L’ora d’oro: recensione della serie olandese Netflix

La recensione della serie thriller-poliziesca olandese scritta da Simon de Waal e diretta da Bobby Boermans. Uno show dalla tensione altissima, disponibile su Netflix dal 15 dicembre 2023.

In mancanza di materia prima di qualità da proporre mensilmente ai propri abbonati, Netflix è solita andare ad attingere a piene mani dal mercato internazionale in cerca di contenuti pregiati o che nella loro prima vita hanno riscosso un discreto successo. È il caso di L’ora d’oro, una delle serie di maggiore successo degli ultimi anni della televisione olandese, che in occasione della messa in onda sul canale NPO 3 nel 2022 ha registrato numeri importanti in termini di share. Abbastanza elevati da convincere i produttori a mettere in cantiere una seconda stagione e il broadcaster a stelle e strisce ad acquisire i diritti di quella inaugurale, rilasciata con tutti e sei gli episodi (da sessanta minuti circa cadauno) che la compongono il 15 dicembre 2023.

L’ora d’oro è un gioiellino seriale di altissima tensione ed emozioni forti

L’ora d’oro cinematographe.it

La sceneggiatura di questo gioiellino seriale di altissima tensione ed emozioni forti, che siamo sicuri è destinato a offrirne di nuove anche con i futuri capitoli, la cui realizzazione ci appare ormai scontata visti i riscontri ottenuti e l’epilogo che lascia intendere ulteriori e importanti sviluppi per la trama, è Simon de Waal, già autore di un altro show che ha lasciato il segno vincendo anche numerosi riconoscimenti, ossia Teheran. Lo sceneggiatore e scrittore olandese mette a disposizione le sue indiscutibili capacità narrative e drammaturgiche per dare forma e sostanza a un’altra serie thriller-poliziesca in grado di tenere gli spettatori di turno incollati al divano di casa per l’intera durata. Già dai primissimi minuti del pilot, L’ora d’oro si presenta come una macchina costruttrice  di una suspence in grado di tenere chi la guarda con il fiato sospeso. E così sarà, con un finale al cardiopalma che apre nuovi inquietanti scenari.

Il racconto si muove su due binari paralleli che finiranno con il convergere in una resa dei conti al cardiopalma

L’ora d’oro cinematographe.it

Il protagonista di questo thriller è Mardik, un detective di origini afghane. L’uomo scopre che il suo vecchio amico d’infanzia Faysal è arrivato nei Paesi Bassi. Quando avviene un attacco terroristico il giorno successivo, Mardik sospetta che Faysal abbia qualcosa a che fare con l’accaduto. Nel frattempo, un’agente dell’AIVD di nome Joelle Walters sta indagando sul caso e non si fida di Mardik. Il racconto inizia a muoversi su due binari paralleli che finiranno con il convergere con una resa dei conti alla Close Enemies. Da una parte le dinamiche che porteranno ai sanguinosi attentati compiuti dalla cellula terroristica in città, dall’altra la personale lotta di Mardik per dimostrare la sua estraneità ai fatti e contro il suo passato. Quest’ultimo irrompe sullo schermo con flashback che spezzano la linearità del racconto per svelare importanti dettagli su quanto accaduto decenni prima in Afghanistan, che hanna condotto protagonista e antagonista su strade opposte, l’uno contro l’altro.

L’ora d’oro è un potentissimo pugno assestato alla bocca dello stomaco dello spettatore

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L’ora d’oro è un potentissimo pugno assestato alla bocca dello stomaco dello spettatore. Lo fa offrendo al fruitore una successione di episodi di grande impatto emotivo, che tocca picchi febbrili nel secondo e quarto quando sullo schermo scorrono le immagini degli attacchi terroristici al mercato e al centro commerciale di Amsterdam. Qui la messa in quadro raggiunge, grazie al sapiente utilizzo della macchina da presa da parte del regista Bobby Boermans, livelli elevatissimi di realismo e crudezza tali di riportare alla mente la cronaca e gli attentati di Parigi del 2015, ma soprattutto quelli di Nizza e Berlino dell’anno seguente. Un livello che in precedenza era stato raggiunto cinematograficamente parlando da Erik Poppe con il suo Utøya 22. juli. E se ciò avviene è anche merito delle performance attoriali, a cominciare da quella di Nasrdin Dchar, che in L’ora d’oro rappresentano un valore aggiunto.     

L’ora d’oro: valutazione e conclusione

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In assenza di materia prima, Netflix pesca dalla TV olandese una serie thriller-poliziesca che fa della tensione altissima e del forte impatto emotivo il suo biglietto da visita. La scrittura, la regia e le interpretazioni di un cast in stato di grazie permettono a L’ora d’oro di raggiungere un livello di realismo elevatissimo, tale da riportare alla mente la cronaca e gli attentati che hanno scosso l’Europa tra il 2015 e il 2016.   

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4
Recitazione - 5
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.4

Tags: Netflix