The Legend of Vox Machina: recensione finale della serie Prime Video

Su Prime Video The Legend of Vox Machina si conclude con un finale esplosivo, drammatico e divertente. I fan non potevano chiedere di meglio.

Elfi, nani, incantesimi e stanze perigliose hanno fatto di Dungeons & Dragons l’antesignano di ogni gioco fantasy uscito da lì in poi. A sua volta, l’ispirazione è nata dalla bibbia sacra del genere: Il signore degli anelli e le opere di Tolkien. Molte delle classi traggono origine dal mondo di Arda, come ad esempio il ranger, la cui fonte è rintracciabile nel ramingo (e futuro re) Aragorn. Tornato in voga dopo la prima stagione di Strangers Things, il gioco in realtà non ha mai abbandonato i fan più fedeli, e tra questi troviamo i membri di Critical Role. Stiamo parlando della web series ideata da doppiatori professioni e trasmessa per la prima volta nel 2015. È dalla loro prima campagna online che è tratta The Legend of Vox Machina, la serie animata di Prime Video. I primi episodi ci avevano dato solo un assaggio di ciò che avremmo visto in seguito. Arrivati al dodicesimo e ultimo episodio, possiamo dire che il prodotto si dimostra uno dei più riusciti della piattaforma.

The Legend of Vox Machina e la battaglia per Whitestone

The Legend of Vox Machina - Cinematographe.it

In The Legend of Vox Machina ritroviamo tutte le caratteristiche del gioco, nonché la vera esperienza di gruppo; questo almeno per chi conosce D&D. Ma la peculiarità è quella di arrivare a chiunque, a prescindere dalla conoscenza delle regole o meno. È una storia alla portata di tutti, con un linguaggio sboccato e irriverente e abitata da personaggi a cui è difficile non affezionarsi; si sa, in un party il bardo è sempre quello più arrapato. Al di là dello Scanlan doppiato da Sam Riegel, la serie ha dalla sua anche un’animazione fresca e scattante, fatta di movimenti fluidi e adrenalinici che nel finale raggiungono il loro massimo. L’animazione torna forte nei palinsesti delle piattaforme, non ultimo lo spin-off di The Boys. Insomma, il mercato ha rivalutato il genere. Dopo prodotti come Arcane e Strappare lungo i bordi la strada sembra ora tutta in discesa.

Nei primi tre episodi avevamo lasciato i Vox Machina alle prese con un drago, un regno in pericolo e un passato insidioso. Dopo un’introduzione sulle singole peculiarità del gruppo la narrazione si sposta sempre di più verso Percival de Rolo, il cui background sarà il fulcro di questa prima stagione. Molte campagne di D&D si concentrano man mano sui vari personaggi, il cui passato animerà il gioco; altre volte questi si fonde con quello di altri. Nel caso di The Legend of Vox Machina la sceneggiatura trova in Percy il proprio motore dell’azione. La scelta, a nostro avviso, si dimostra azzeccata, in quanto le atmosfere di Whitestone ben si prestano all’iniziazione della serie. In esse ritroviamo i tòpoi del gioco: la città in pericolo, png da salvare, un nemico al soldo di qualche demone, trappole e incantesimi.

Ogni elemento caratterizzante viene espresso in prosa televisiva, ma di cui riconosciamo le regole; il dado, anche in The Legend of Vox Machina è il signore assoluto. Il famoso D20 detta le regole della riuscita di un attacco o di una magia, e nella serie possiamo riconoscere vari tiri andati bene ed altri in modo disastroso. La stessa Keyleth degli Ashari dell’Aria (Marisha Ray) ce lo fa presente nell’ultimo episodio:non so come funzioni, ma questo incantesimo lo posso lanciare solo una volta al giorno”. Questo, come molti altri, sono riferimenti alle leggi di Dungeons & Dragons.

Ambientazioni che rendono omaggio al gioco e un’ottima caratterizzazione dei personaggi

The Legend of Vox Machina - Cinematographe.it

Passiamo invece al racconto di The Legend of Vox Machina. I Briarwood sono più un pretesto per l’azione dei personaggi, che dei veri protagonisti a loro volta. Tuttavia, ciò che muove Lady Briarwood è un sentimento riconoscibile, forte e valido. Ed è questo che dà spessore al villain, più dei suoi poteri. A tal proposito, la caratterizzazione dei personaggi è ben riuscita, soprattutto in virtù del fatto che ogni episodio dura poco più di venti minuti. Jennifer Muro ha svolto un otttimo lavoro, soprattutto per quanto riguarda Pike Trickfoot (Ashley Johnson). A quest’ultima, dopo Percy, è stata rivolta maggiore attenzione introspettiva. Per metà stagione la vediamo lontana dai compagni, in preda ad una crisi di fede. Soltanto scoperta la propria via, il suo senso d’essere (una chierica), tornerà da loro più forte che mai.

Il potere della fede, almeno per Pike, non risiede nell’osservare alla lettera il retaggio del proprio credo, ma essere un faro di luce per coloro che si ama. Ogni personaggio è alla ricerca di sé stesso e del proprio potere, come ad esempio Keyleth. È questa la forza della serie, il suo non lasciare le scene d’azione ad una mera spettacolarizzazione. Ogni protagonista del cast corale di The Legend of Vox Machina è stato ben caratterizzato. Ognuno di loro è mosso da pulsioni e desideri propri che ben si amalgamano all’interno del gruppo: dal rapporto tra Vex e Vax, tra quest’ultimo e Keyleth e tra Pike e Grog. Amicizia, amore, rispetto si fondono in un branco di mercenari che non hanno nulla da perdere se non la loro vita.

Cosa muove gli eroi? Perché fanno ciò che fanno? È alla base del dilemma di ogni personaggio di D&D, e i Vox Machina dopo il loro peregrinare in cerca di soldi facili, scelgono di percorrere una nuova via, di combattere per ciò che è giusto. Un po’ come nei Guardiani della Galassia di James Gunn, uno strampalato gruppo di perdenti si ritrova unito per uno scopo alto, scoprendo legami fino ad allora perduti.

The Legend of Vox Machina e un’animazione che ben si presta al racconto

The Legend of Vox Machina - Cinematographe.it

Abbiamo parlato precedentemente dell’animazione, e gli ultimi episodi sono un’esplosione di colori e lame affilate; una serie di 20 ben azzeccata. Vediamo ogni personaggio battersi da una posizione all’altra della ziggurat del Sussurrato, mentre cercano di fermare il piano dei Briarwood e riportare la pace a Whitestone. A fare da cornice a tale evento troviamo anche una ribellione, dissidi familiari e un demone fin troppo celato. Perché, come sappiamo, la vendetta ha un’altra faccia della medaglia, il dolore. La pena di Percy si personifica nell’ombra del mostro che ha dimorato nel suo cuore. È un patto scolpito nell’acciaio e firmato con la polvere da sparo quello tra il de Rolo e il proprio demone. E sarà proprio quel dolore, quella sofferenza a prendere il sopravvento sull’uomo. Metaforicamente parlando, Percy deve scendere una volta per tutta a patti con il proprio passato, da ciò dipende la salvezza dei propri amici.

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The Legend of Vox Machina parla per sfumature, piccole sottigliezze nascoste dietro ilarità e frasi colorite. Quest’ultime non sono mai fini a sé stesse, ma fanno dell’esperienza tranquilla tra amici. Tutto nella serie richiama la spensieratezza del gioco, dalla grigliata alle casse di birra. Verso il finale la storia si chiude con un cliffhanger che apre le porte ad una seconda stagione. I draghi stanno per assalire di nuovo il regno, mentre sfere magiche e dottoresse lasciano in sospeso faccende che sicuramente rivedremo in futuro. Per concludere, The Legend of Vox Machina si è dimostrato un prodotto maturo e divertente, di quelli di cui aspettiamo felicemente nuovi episodi.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.3