TFF35 – Daphne: recensione

Daphne è il primo lungometraggio diretto dal regista Peter Mackie Burns sull'evoluzione interna di una protagonista pronta a trovare il proprio equilibrio.

Daphne dice tutto quello che le passa per la mente, fa tutto quello che vuole, ha una madre che preferisce non vedere e crede che l’amore sia soltanto un’illusione. E questa è solo una piccola parte di una personalità caratteristica come quel colore di capelli che invade lo schermo, che la camera da presa segue per addentrarsi nella quotidiana e isolata vita di una giovane donna, che non ha evidentemente trovato il suo posto nel mondo. Daphne è l’ultimo film di Peter Mackie Burns, regista partito dalla dimensione dei cortometraggi e giunto con la sua opera prima all’esistenza vuota di una protagonista stravagante, quotidianità che si cerca in qualsiasi modo di riempire, ma che ha solamente bisogno di trovare il proprio equilibro nel mondo.

Aiuto in cucina di un elegante locale, dedita a uscite serali che finiscono con notti passate a casa di sconosciuti, Daphne (Emily Beecham)  trascorre le sue giornate preparando piatti che non le piacciono, ordinando cibo d’asporto ed evitando gli inviti che pazientemente la madre continua a mandarle. Un’esistenza sconclusionata alla quale la donna sembra non riuscire a dare una sensata direzione, troppo presa a lasciarsi spingere da una spontaneità che sino ad ora non l’ha condotta da nessuna parte. Sarà dopo aver assistito ad un traumatico evento che Dapnhe, entrata come in una sorte di crisi muta, proverà a dare una possibilità alla vita adulta, cercando una propria identità attorno alla quale costruirci un più solido futuro.

Daphne – La ricerca di equilibrio e umanità di una giovane donna

daphne

Tentando di sentirsi padrona della propria vita, fingendo di assaporarla a pieno impedendo alle manette della convenzione di incastrarla, Daphne raggiunge il compimento dell’esatto contrario. Libera di agire, di muoversi, di lasciarsi andare, la trentunenne giunge al punto in cui sente di dover migliorare, sistemando prima sé stessa per così rifarsi nella sua realtà lavorativa, amorosa e relazionale. Un passaggio che opera silenzioso nell’animo turbato della protagonista del film che porta come titolo il suo nome, per dare subito l’impronta primaria dell’opera, unicamente incentrata sulla crescita quanto mai lenta e maturata di una peculiare donna.

Già collaboratore dell’inglese regista Peter Mackie Burns per lavori quali il cortometraggio Happy Birthday to Me (2014) e fautore di script di prodotti dello stesso universo artistico come Watching (2010), Titus (2013) e The Birthday Gifth (2014), lo sceneggiatore Nico Mensinga stende un racconto semplice che vuole trasmettere la solitudine di un personaggio il quale, pur non smettendo mai di parlare, non è in grado di comunicare profondamente con gli altri, rimanendo dunque sempre e solo in superficie. Il senso di vuoto che si fa pregnante dopo un avvenimento sconvolgente, che la pone di fronte alla sua emarginazione non tanto dovuta ad un mondo che non le appartiene, ma in cui probabilmente non ha mai cercato davvero di entrare.

Daphne – Il caschetto rosso di Emily Beechamdaphne

Emily Beecham interpreta con ottima efficacia il ruolo della peculiare protagonista e ne riporta l’invisibile, poiché intimo, cambiamento, facendolo intendere attraverso sia gli impercettibili gesti dell’ordinarietà, sia in quelli più grandi che la portano finalmente ad un contatto umano con le persone. Un caschetto rosso che si intona perfettamente con l’ambiente indipendente e sfumato della pellicola, un film dai colori tenui che acquisteranno luminosità con la presa di coscienza del proprio personaggio.

Daphne è un’opera prima che eccede di semplicità portando lo svolgersi della sua narrazione a diversi livelli di interesse e riuscita complessiva, molti alti che fanno da contraltare ad altrettanti bassi, ma che nella loro unità confezionano un lieve lungometraggio, esaltato soprattutto dall’interpretazione della sua attrice principale.

 

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8