TFF34 – Antiporno: recensione del nuovo film cult di Sion Sono

Antiporno è un film del 2016 del geniale ed estremamente prolifico (una dozzina di film negli ultimi 5 anni) regista giapponese Sion Sono, divenuto ormai un vero e proprio regista del panorama cinematografico internazionale. La pellicola fa parte del cosiddetto progetto Roman Porno Reboot, con il quale Sion Sono, Hideo Nakata e altri registi giapponesi si sono impegnati a rilanciare un filone di pellicole softcore a basso budget particolarmente popolari nel paese nipponico durante gli anni ’60. Antiporno è stato presentato al Torino Film Festival 34 nella sezione Afterhours.

Antiporno

Kyoko (Ami Tomite) è un’artista arrogante e autoritaria, che abusa della sua posizione nei confronti della sua sottoposta Noriko (Mariko Tsutsui) umiliandola in pubblico sia a parole sia a gesti, sottoponendola anche a barbari giochi sessuali. Ma è davvero tutto come sembra? Come in una collezione di scatole cinesi, lo spettatore viene coinvolto in un continuo e frenetico cambiamento di punto di vista, che rende difficile se non impossibile distinguere il piano della realtà da quello della fantasia.

Antiporno: Un grottesco e brillante esperimento cinematografico e metacinematografico

Antiporno

Folle, sadico, perverso, contorto. Questi alcuni degli aggettivi più utilizzati nel descrivere i lavori di Sion Sono, che continua a sfornare a velocità impressionante pellicole diverse per temi e stile, ma accomunate dalla stessa capacità di sconvolgere le certezze dello spettatore.

Antiporno non fa certamente eccezione, rivelandosi fin dai primi minuti un grottesco e brillante esperimento cinematografico e metacinematografico, che fra soprusi sessuali, violenza psicologica e psichedeliche immagini avvolge lo spettatore in un enigma che sembra costantemente sul punto di schiudersi definitivamente per poi sfuggirgli beffardamente sul più bello.

Sion Sono si diverte a scombussolare continuamente le credenze e le aspettative dello spettatore, puntando fortissimo su un paio di ottimamente assestati colpi di scena, che ovviamente non vi riveleremo; a tal proposito è consigliabile evitare di leggere troppo sulla sinossi della pellicola per non incappare in pericolosi e mortificanti spoiler.

Ma Antiporno non è solo provocazione e puro divertissement cinematografico. Fra le pieghe di questo intricato e divertito gioco di specchi e prospettive, scorgiamo infatti tematiche importanti e tutt’altro che banali, che donano profondità e spessore alla pellicola. Quella più lampante è la durissima e feroce critica alla società giapponese, che a discapito dell’impressionante modernità tecnologica rimane tuttora ancorata a pregiudizi e regole sociali e morali ormai incomprensibili e anacronistiche, che mortificano in particolare il ruolo della donna e la sua libertà sentimentale e sessuale.

Antiporno: una profonda riflessione sul continuo cambio di ruolo che la società moderna ci impone

A un livello più astratto e metaforico, il cineasta giapponese con i suoi continui cambiamenti di prospettiva sui principali personaggi del racconto ci invita a una profonda riflessione sul continuo cambio di ruolo che la società moderna ci impone, facendoci passare in un lampo da vittime a carnefici, da torturati a torturatori, da conservatori a ribelli, spesso senza alcuna logica o coerenza di pensiero. Inevitabile quindi che in un’ottica del genere la pellicola eviti di consegnare allo spettatore una chiave di lettura unica sulla vicenda e sulla sua conclusione, delegandogli il compito di credere al piano di realtà che ritiene più credibile o rassicurante.

Antiporno gode anche di una pregevole fotografia

Le protagoniste Ami Tomite e Mariko Tsutsui, pur barcollando più volte pericolosamente sul sottile e scivoloso filo dell’overacting, riescono a convincere, donando ai rispettivi personaggi il giusto mix di umanità e follia e permettendo così allo spettatore di empatizzare con le loro forti e controverse personalità. Da sottolineare inoltre la pregevole fotografia della pellicola, che utilizza colori forti e accesi per dare un tono ancora più folle e surreale alla vicenda.

Antiporno

Sion Sono centra con Antiporno l’ennesimo successo della sua carriera, consegnando a fan e neofiti del suo cinema una pellicola che, dietro la superficie di una violenza (soprattutto psicologica) mai mitigata, cela tematiche umane e sociali da non sottovalutare, confermando la cifra autoriale di questo formidabile e unico cineasta.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.5