Come ti muovi, sbagli: recensione del film di Gianni Di Gregorio, da Venezia 82
Una commedia ironica e delicata, che ci insegna che non si può sfuggire all'amore, alla maniera di Gianni Di Gregorio!
Come ti muovi, sbagli di Gianni Di Gregorio inizia con uno dei versi più intensi della Divina Commedia e, sulla scia di quel V canto dell’Inferno così peccaminoso e intriso di amore ardente, apre le danze a una considerazione sull’amore che trascende le logiche dell’abituale narrazione – letteraria o cinematografica che sia – per trascinarci nelle intercapedini della quotidianità e, per essere più precisi, in quelle dinamiche di lentezza e quiete che fanno rima con la felicità e la solitudine.
Gianni Di Gregorio, ancora una volta dietro e davanti la macchina da presa, arriva al cinema dal 5 settembre 2025 (dopo un passaggio alla 82. Mostra del Cinema di Venezia) con una commedia ironica in cui mette sotto la lente d’ingrandimento, con la tenerezza che lo contraddistingue, i disagi della condivisione familiare. E lo fa interpretando un docente universitario in pensione la cui vita tranquilla viene scossa dall’arrivo della figlia (Greta Scarano) e dei nipotini.
La crisi matrimoniale di quest’ultima costringe l’uomo a fare i conti con i doveri genitoriali (“So che non sei all’altezza, ma ho solo te”, gli dice la figlia), a rimettere in discussione le sue abitudini e a rivalutare quell’ingarbugliato concetto di famiglia dal quale sembra rifuggire.
Come ti muovi, sbagli ci insegna che non si può sfuggire all’amore

Il concetto di libertà, in Come ti muovi, sbagli, attraversa la cruna di un ago cercando di non sfiorarne i contorni, come se non volesse far troppo rumore, ma ecco che inevitabilmente sfiora il legame, quello che porta alle pene, ai sacrifici, alle privazioni e ai compromessi; lo stesso che fa brillare l’anima, sussultare il cuore, nonostante l’età. Il destino del protagonista si imbriglia con quello della famiglia di sua figlia, poi con la famiglia della sua cara amica. Arriva ad accettare l’altalena dell’esistenza con la rassegnazione gioiosa di chi ha capito di doversi arrendere all’amore e che non esiste un tempo per il riposo dagli affetti.
Supportato alla sceneggiatura da Marco Pettenello e alla regia da Marcella Libonati, Gianni Di Gregorio coadiuva il cast come una grande famiglia, lasciando che dalle interpretazioni di Greta Scarano, Tom Wlaschiha, Anna Losano, il piccolo Pietro Serpi e Iaia Forte emerga tutta quella affettuosa e vitale ironia.
Il tutto si svolge in un tempo sospeso, in una città fatta di lentezza e bellezza, in cui ogni anfratto è un pretesto per soffermarsi con lo sguardo e scattare (col pensiero) una fotografia, che ha i colori avvolgenti dell’autunno concessi dalla maestria di Maurizio Calvesi A.I.C. (direttore della fotografia) e quella musica delicata e ritmata, intensa ma non invadente (Ratchev & Carratello, Edizioni musicali New Emergency), che a tratti ricorda certi film muti in bianco e nero.
Come ti muovi, sbagli: valutazione e conclusione

E poi c’è il gusto! Come ti muovi, sbagli è uno di quei film da assaporare: il soufflé, la minestrina, il carciofo regalato per alleviare l’amore non corrisposto di un’adolescente, l’arancino che diviene motivo di lite, il bicchiere di vino… tutto confluisce in un racconto che sembra non voler dire nulla e invece, con piccoli gesti, racconta il tutto che conta: le minuziose attenzioni che mettono insieme una giornata, gli incontri che si coagulano in una vita intera.
Come ti muovi, sbagli ricalca la cifra stilistica di Gianni Di Gregorio. Chi lo ama, lo ritroverà qui!
Il film, al cinema dal 5 settembre 2025 con Fandango Distribuzione, è una produzione Bibi Film realizzata in collaborazione con Rai Cinema e costituisce una coproduzione tra Italia e Francia, con Bibi Film e Les Films du Poisson.
La supervisione dello script è stata affidata a Chiara Pandolfo, il casting a Francesca Borromeo U.I.C.D. Le acconciature sono di Desirè Di Mattia, mentre il trucco è di Giovanna Iacoponi. Gaia Calderone e Ilenia Miggiano si sono occupate dei costumi. Vanno inoltre menzionati: Gianluca Scarlata (fonico di presa diretta), Isabella Angelini per la scenografia, Sara Petracca A.M.C. per il montaggio, Antonio Tozzi (organizzatore generale), Riccardo Ciancarelli (produttore delegato), Angelo Barbagallo (produzione).