Brazen: recensione del thriller Netflix con Alyssa Milano

Dal romanzo Il desiderio corre sul filo della scrittrice Nora Roberts, la trasposizione firmata da Monika Mitchell con Alyssa Milano e Sam Page. Dal 13 gennaio 2022 su Netflix.

Se sei Nora Roberts e ogni romanzo che pubblichi si tramuta puntualmente in un successo editoriale, vendendo milioni di copie in tutto il mondo, allora c’è una buona possibilità che quelle stesse pagine attirino l’attenzione di produttori e registi intenzionati a farne dei progetti audiovisivi. Nel caso della scrittrice statunitense gran parte dei suoi libri, tenendo presente anche quelli firmati con gli pseudonimi di J.D. Robb, Sarah Hardesty e Jill March, sono diventati dei film destinati al mercato televisivo. L’ultimo in ordine di tempo ad approdare sul piccolo schermo è Il desiderio corre sul filo, il cui adattamento affidato a Monika Mitchell è stato rilasciato da Netflix il 13 gennaio 2022 con il titolo Brazen.   

Brazen si basa sul mix tra il giallo e il romance

Brazen cinematographe.it

Uscito nel 1989, il romanzo ha avuto un enorme riscontro in termini di vendite e ha permesso all’autrice di aggiudicarsi il prestigioso Golden Medallion Award. Questo, alla pari dei precedenti o dei successivi, conserva intatto uno dei marchi distintivi della bibliografia targata Roberts, ossia il mix tra il giallo e il romance, una combinazione nella quale non è frequente imbattersi. Ed è forse proprio questa ad avere decretato il successo planetario dell’acclamata produzione letteraria della scrittrice di Silver Spring. La scelta di mescolare sulla tavolozza storie rosa a sfondo thriller ha permesso anche a Il desiderio corre sul filo di ritagliarsi uno spazio nel cuore dei lettori e a quanto pare anche degli abbonati italiani della piattaforma a stelle e strisce, dove la sua trasposizione si è andata a piazzare subito nella Top Ten dei titoli più visti nella settimana di debutto.

Un giallo dagli ingranaggi macchinosi, televisivo e piatto stilisticamente

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Con molta probabilità la curiosità di vedere come la Mitchell, esperta regista televisiva con trascorsi nel cinema agli inizi degli anni Duemila, avesse tradotto in immagini e suoni la matrice originale ha finito con il vincere su tutto, anche sullo scetticismo legato agli altri adattamenti non propriamente riusciti, alcuni dei quali andati in onda in passato sulle reti Rai, tra cui Il mistero del lago da Angels Fall o Luci d’inverno da Northern Lights. Purtroppo Brazen non è da meno, con il passaggio dalla carta allo schermo che si è rivelato ancora una volta deficitario e mediocre, incapace di replicare il potenziale messo a disposizione dal romanzo che lo ha ispirato. La regista confeziona un giallo dagli ingranaggi macchinosi, televisivo nell’accezione negativa del termine perché piatto stilisticamente e privo di soluzioni tecniche degni di nota. La Mitchell si riduce al compitino, con l’elemento mistery che non trova punti di contatto con quello sentimentale, vanificando quella perfetta alchimia della quale si alimentava il romanzo.

Brazen è un thriller prevedibile e telefonato

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Il risultato rende Brazen un thriller prevedibile e telefonato, che con depistaggi e false piste prova a gettare fumo negli occhi dello spettatori nel disperato tentativo di tenerlo incollato alla poltrona. Un fumo destinato però a dissolversi molto presto, per lasciare intravedere già a metà della timeline la verità sull’evento criminale intorno al quale ruota la vicenda, quella di una scrittrice di nome Grace Miller (Alyssa Milano) che, mentre indaga sulla morte di sua sorella, si innamora di Ed (Sam Page), il detective incaricato del caso. Siamo lontani dagli intrecci torbidi di un Basic Instinct, perché l’aria che si respira e la suspence che si avverte sono a confronto una leggera brezza che non provoca nessun piacere. Mentre la protagonista flirta con il bel poliziotto, si improvvisa profiler, indagando sull’omicidio dell’amata sorella e sulla doppia vita da insegnate di giorno e di dominatrice del web di notte che la donna porta avanti. In quale di queste due realtà si nasconde il serial killer di turno? Alla visione l’ardua sentenza.

Brazen; cinematographe.it

La caccia all’uomo che ne deriva avrà un finale che più scontato di così si muore, con la puzza del responsabile che si sente da km di distanza nonostante i maldestri tentativi di coprirla. La storia per chi ha avuto la possibilità di leggere il libro è pressoché fedele, fatta qualche eccezione per venire incontro alle esigenze del racconto cinematografico. Tuttavia nel testo originale, l’autrice era riuscita con i potenti mezzi della scrittura a rendere l’intreccio più entusiasmante e teso, cosa che invece la Mitchell in Brazen non è riuscita ad ottenere.       

Regia - 1
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 1.5
Sonoro - 1.5
Emozione - 1

1.4

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