RomaFF13 – Broken Mirrors: recensione del film

Presentato ad Alice nella Città, durante la 13ma edizione della Festa del Cinema di Roma, Broken Mirrors si pone come atto d'accusa verso il mondo maschile israeliano.

Broken Mirrors vede come protagonista la giovane Ariela (Shira Haas), adolescente dal carattere ribelle, avventuroso e indipendente. La ragazza entra spesso in contrasto con il padre Giora (Yiftach Klein), rigido e inflessibile ufficiale dell’esercito israeliano, dal carattere dispotico e autoritario.
Ariela ha un bel rapporto solo con la madre Nava (Renana Raz) e la sorellina (Manuel Elkaslassy), mentre col padre ha ormai da tempo iniziato una guerra di nervi che la vede costantemente in punizione per gli abiti troppo succinti, gli orari non rispettati, i piccoli segreti di ogni ragazzina che, senza accorgersene, sta diventando donna.
A causa di un tragico ed improvviso evento che colpisce la sua famiglia e di cui si sente responsabile, Ariela piomberà in un vortice di senso di colpa, voglia di libertà e autolesionismo, mentre il padre comincerà a fare i conti con un segreto del suo passato che aveva tenuto a lungo sepolto.

Broken Mirrors: sensi di colpa e ribellione adolescenziale nella trama del film

Scrtto e diretto con mano sicura e coraggiosa da Aviad Givon e Imri Matalon, Broken Mirrors si pone a metà tra film di formazione e condanna verso la società di riferimento (quella israeliana in questo caso), descritta come misogina, patriarcale, ipocrita e senza calore.
Da un certo punto di vista, Broken Mirrors si pone a metà tra L’Atelier e L’Enkas, portandoci dentro un’Odissea tutt’altro che banale, stereotipata o prevedibile, che sovente colpisce lo spettatore allo stomaco, andando fino in fondo nello sviluppare la metamorfosi e il dramma di una ragazzina dotata di una forza e una volontà adamantine.
Personaggio di enorme fascino, immagine realistica e cruda di un’età troppo spesso descritta stupidamente in modo bucolico e felice, Ariela domina ogni scena grazie al broncio e allo sguardo di ghiaccio di una Shira Haas semplicemente perfetta, magnetica, a suo agio anche nei momenti più crudi o toccanti.

Al suo essere sempre sopra le righe, fa da contraltare lo stile flemmatico di Klein, che ci dona una figura paterna a metà tra l’odioso e il patetico, una sorta di divisa vuota che si avvolge di un’arroganza e una mancanza si sensibilità con le quali maschera una debolezza di carattere e una disperazione palpabili e travolgenti.
Lo scontro generazionale è anche scontro di paesaggi, di ambienti, sublimati dalla fotografia di Daniel Miller, dove gli interni di case, auto, delle serre, degli ospedali, persino dei mobili, diventano prigione, cella dell’anima e della libertà.
Ad essi l’iter narrativo contrappone la natura che, anche quando ostile, permette e promette novità drammatiche, che alterano uno status quo segnato da immobilità, freddezza, incomprensione. E soprattutto dalla mancanza di libertà.

Broken Mirrors è un atto d’accusa verso la misogina israeliana

Broken Mirrors Cinematographe.it

Broken Mirrors è un atto d’accusa verso il mondo maschile israeliano, più che verso la società in generale, descrivendo questi uomini, questi ragazzi, come esseri totalmente carnali, ossessionati dal controllo, dal sesso, da se stessi, ai quali la generosità e la sensibilità sono sconosciute.
Unica eccezione il sensibile e arguto Ben (Yoav Rotman), spirito gentile, ferito ma proprio per questo più forte degli altri, che si erge un pò romanticamente a simbolo di quel principino azzurro che tutte le ragazze (e i loro genitori) vorrebbero avere di fronte per durante la “prima volta”.

Forte, talvolta in modo assolutamente imprevedibile grazie ad un’ottima scrittura, Broken Mirrors cattura lo spettatore dal primo minuto, riesce a rendere per una volta realmente comprensibile non il punto di vista degli adolescenti né quello degli adulti, quanto piuttosto la cesura che divide gli uni dagli altri.
Un film di enorme intelligenza e sensibilità, coraggioso e pieno di vita.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4.5

3.8