Partner Track: recensione della serie TV Netflix

Il legal drama di Netflix è una serie perfetta per il binge watching, ma con alcuni difetti che le impediscono di brillare.

Partner Track è la serie TV legal drama, su Netflix dal 26 agosto 2022, che mette in luce le dinamiche di potere e il difficile percorso che deve affrontare Ingrid Yun, una giovane avvocatessa per fare carriera in un ambiente di lavoro sessista.
La serie è ispirata all’omonimo romanzo di Helen Wan e adattata per il piccolo schermo dall’autrice Georgia Lee. I dieci episodi sono un perfetto bilanciamento tra comedy, romanticismo e argomenti più attuali che mai, peccato la mancanza di coraggio: la serie avrebbe avuto bisogno di maggior mordente per distinguersi!

Partner Track mette in luce le dinamiche patriarcali negli ambienti lavorativi

Partner Track: recensione della serie TV Netflix Cinematographe.it

Partner Track affronta tematiche attuali con un pizzico di romanticismo e un approccio che ricorda le avventure di Sex and the City. La serie è ambientata a New York e mette al centro la ricca e giovane società americana, composta da trentenni che vivono in appartamenti lussuosi, frequentano feste esclusive e indossano abiti d’alta moda. Una vita che sembra perfetta, ma non per i tre protagonisti che si scontrano con una dura realtà.
Tyler, Rachel e Ingrid vivono una vita all’apparenza perfetta, lavorano in uno degli studi legali più rinomati e noti della città, ricevono uno stipendio da capogiro e hanno infinite possibilità davanti a loro. Non ci vuole molto prima di scoprire che sia tutta una facciata. Ingrid (interpretata da Arden Cho) è un’avvocatessa da sei anni che sogna di diventare finalmente partner dopo anni di duro lavoro e sacrifici. Ambiziosa e piena di grinta, la protagonista risolve problemi in cui nessun altro avvocato riesce a districarsi e passa le giornate in ufficio trascurando la famiglia, le amicizie e le relazioni sentimentali.

Tutti i suoi sforzi sono però bloccati dalle dinamiche di potere che governano lo studio legale in cui lavora, nel quale solamente chi ha le giuste conoscenze riesce a far carriera. Una dinamica che è esclusivamente maschile e da cui Ingrid, Rachel e Tyler sono esclusi a causa del loro colore di pelle, del loro genere e dell’orientamento sessuale. I colleghi si spalleggiano a vicenda, creando dei gruppi in cui è impossibile inserirsi se non si rassomiglia fisicamente alla maggioranza. È il caso di Jeff Murphy (Dominic Sherwood), appena arrivato da Londra che riesce a farsi strada diventando amico dei suoi colleghi e avvicinandosi al capo trascurando le sue responsabilità lavorative, ma frequentando i suoi stessi ambienti (che sia una cena di lavoro o delle partite a golf) che sono preclusi a Ingrid ma non ai suoi colleghi uomini.

I personaggi secondari prevalgono sulla protagonista

I protagonisti sono tre avvocati della Parsons Valentine & Hunt con grandi sogni e molta volontà nel raggiungerli, ma ben presto il trio imbocca strade differenti che mostrano differenti lati del medesimo ambiente lavorativo tossico.
Tyler sembra – ad una prima occhiata superficiale – lo stereotipo del ragazzo afroamericano gay appassionato di moda, ma è a lui che è riservata la storyline più interessante. Preso di mira da un collega dagli spiccati atteggiamenti razzisti, al suo personaggio è dedicato l’arco narrativo più trasformativo e che meglio rispecchia le tematiche che Partner Track vuole portare avanti.

Rachel – che subisce angherie per il suo essere una donna in uno studio di avvocati in cui solo lei e Ingrid sono le eccezioni – non ha ancora ben chiaro cosa fare nella vita e, a differenza dei suoi due amici, non ama il proprio lavoro. Ingabbiata in un ruolo dettato da rigide regole sociali, Rachel ha paura di seguire i suoi sogni e di lasciare un posto di lavoro sicuro e prestigioso. Sebbene Rachel e Tyler siano i personaggi di supporto della protagonista, le loro storyline sono le più interessanti.

Partner Track è la serie perfetta per il binge watching

Le storie di Tyler e Rachel – essendo molto interessanti e focalizzandosi su due aspetti completamente differenti del lavorare in un ambiente prettamente maschile dettato da regole patriarcali – oscurano Ingrid a cui, al contrario, è affidato un intreccio narrativo molto più classico. Ingrid viene descritta come una gran lavoratrice, ma il suo arco narrativo si concentra maggiormente sul più classico triangolo amoroso lasciando in disparte il punto focale della serie che avrebbe bisogno dell’attenzione della protagonista. Solamente nell’ultima parte di Partner Track la psiche di Ingrid viene approfondita e il suo personaggio diventa tridimensionale, analizzando alcune sue sfaccettature solamente accennate all’inizio come il suo non riuscire a dire di no, la paura costante di perdere il lavoro e gli ostacoli che sbarrano la scalata della sua carriera a causa delle sue origini coreane e del suo essere donna.

Partner Track: recensione della serie TV Netflix Cinematographe.it

Il motivo per cui Partner Track funziona così bene è la sapiente unione tra una regia e una recitazione votati agli intrecci narrativi che richiamano alla memoria i legal drama più romantici e la già citata Sex and the City, senza trascurare però i temi portanti dell’intera serie da cui si sviluppano le storie dei tre protagonisti. Questa fusione si traduce anche nell’estetica. Emblematica in tal senso é la prima sequenza del pilot in cui Ingrid indossa un elegante vestito rosa che stride con il resto degli uomini d’affari che affollano il marciapiede, ingessati in degli emblematici completi blu scuro. Anche la scenografia quindi porta avanti le importanti tematiche di Partner Track, ma senza ignorare la parte più glamour della serie, quella caratterizzata dalle cene formali, dai viaggi di lavoro e dai balli di beneficenza fino agli stessi uffici della Parsons Valentine & Hunt.

Partner Track è una serie leggera, divertente e ideale per il binge watching, ma non superficiale che affronta tematiche più attuali che mai in modo realistico e non paternalistico, sebbene il triangolo amoroso in cui è coinvolta la protagonista prenda fin troppo tempo e spazio che sarebbe stato meglio dedicare ai numerosi intrecci narrativi.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.6

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