Cops 2 – Una banda di poliziotti: recensione della commedia Sky con Claudio Bisio

Luca Miniero dirige la seconda parte di Cops 2, la commedia Sky Original con Claudio Bisio (tra gli altri) nel cast, il 6 e il 13 dicembre in prima assoluta su Sky Cinema Uno e in streaming su NOW.

Luca Miniero torna dietro la macchina da presa con Cops 2 – Una Banda di poliziotti, il film in due puntate che prosegue le avventure del capitolo precedente.
Dopo l’arresto di Anaconda, ad Apulia si pensa di aver raggiunto la tranquillità. Lo pensa il commissario Cinardi (Claudio Bisio), lo pensa la sua squadra, lo pensano tutti gli abitanti di questo paese. Invece no, il crimine è un “veleno” endemico nel paese, Cops 2 – Una banda di poliziotti, diretto da Luca Miniero, narra due nuovi casi: l’assassinio del Visconte e il furto di una preziosa reliquia, la croce di Sant’Oronzo. Con due nuovi episodi, in uscita uno il 6 dicembre, l’altro il 13 dicembre 2021 su Sky Cinema (disponibile su Sky On Demand e in streaming su NOW) di questa commedia in due parti, Miniero prende il suo commissario e la sua squadra, formata da il sovraintendente Nicola Gargiulo (Pietro Sermonti), detto “O’sicc”, l’ispettrice Maria Crocefissa Cercola (Giulia Bevilacqua), l’agente scelto Benny The Cop (Francesco Mandelli), il giovanissimo centralinista del commissariato Tommaso (Guglielmo Poggi), e li riporta nel commissariato pronti a dedicarsi ai casi con la solita goffaggine. Al gruppo di eroi pieni di difetti, di comiche fragilità, di inquietanti “piccinerie di pessimo gusto” si aggiunge Tonino Zu Tore (Dino Abbrescia), il cuoco proprietario di un chiosco, crocicchio di pensieri e parole, che da (ex) bosss diventa informatore dei suoi peggiori nemici, i poliziotti, e soprattutto Catia (Gaia Messerklinger), giovane e affascinante magistrato alle prime armi.

Cops 2 – Una banda di poliziotti: una seconda parte più riuscita della precedente

Apulia, città immaginaria della Puglia, è un piccolo mondo antico in cui tutto scorre proprio come nelle altre città, rappresenta tutti quei luoghi i cui abitanti sono pieni di nei, tick, stranezze, eroici negli inciampi e nei difetti, in questa seconda stagione tutto appare più chiaro. Pigri, gelosi, traditori, impauriti, sono solo alcune delle caratteristiche dei personaggi. Non è un caso che una delle prime azioni compiute dalla squadra è quella, per non lavorare al nuovo caso, di spingere l’automobile che si trova molto vicina al confine col paese limitrofo al di là del segnale di benvenuto. Il commissario Cinardi vorrebbe migliorare, avere un ruolo più importante ma non si spreca troppo mai, sembra che il suo primo principio sia quello di lavorare il meno possibile per andare in pensione senza troppi problemi. Maria Crocefissa è una donna concreta, madre, moglie, poliziotta severa e seria, ed è unita a Nicola, il tipico cliché del maschio italico, bisognoso di qualsiasi aiuto da parte della consorte per andare avanti ma con una rozza saggezza che lo fa superare ogni prova. Benny the Cop è il personaggio più surreale e naif, ama le armi, le serie tv americane, abita con la nonna ed è incastrato in uno stadio puberale – non è ancora diventato un uomo, dice infatti che vuole solo una cosa: l’ordine -, infine c’è Tommaso che ha bisogno di gridare al mondo chi è, la sua omosessualità e vede negli altri, anche nei colleghi, nemici pronti a criticarlo e a giudicarlo. C’è Tonino poi che rappresenta l’anima popolare del paese, il custode dei valori e delle tradizioni.

In questa seconda stagione tutto ciò si amplifica e con gusto comico e surreale, già presente nella precedente stagione, c’è un mix di comicità e crime (fondamentale per questo Sandrone Dazieri che riesce a donare agli episodi tale anima), tra giallo e questioni personali. I due episodi giocano con i generi, i cliché, gli schemi: il primo, il furto della croce di Sant’Oronzo, porterà lo spettatore nel mondo della Chiesa, il secondo, dedicato al misterioso omicidio del Visconte, invece in un universo di visconti e nobili decaduti. Qui lo spettatore incontra il Conte, interpretato da Ninni Bruschetta, che non sembra accettare di buon grado il proprio tramonto, fa parte di una stirpe nobilissima ma vive in un bed and breakfast, fa citazioni ma poi la sua vita è fatta di maschere per nascondere il suo fallimento.

Una commedia demenziale che si prende in giro

Cops 2 è prima di tutto una commedia: si prende in giro (molti i riferimenti al genere poliziesco, alla serialità e alla fiction italiana) e prende in giro con tenerezza i suoi personaggi e dietro la risata vuole raccontare qualcosa di più profondo della realtà, sfidando schemi e convenzioni. Pensiamo ai due preti che entrano nel cast in questa seconda parte, il prete detective di Tullio Solenghi, Don Filippo, che ha una linea diretta con il Papa, che inforca la bicicletta come Don Matteo, che aiuta nell’investigazione o meglio sa qualunque cosa prima e meglio del commissario, e il don Manolo di Massimo De Lorenzo che è un pavido e opportunista Don Abbondio in salsa apuleiese. Entrambi questi personaggi giocano con il genere, rappresentano l’uno, l’uomo di Chiesa di paese con cui i credenti si confidano, l’altro il grande nome, brillante e carismatico che arriva ad essere anche brusco e crudele. Don Filippo e Don Manolo animeranno il primo episodio della stagione in cui verrà trafugata la reliquia di Sant’Oronzo.

Il mondo ecclesiastico si scontra poi con un evento importante per quel piccolo luogo, imbrigliato nella e dalla religione, costretto dai costrutti sociali, il primo Gay Pride apuleiese, portato da Tommaso. Don Fillippo e la squadra devono quindi gestire il pride nello stesso giorno della processione dei penitenti, vedere da un lato il carro colorato dei diritti e quello dei fedeli ha una carica di significati che va ben oltre la “guerriglia” tra una e l’altra fazione, tra Tommaso con la parrucca rosa e l’abito pieno di paillettes e Benny che spesso lo insulta.

Cops 2 – Una banda di poliziotti: al centro ci sono anche i sentimenti

Una parte importante in Cops la fanno anche i sentimenti. Negli episodi nuovi Maria ha voglia di libertà, è stanca di Nicola, vuole un po’ di respiro da un matrimonio che le sta stretto, dal canto suo Nicola non ha bisogno di quella libertà o di aria, lui ama Maria come il primo giorno ed è costretto a subire le scelte della moglie e spostarsi di casa in casa, passa da quella del commisario a quella di Benny. Sembra essere dunque la stagione della maturità: Maria e Nicola devono crescere o almeno lavorare su sé stessi. La stessa cosa avviene a Benny. Dal nulla, come spesso capita, si innamora di Maria ed è convinto di avere qualche possibilità; per lui Maria diventa sogno erotico, pensiero continuo, nonostante l’amicizia con Nicola. Il rapporto tra i tre ovviamente si modificherà o almeno diventerà qualcosa d’altro. Nicola da bambino che sogna di giocare alla guerra (ha scelto di diventare poliziotto per “sparare liberamente alla gente”), che capisce poco, spesso, di ciò che gli capita, che ha tic demenziali e divertenti (la voce da doppiaggio di film polizieschi, gli occhiali), battute un po’ triviali ma che fanno riferimento ad un mondo chiaro e specifico. Si sviluppa Cops 2 seguendo una linea action-demenziale come fosse un prodotto statunitense.

I sentimenti sono presenti anche nella storia di Cinardi che, dopo la fine della sua storia precedente, è solo e indifeso, ferito dal passato, chiuso perché è difficile rimettersi in gioco. A scuoterlo sarà l’arrivo della nuova procuratrice, Catia, giovane e inesperta, prima resterà turbata da questa banda di poliziotti e poi inizia a provare dei sentimenti per il commissario. I due si conoscono e a poco a poco Catia riesce a scalfire le resistenze di un uomo più grande di lei, ingabbiato nelle sue paure e nelle sue fragilità. Se nel primo episodio Catia e Cinardi avranno dei problemi anche a causa di Don Filippo ed emerge chiaramente quanto la Chiesa abbia sempre un ruolo importante all’interno della società (Catia crede sempre a Don Filippo, lo ascolta, solo alla fine capirà il talento assurdo di Cinardi che in un modo o nell’altro riesce a farcela), poi la loro relazione si farà più intensa e stretta.

Inevitabilmente emerge una verità: quegli individui, dei “rifiuti” della società, degli “emarginati” riescono proprio perché agiscono insieme, giocano dalla stessa parte; è proprio l’unione che fa la forza.

Grazie agli attori ci si diverte dei tic e delle fragilità umane

Cops 2, nonostante qualche battuta che non fa ridere, è una commedia divertente che, grazie al suo cast – è evidente che ciascuno di loro si è divertito -, rende piacevole la visione.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.2