Martin Scorsese svela i retroscena dell’incontro con Papa Francesco

Martin Scorsese, ospite da Fabio Fazio, ha raccontato l'incontro privato avuto con Papa Francesco, la sua difficile infanzia a New York e altri retroscena sulla sua vita.

Il grande regista Martin Scorsese – quest’anno da record agli Oscar – domenica è stato ospite a Che Tempo Che Fa di Fabio Fazio. Tra le numerose curiosità elargite dal cineasta, ci sono anche i retroscena sull’incontro privato avuto con Papa Francesco.

Fervente credente, il regista ha da sempre un legame molto stretto con la religione. “C’è stato un rifugio, che per me è stato la Cattedrale di San Patrizio, ho trovato rifugio lì, nel cinema che c’era lì vicino e allora ho iniziato a farmi delle domande: ‘chi siamo noi esseri umani? Di cosa siamo capaci?’ E me lo sto ancora chiedendo” ha raccontato sulla sua difficile infanzia a New York. A 15 anni ha frequentato la scuola preparatoria al seminario: “però poi mi hanno invitato ad andarmene, mi hanno buttato fuori. Ero troppo giovane e non capivo cosa fosse la vocazione, cosa fosse questa chiamata di Dio”.

L’incontro tra Martin Scorsese e il Papa

Martin Scorsese cinematographe.it

“Abbiamo parlato del senso e della natura di ciò che noi siamo, di noi esseri umani, del bene e del male che c’è in noi, che sono presenti in tutti noi e di come dovremmo vivere la nostra vita al meglio, nonostante le pressioni della vita di tutti i giorni. In una certa misura, come è possibile fare questo attraverso la creazione di qualcosa che sia per esempio un dipinto, un romanzo, una musica o un film. Come questo può avere di fatto un effetto buono sul pubblico, invece che predicare renderli partecipi alla storia. Per esempio, parliamo del bene e del male e della loro natura, però facciamoli pensare quanto più possibile”.

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Il premio Oscar ha inoltre spiegato come il suo ultimo film, Killers of the Flower Moon (candidato a 10 premi Oscar), sia in realtà una storia che ruota attorno ai concetti del bene, del male e del peccato: “Io credo che sia stato proprio questo che mi ha portato a sviluppare questa trama: in effetti all’inizio è un adattamento del libro di David Grann che di fatto racconta quella che sarebbe diventata l’FBI, che ha cercato di capire chi avesse perpetrato questo atto e in effetti si chiarì immediatamente che non era tanto chi aveva fatto una cosa, ma chi non aveva fatto nulla per evitare che accadesse. Quindi un problema della società, dell’intero gruppo… In ultima analisi abbiamo capito che il modo migliore per raccontare questa storia era attraverso Mollie ed Ernest, Mollie che è Lily Gladstone ed Ernest che è Leo DiCaprio, perché di fatto si sposano ed è davvero una storia d’amore questa, una storia d’amore dove il marito, Leo DiCaprio, è decisamente uno che cerca di avvelenare lei e di distruggere il resto della sua famiglia. Praticamente riflette il macrocosmo di quello che è accaduto agli indiani d’America. Tutto si basa sulla realtà della storia di Mollie ed Ernest Burkhart che si amavano.: la famiglia esiste ancora, la sua bisnipote ci ha raccontato la storia di Mollie e ci ha detto di ricordarci che si amavano”.

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