American Assassin: recensione del film con Dylan O’Brian

Dylan O'Brien e Michael Keaton in una fiacca spy story dal sapore già visto. American Assassin dal 23 Novembre al cinema.

Tratto dal best-seller omonimo di Vince Flynn, arriva in Italia American Assassin, spy-story diretta da Michael Cuesta con Dylan O’Brien e Michael Keaton.

Durante una vacanza ad Ibiza il brillante studente Mitch Rapp perde l’amata fidanzata in un attacco terroristico, da quel momento la sua vita avrà come scopo la vendetta. Durante una missione volta a uccidere la cellula responsabile dell’attacco diciotto mesi prima, Rapp, viene prelevato e assoldato dalla CIA per far parte di una sezione speciale anti-terrorismo alla cui testa c’è l’ex veterano di guerra Stan Hurley.

American Assassin: una nuova spy story al cinema

American Assassin - Dylan O'Brien

Chiamato a partecipare a un’operazione segreta per impedire la creazione di un ordigno nucleare, Mitch accetta l’incarico viaggiando nel cuore dell’Europa e cercando di mettere da parte il suo desiderio di vendetta.

Nonostante le premesse di partenza (e il fatto che in coda ci siano ben 16 volumi da cui attingere film) American Assassin è per buona parte una cocente delusione. Michael Cuenta si ritrova a dirigere, con mano malferma, una sceneggiatura priva di originalità e senza colpi di scena con una serie di cliché che, chiunque abbia un minimo di familiarità con il genere spy-story, ha già visto innumerevoli volte.

American Assassin: un film privo di originalità e forza

Lontano dal sempre longevo fascino di 007 e dall’incredibile adrenalina della saga di Jason Bourne, American Assassin porta in scena la nascita di un “eroe” mosso dalla vendetta e pronto ad affrontare i nemici dell’America libera. Se vi sembra una storia già sentita è perché effettivamente lo è, nulla di originale ci viene quindi presentato da quello che dovrebbe essere il nuovo franchise del cinema spy.

Non basta purtroppo un buon ritmo e tanta action a coprire gli evidenti difetti di una scrittura che si perde nei momenti cruciali, tralasciando a favore della storia principale tante piccole sotto-trame utili a rendere il film più interessante e godibile. La stessa costruzione di Michael Rapp è fuori da ogni logica: un ragazzo normalissimo che a seguito di una tragedia si trasforma in un super-soldato, iper-addestrato e tutto da autodidatta, alla faccia dello stesso Captain America che oltre al siero ha avuto bisogno di tanto addestramento.

American Assassin si salva grazie alla presenza di Michael Keaton nel ruolo del cinico Stan Hurley, non che il personaggio dell’addestratore CIA brilli per originalità, ma il carisma di Keaton riesce a rendere veritiero anche un personaggio quasi indistruttibile. L’ombra di Michael Keaton rende però il lavoro difficile a Dylan O’Brien che, nonostante dimostri di avere ottime doti attoriali, si ritrova a rimpicciolirsi di fronte al suo comprimario passando da protagonista a spalla.

A peccare è anche la scelta del villain che ha il volto di Taylor Kitsch, anche li nessuna nuova all’orizzonte, così ci ritroviamo con il personaggio di Ghost a raschiare il fondo del già visto senza neanche il bisogno di raccontarvi troppo, dato che le dinamiche sono chiare dopo i primi trenta minuti.

Un film scialbo con un protagonista povero di carisma

Purtroppo per Michael Cuesta un film scialbo e un protagonista povero di carisma non sono gli elementi più adatti per costruire un vero franchise. Una pellicola che lascia l’amaro in bocca proprio perché delude le aspettative di chi si ritrova davanti un film un po’ spy story, un po’ action e un po’ thriller senza sapere esattamente a in quale categoria rientrare.  American Assassin non supera la prova, deludendo gli appassionati del genere e non coinvolgendo gli spettatori occasionali, una vera e propria occasiona mancata.

American Assassin dal 23 Novembre al cinema.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.2