Wes Anderson non è favorevole alle modifiche dei libri di Roald Dahl

Il famoso cineasta americano ha presentato a Venezia il suo nuovo cortometraggio, La meravigliosa storia di Henry Sugar, ispirato ad una serie di racconti dello scrittore sopracitato.

Wes Anderson è un famoso regista, sceneggiatore e produttore cinematografico americano, tra il volti più noti e peculiari dell’industria di Hollywood. Il film-maker, nel corso della sua carriera, ha proposto al pubblico delle opere molto diverse dal solito dove ha espresso appieno tutta la sua filosofia artistica, tra strane simmetrie, narrazioni inverosimili e altre caratteristiche estetiche che hanno fatto la fortuna dell’artista. Con alle spalle titoli del calibro di Rushmore (1998), I Tenenbaum (2001), Fantastic Mr. Fox (2009), Grand Budapest Hotel (2014), l’autore ha fatto la sua personale fortuna, anche se gli ultimi progetti, purtroppo, non hanno fatto breccia nel cuore del pubblico e della critica.

Wes Anderson ha presentato il suo recente lungometraggio, Asteroid City, a Venezia

Wes Anderson - Cinematographe

Mentre l’ultimo lungometraggio di Wes Anderson, Asteroid City, è stato presentato in anteprima, in particolare, il 23 maggio 2023 al Festival di Cannes, ecco che all’80esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film-maker ha portato questa volta un cortometraggio, La meravigliosa storia di Henry Sugar, che in particolare trae ispirazione da una serie di racconti dello scrittore Roald Dahl. Di recente, Deadline ha chiesto proprio ad Anderson (che tra l’altro aveva già lavorato ad un’opera di Dahl adattando Fantastic Mr. Fox) cosa pensasse delle recenti modifiche di Publisher Puffin Books ai libri dello scrittore sopracitato, con termini ritenuti offensivi e sensibili che sono stati sostituiti interamente.

Probabilmente sono la persona peggiore a cui chiedere questo, perché se mi chiedessi se a Renoir dovrebbe essere permesso di ritoccare una delle sue foto, direi di no. È fatto.
Non voglio nemmeno che l’artista modifichi il proprio lavoro. Ne capisco la motivazione, ma sono nella scuola dove quando il lavoro è finito vi partecipiamo. Lo sappiamo. Quindi penso che quando sarà finito, sarà finito. E certamente nessuno che non sia un autore dovrebbe modificare il libro di qualcuno. È morto.”

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