RomaFF13 – A Kid Like Jake: recensione

A Kid Like Jake è una finestra nella vita dei genitori Alex e Greg che tentano di comprendere la percezione che il proprio figlio ha del suo gender.

A Kid Like Jake. Un bambino come Jake. Ma perché, com’è Jake? Perché si dovrebbe trovare un modo per definirlo? Certamente è un ragazzino fantasioso, solare, che ha un’intelligenza creativa e che sì, forse adora un po’ troppo i suoi travestimenti. Mettersi la corona, girare per la stanza con la sua gonna luccicante. Vuole essere una principessa, allora dov’è il problema? È ancora piccolo per autodeterminarsi o forse… Il suo genere non è quello che lo rappresenta.

Sul confine dell’identità più intima e personale di un bambino di appena cinque anni, affrontandone il processo di comprensione dei suoi genitori e amici cari, A Kid Like Jake è il trovare difficoltà nelle parole giuste da utilizzare, cercando di comprendere fin dal principio le percezioni di se stessi che si cominciano a manifestare fin da quando si è bambini.

A Kid Like Jake – L’accettazione di un padre e una madrea kid like Jake cinematographe

Alex (Claire Danes) e Greg (Jim Parsons) amano molto il loro piccolo Jake (Leo James Davis) e desiderano per lui solo il meglio. Questo significa dunque valutare l’idea di mandare il bambino in una scuola privata, tenendolo in un ambiente più sicuro per il suo essere. Non che Jake abbia alcun problema, ma il suo genere sessuale sembra non essere ancora ben chiaro. O meglio, forse proprio perché per lui è chiaro preferire vestiti lunghi e scarpe alte è bene che possa crescere in un ambiente protetto.

Tra la ricerca della scuola più adatta e l’accettazione genitoriale di un padre e una madre che vogliono solo la cosa migliore per il figlio, A Kid Like Jake è un piccolo film che si apre in maniera gigantesca alla libertà di espressione umana che si tenta di perseguire ai giorni nostri. Una finestra aperta su di una famiglia e il suo approccio verso l’ammissione di una diversità che non è facile da comunicare, né per il bambino né per i suoi genitori, ma che si cerca di sostenere nonostante ogni timore.

Timore che il film diretto da Silas Howard e scritto da Daniel Pearl spiega bene: non è certo la differenza di genere di Jake che scuote tanto mamma e papà, il loro turbamento è piuttosto la paura di un mondo che non è ancora pronto ad accettarlo e che, forse, anche loro hanno difficoltà a concepire pienamente. Ed è perciò l’opera ad agire per loro, non esercitando pressioni di alcuna sorta né eccedendo mai in drammatizzazioni di alcun tipo. Jake rimane quasi un essere incantato, più percepito che visibile chiaramente allo spettatore, che è portato a scoprirne soltanto alcuni elementi alla volta. Non è mai protagonista e non lo è neanche il suo sentirsi femminile.

A Kid Like Jake – Un film sull’amore e l’apertura che tutti dovrebbero vedere a kid like Jake cinematographe

Sono i genitori il punto su cui si concentra A Kid Like Jake, le conseguenze che possono rivelarsi nella propria vita e nelle relazioni con gli altri, che riescono a vedere ed accettare più di quanto una madre o un padre possano fare al principio. Ed è complicato trovare le parole per descrivere qualcosa che non è ancora descrivibile, per capire quando porre un limite o se questo limite deve essere per forza tracciato, tenendo però sempre a mente un concetto fondamentale: l’affetto per il proprio figlio non potrà mai essere messo in discussione, sia che indossi una gonna sia che indossi un pantalone.

In una New York sovraesposta ad una calda e soffusa luce gialla, la pellicola di Silas Howard è la consapevolezza che non passa per un ragazzino e la presa di coscienza del proprio corpo e della propria natura, ma che si sofferma sull’accettazione genitoriale del ruolo che il proprio figlio non vuole solo interpretare, ma sente piuttosto essere intrinsecamente suo. A Kid Like Jake è un film da vedere, con attori emotivamente coinvolti e che sanno riempire di significato ogni dialogo veloce e frastagliato, con un finale che potrebbe non piacere ad una classe conservatrice, ma che mostra tutta la comprensione di cosa vuol dire affidarsi all’apertura e all’amore.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5