Diavoli: la recensione della serie Sky con Dempsey e Borghi

Una storia di potere, segreti e disinganni al centro di un financial-thriller teso come una corda di violino. La recensione in anteprima dei primi episodi della nuova serie Sky Original tratta dall’omonimo best-seller di Guido Maria Brera.

Il più grande inganno del diavolo è farci credere che non esista. Invece è reale, reale come l’acqua in cui nuotano i pesci. Reale come la finanza che scorre in questa banca. Ho bevuto con lui, ho riso alle sue battute. Ho guardato nei suoi occhi e ho visto la spaventosa oscurità della mia anima, riflessa nella sua”. Morale della “favola”, il diavolo siamo noi. Sono queste le parole pronunciate in voice over nei primi giri di lancette del pilot di Diavoli. Parole che rimbombano nella mente come un mefistofelico biglietto da visita che annuncia ciò che da lì in poi avremo modo di vedere nei complessivi dieci atti che vanno a comporre la nuova serie targata Sky Original.

Diavoli: Una guerra silenziosa combattuta a colpi di finanza

Diavoli - Cinematographe.it

Stiamo parlando della trasposizione per il piccolo schermo dell’omonimo best seller di Guido Maria Brera, un financial-thriller teso come una corda di violino che ci mostra come il tempo è denaro nel vero senso della parola, con una frazione di secondo in più o in meno nel decidere se portare o no avanti una transazione che può risultare decisivo nel guadagnare o perdere milioni di dollari. Concetto espresso con estrema chiarezza e senza mezze misure nell’efficacissimo incipit che apre le ostilità nell’episodio inaugurale, nel quale lo spettatore di turno viene scaraventato in media res nel cuore pulsante di una futura guerra intestina ambientata nell’Olimpo della finanza mondiale tra il “Diavolo fatto persona” e colui che proverà a fronteggiarlo.

Siamo nella City, per la precisione nella sede londinese dell’americana New York – London Investment Bank (NYL), con la vicenda che ruota attorno al profondo legame fra l’italiano Massimo Ruggero (interpretato da Alessandro Borghi), perfetto esempio di self-made man, spregiudicato e geniale Head of Trading di una delle più importanti banche di investimento del mondo, e Dominic Morgan (interpretato da Patrick Dempsey), americano, fra gli uomini più potenti della finanza mondiale, CEO della banca e mentore di Massimo. Il sodalizio tra i due inizierà a sgretolarsi quando, a causa dei segreti di Dominic, Massimo si troverà coinvolto in una guerra intercontinentale. Una guerra silenziosa, combattuta sotto ai nostri occhi attraverso l’arma più potente di tutte: la finanza.

Diavoli: Una narrazione che procede tra mistery-crime e piani temporali differenti

Diavoli - Cinematographe.it

Diavoli è una storia di potere, segreti e disinganni che prende il via da un episodio inaugurale che getta le solide fondamenta di una narrazione che palleggia abilmente tra i diversi piani temporali e la forte componente mistery-crime che aleggia minacciosa sugli eventi. Il già citato prologo del pilot è di fatto una cartina tornasole perfetta del modus operandi drammaturgico e formale messo in atto. Qui vediamo Morgan pronunciare un discorso motivazionale ai sui sottoposti parafrasando un brano tratto da uno degli scritti di David Foster Wallace. Il tutto mentre un corpo non identificato, se non negli ultimissimi minuti della puntata, precipitare nel vuoto dai piani alti schiantandosi al suolo nella hall della sede della NYL. Si tratta di suicidio oppure no. Alla visione dell’ardua sentenza, ma i sospetti degli investigatori non possono non cadere su Massimo, dato il risaputo cattivo sangue che corre tra lui e il presunto suicida. In tal senso la posizione del protagonista andrà aggravandosi sempre di più nel corso delle puntate, diventando pressoché schiacciante nella quarta con l’emergere di un filmato compromettente che stringe ancora di più il cerchio intorno a lui. Ovviamente le proverà tutte per dimostrare la sua innocenza.

Diavoli: Un fitto intreccio che si dipana in una storia di potere, segreti, tradimenti e disinganni

Diavoli - Cinematographe.it

L’investigazione va dunque di pari passo con il “cruento” faccia a faccia tra Massimo e Dominic, con il secondo che utilizza tutte le armi in suo possesso e il potere del quale è investito per difendersi dagli attacchi che arrivano dal primo. I due stringono e sciolgono alleanze più o meno lecite con altre parti chiamate in causa, a cominciare da quella che l’Head Trading allaccia con Daniel Duval (interpretato da Lars Mikkelsen), il carismatico leader di un’organizzazione internazionale denominata Subterranea che pubblica informazioni segrete di ambito finanziario.

E proprio questi intrecci allargano ulteriormente i confini narrativi di un racconto costruito tassello dopo tassello come un puzzle. Tasselli che sono rappresentati dalle dinamiche che riguardano i singoli personaggi e le rispettive one-lines, che sfociano nel passato pubblico e privato, fatto di  ferite mai cicatrizzate e scheletri nascosti negli armadi, tanto in ambito professionale quanto familiare. In tal senso la scrittura, con chirurgici flashback incastonati nel presente storico, ci porta alla scoperta del background dei protagonisti, ma anche dei personaggi secondari come nel caso di Carrie Price (interpretata da Sallie Harmsen), la compagna di Massimo, tragicamente riapparsa dopo essere scomparsa dai radar del consorte per anni. Del resto, i personaggi femminili come Carrie sono fondamentali per l’evolversi della narrazione, lo dimostra il peso specifico che lei e chi come lei, ossia Nina Morgan (Kasia Smutniak) o Sofia Flores (Laia Costa), rispettivamente moglie di Dominic e attivista, occupano nell’economia della storia.   

Diavoli: Il complesso mondo finanziario viene reso fruibile a tutti

Diavoli - Cinematographe.it

Ma non bisogna dimenticare che il baricentro su e intorno al quale ruota tutto è il “mondo” machiavellico, distorto e “marcio” dove gli eventi prendono forma e sostanza. Inutile dire che i possibili riferimenti a cose, fatti e persone sono assolutamente casuali, ma certi contesti storici ed episodi ai quali si fa riferimento nel corso delle puntate (il crollo della Lehman Brothers e la reazione a catena innescata a livello globale, oppure le crisi economiche argentine o greche, o ancora la questione libica) non lo sono per niente. Trattasi di ulteriori stratificazioni narrative che buttano nuova benzina sugli incendi in atto, portando in televisione una tematica complessa quale quella della finanzia in cui potere e disinganni sono all’ordine del giorno. Lo fa per forza di cose avvalendosi di un ricco alfabeto di tecnicismi legati all’ambientazione di riferimento, al fine di immergere completamente il fruitore di turno in una situazione realistica.

E non poteva essere altrimenti data la conoscenza approfondita dell’autore del romanzo (che ha preso parte anche all’adattamento) della materia, dell’habitat, di chi lo popola e delle spietate regole d’ingaggio. Non a caso Brera è conosciuto come il “mago della finanza”. Il suddetto alfabeto a un primo impatto potrebbe spaventare il pubblico di non esperti del settore, ma il lavoro degli sceneggiatori per semplificarlo e renderlo accessibile senza snaturarlo agevola la comprensione. Ciò consegna al destinatario un tono che ricorda moltissimo serie tv del filone Billions e Black Monday, oltre che un mash-up di pellicole cinematografiche come Margin Call, 1 chilometro da Wall Street, Rogue Trader, I soldi degli altri, The Wolf of Wall Street, Wall Street e sequel.

Diavoli: anche l’occhio vuole la sua parte

Diavoli - Cinematographe.it

Una raccomandazione da fare è quella di prestare moltissima attenzione a tutti gli snodi, anche a quelli apparentemente influenti, perché potrebbero risultare fondamentali a conti fatti. Tutti fanno parte di un meccanismo a orologeria che episodio dopo episodio va componendosi sotto i nostri occhi. Il lasciarsi sfuggire qualcosa significa perdere strada facendo qualche coordinata nella bussola, per cui nessuna distrazione è concessa. Il ritmo serrato della regia, eclettica e generosa in termini di offerta di soluzioni visive, potrebbe contribuire allo smarrimento, ma l’occhio vuole anche la sua parte e la confezione estetica di Nick Hurran e Jan Maria Michelini è qualitativamente elevata e accattivante. Al resto ci pensa il cast internazionale a loro disposizione, del quale la coppia formata da Borghi e Dempsey rappresenta la punta dell’iceberg. A tal riguardo, per goderne appieno consigliamo caldamente la visione in lingua originale. Per cui selezionate l’opzione con sottotitoli e non ve ne pentirete.

Diavoli è una miniserie in dieci episodi prodotta da Sky e Lux Vide, in onda su Sky Atlantic e NOW TV a partire dal 17 aprile.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.8