse da preferirsi.

In ultima analisi, Dead for a Dollar è un buon film di genere che, nonostante i difetti appena elencati, è perfettamente in grado di intrattenere il pubblico; in particolare, gli amanti dello Western non resteranno insoddisfatti. Allo stesso tempo, si tratta di un’opera fondamentalmente tradizionale, che non aggiunge molto valore né al filone cinematografico a cui fa riferimento né al corpo artistico del suo autore.

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Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 1.5
Sonoro - 1.5
Recitazione - 3
Emozione - 3

2.5