Venezia 76 – ZeroZeroZero: recensione dei primi due episodi della serie di Stefano Sollima

A Venezia 76 sono stati presentati i primi due episodi della serie Sky ZeroZeroZero, diretta da Stefano Sollima e ispirata all'omonimo romanzo di Saviano.

Quando uscì il suo romanzo-inchiesta intitolato ZeroZeroZero, dedicato al traffico internazionale di cocaina, Roberto Saviano tutto si aspettava tranne che tra i tanti lettori vi fosse anche Chapo Guzmán, il leggendario superboss della droga messicana, visto che nel suo covo le forze speciali trovarono una copia del libro. Da quel romanzo, è stata tratta una serie diretta da Stefano Sollima, di nuovo al comando di una produzione di grande calibro internazionale dopo Soldado, che ci guida nei terrificanti meandri di un regno della morte e del denaro grazie alla sceneggiatura che ha realizzato assieme a Leonardo Fasoli e Mauricio Katz.

Il tutto con un cast internazionale di primo livello, che comprende Andrea Riseborough, Dane DeHaan, Gabriel Byrne, Giuseppe De Domenico, Harold Torres, Adriano Chiaramida e Mauricio Mendez.

In arrivo sugli schermi grazie a Sky l’anno prossimo, la serie offre uno spaccato assolutamente inedito sia in termini tematici che narrativi, per ciò che riguarda il mercato più redditizio del pianeta, tanto che i soldi riciclati dai narcos sono stati il motivo del salvataggio di molte banche di prima grandezza ai tempi della crisi che travolse il mondo 11 anni fa. Da quello che abbiamo potuto vedere a Venezia, nelle prime due puntate, ZeroZeroZero promette di essere un fenomeno globale e televisivo di incredibile portata…

ZeroZeroZero: una serie sorprendente e che sconvolge lo spettatore

ZeroZeroZero, nelle due puntate che abbiamo avuto a disposizione, si mostra immediatamente come un prodotto di serialità televisiva di grande qualità in ogni sua componente. Dotato di un ritmo incalzante, di una straordinaria intensità, si divide in diverse sotto-trame intrecciate e connesse in modo impeccabile da una sceneggiatura che frammenta l’ordine temporale in virtù di una coesione tematica assolutamente perfetta.

La cocaina, il petrolio bianco che ha reso i cartelli degli imperi dalle mille facce e armi, viene qui mostrata nella sua complessità in quanto bene di consumo illegale, ma incredibilmente redditizio, capace di sconvolgere vite, governi, economie, di far crollare come castelli di carte le certezze su cui tutti noi basiamo le nostre vite. Tra militari corrotti, mercanti di morte, killer, boss della ‘ndrangheta, ZeroZeroZero colpisce lo spettatore per la capacità che ha di sorprendere, di dargli delle certezze sui personaggi e sulla trama che vengono sconvolte in pochi istanti, di trasformare la verità in menzogna così come un uomo onesto si scopre corruttibile in men che non si dica.

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ZeroZeroZero: mai fidarsi di nessuno

Il regno oscuro del Dio denaro, il narcotraffico, scivola tra le vite di chi ha deciso di entrarci, pensando ingenuamente di farlo per poco, o di poter stare ai margini, e invece ne rimane inevitabilmente stritolato, inghiottito, non solo per la cupidigia, ma per una sorta di legge naturale che appartiene a quell’universo parallelo dove il bianco è nero e il nero è scuro. I personaggi si trovano collegati gli uni agli altri, sovente senza saperlo, senza avere nulla in comune se non l’appartenersi, quasi sempre senza capirlo fino in fondo o saperlo.

Perché il non sapere, è la chiave di un mondo dove esistono leggi che sono note ed altre che si formano mano a mano che gli affari procedono, che la piramide alimentare si aggiorna, e in cui vale una sola regola: mai fidarsi di nessuno. Neppure di chi ha il tuo stesso sangue. Il denaro è una lavatrice di sogni e sentimenti, giustifica tutto, crea bugie, menzogne, che ne creano altre, al punto che in ZeroZeroZero è difficile ricordarsi chi mentiva e chi ha mentito a sé stesso.

Di certo in queste due sole puntate, Sollima ha fatto si che Byrne, Riseborough, Torres e gli altri riuscissero a sfuggire alla definizione di buono o cattivo, di andare oltre ciò che mille altre serie già ci avevano mostrato o fatto comprendere.

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ZeroZeroZero: l’evento televisivo del 2020

Stupenda la fotografia di Paolo Carnera, da manuale il montaggio di Hervé Schneid, mentre talvolta la colonna sonora di Mogwai (già alle musiche di Gomorra – La serie) sembra leggermente slegata, quasi eccessiva rispetto al contesto scelto, in una sorta di “omaggio eccessivo” a quel Sicario di Villeneuve che di certo ha fatto scuola anche in questo senso.

La violenza, il sangue, sono qui sovente mostrati, ma altrettanto sovente suggeriti, affidati alla fantasia di uno spettatore con il supporto di suoni e rumori, ma non mancano sparatorie, esecuzioni, atti di sangue, sacrifici sull’altare di quella polvere bianca che viaggia e deve viaggiare dall’Italia, al Messico, agli States e via dicendo.

Da un certo punto di vista, vi è molto di Traffic in questi primi due episodi, ma manca per ora un livello micro, tutto è infatti connesso al “giro grosso”, a una spedizione che dovrebbe risolvere i problemi di alcuni e crearne di immensi ad altri.

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Palese il voler descrivere il tutto come un mortale gioco a scacchi, in cui oltre che abilità e spietatezza, molto ha a che vedere anche la sorte, l’essere al posto giusto nel momento giusto. O il contrario.

Di certo ZeroZeroZero si propone come uno degli eventi televisivi di riferimento per l’anno prossimo e un’altra dimostrazione di come Sollima sia ormai lanciatissimo, grazie a quelle doti e capacità di cucire storie ed eventi, di cui queste due puntate sono l’ennesima dimostrazione.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.8