Abisso: recensione del disaster movie Netflix

Il 16 febbraio 2024 ha debuttato su Netflix il più grande film catastrofico mai prodotto in Svezia inspirato alla tragedia di Kiruna del 2020. A dirigerlo Richard Holm.

Negli ultimi anni nel Nord Europa, in particolare nella penisola scandinava, l’industria dell’audiovisivo e i suoi esponenti si stanno spendendo moltissimo per provare a tenere il passo dei più gettonati colleghi d’oltreoceano, con la speranza di riuscire in un futuro non troppo lontano a eguagliarne e addirittura superarne i risultati sul piano tecnico. Staremo a vedere come si evolveranno le cose, nel frattempo le cinematografie locali si stanno dando un gran da fare investendo capitali via via più consistenti per portare sullo schermo blockbuster in grado di  rivaleggiare con i corrispettivi statunitensi. Facciamo l’esempio del disaster-movie, un filone che vede i nordamericani fare da decenni la voce grossa grazie a film dal fortissimo impatto visivo che hanno sbancato i botteghini di tutto il mondo. Ecco allora che l’impresa appare sulla carta durissima, per non dire impossibile visti gli standard raggiunti, ma ciò non ha scoraggiato registi come Roar Uthaug, John Andreas Andersen e Richard Holm i rispettivi The Wave, The Quake e Abisso. Quest’ultimo, rilasciato lo scorso 16 febbraio 2024 su Netflix, rappresenta ad oggi il più grande film catastrofico mai prodotto in Svezia, motivo per cui l’attesa degli abbonati alla piattaforma a stelle e strisce e più in generale gli appassionati del genere non potevano che essere alte.

Abisso tecnicamente ha tutte le carte in regola per competere con i kolossal catastrofici hollywoodiani

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Cominciamo con il dire che la pellicola almeno sul piano tecnico ha saputo reggere botta, merito di uno staff che sotto la guida di un cineasta di comprovata esperienza quale Richard Holm (conosciuto soprattutto per i polizieschi della serie di Johan Falk) ha saputo confezionare un disaster-movie di indubbia qualità e di discreta fattura. Il lavoro dietro la macchina da presa del cineasta di Stoccolma e della sua crew, al quale si va ad aggiungere il prezioso contributo in fase di post-produzione di VFX davvero efficaci, hanno fatto in modo che Abisso possa dire la sua nel filone e non soffrire in nessun caso di un complesso d’inferiorità rispetto ai prodotti made in USA. Già nel 2015 con The Wave si erano registrati segnali più che incoraggianti. Quello di Holm in tal senso è un film che ha tutte le carte in regola per competere con i kolossal catastrofici  hollywoodiani. Certo la strada da percorrere è ancora lunga, ma le distanze da colmare non sono più enormi come un tempo, con Abisso che si dimostra capace di coinvolgere gli spettatori di turno con emozioni forti soprattutto quando il pericolo si fa via via più grande con la mente che torna a Twister piuttosto che a San Andreas e Dante’s Peak.

Abisso segue alla lettera le regole d’ingaggio e lo schema base del disaster-movie classico

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Abisso segue alla lettera le regole d’ingaggio e lo schema base del suddetto filone, a cominciare dalle imprescindibili fasi che scandiscono il percorso narrativo del racconto: pericolo imminente, catastrofe, bilancio e missione di recupero di coloro che mancano all’appello, con il disaster-movie che cambia pelle trasformandosi in un survivor-movie quando l’attenzione si sposta per ben due volte sulla lotta per la sopravvivenza di una ristretta cerchia di personaggi, tra cui la protagonista interpretata da una sempre convincente Tuva Novotny, che prima deve uscire viva dalla miniera crollata e poi deve trarre in salvo l’intera famiglia da un palazzo che si sta sgretolando con loro all’interno. Viene da sé la presenza di un altro elemento ricorrente in operazioni analoghe, vale a dire l’odissea familiare incastonata all’interno di una tragedia collettiva (come in The Impossible)  che in questo caso sono gli eventi devastanti realmente accaduti nel 2020 nella città di Kiruna e nella miniera di ferro di Kiirunavaara, situate nella regione settentrionale della Svezia.      

Abisso punta il dito contro l’operato sconsiderato dell’essere umano ai danni di Madre Natura

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L’originalità nel plot viene giocoforza meno, tuttavia il cineasta scandinavo trova il modo per dare un senso all’operazione, appropriandosi di un genere tradizionalmente hollywoodiano, ma tralasciando tutto quel carico pesante di cliché legati ai discorsi presidenziali o al caos delle metropoli (vedi Volcano) per portarci in un angolo di paradiso terrestre deturpato. Allo stesso tempo non può mancare il tradizionale messaggio ambientalista con il quale il film di turno punta il dito contro l’operato sconsiderato dell’essere umano ai danni di Madre Natura. Nel catastrofico classico, come quelli popolarissimi negli anni Settanta, uragani, incendi, maremoti e terremoti come quello al quale si assiste in Abisso e che fa sprofondare la cittadina e i suoi abitanti, sono alla base di quasi tutte le trame. Così facendo la natura e film come Abisso ci ricordano costantemente quanto siamo piccoli e insignificanti, ma anche quale danno possiamo arrecare al pianeta che ci ospita.

Abisso: valutazione e conclusione

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Richard Holm firma il più grande e costoso film catastrofico svedese rievocando la tragedia della città mineraria di Kiruna del maggio 2020. Con Abisso, il regista di Stoccolma realizza un disaster-movie classico nella forma quanto nei contenuti che segue alla lettera il modus del filone, strizzando l’occhio ai modelli d’Oltreoceano. Odissea familiare e collettiva si fondo per un’opera che lancia l’ennesimo volta un messaggio ambientalista puntando il dito contro lo scellerato agire umano ai danni di Madre Natura. Insomma nulla di nuovo per il genere in questione sul fronte narrativo, ma un ulteriore passo in avanti tecnico per la cinematografia scandinava in termini tecnici, con una confezione e dei VFX all’altezza della situazione.   

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.4

Tags: Netflix