James Gunn rompe il silenzio sul licenziamento da parte di Disney

Il regista racconta tutto quello che è accaduto dopo il licenziamento in una lunga intervista rilasciata a Deadline in esclusiva.

James Gunn, regista – appena tornato in posizione – di Guardiani della Galassia Vol.3, ha rotto il silenzio sul suo licenziamento dello scorso anno

Deadline ha discusso in esclusiva con il regista James Gunn riguardo la spinosa questione del suo licenziamento, avvenuto lo scorso anno a luglio. Il cineasta è stato cacciato dalla Casa di Topolino dopo che alcuni attivisti pro-Trump hanno pubblicato dei tweet (risalenti a diversi anni prima), che il regista aveva scritto e che erano decisamente poco edificanti. La questione si è complicata notevolmente nei giorni successivi al licenziamento perché, come hanno notato in molti, la Disney aveva scritturato James Gunn molto dopo la pubblicazione di quei tweet (risalenti più o meno al 2008), e l’averlo cacciato via è sembrata una decisione quantomeno “strana”. Nei mesi successivi alla notizia che il regista non avrebbe più lavorato al terzo capitolo di Guardiani della Galassia si sono susseguiti messaggi di stima da parte di colleghi, amici, artisti e fan, che lo volevano tornare al timone del film Marvel.

Dal canto suo James Gunn ha mantenuto un profilo bassissimo nel corso di questi turbolenti mesi e, dopo aver confermato la news di essere stato preso per dirigere The Suicide Squad è anche arrivata la conferma che sarebbe stato reintegrato da Disney per il terzo capitolo sui Guardiani. Ecco cosa ha spiegato in proposito, raccontando anche di che crisi profonda l’abbia colpito dopo il licenziamento:

Come ti sei sentito quando Alan Horn della Disney ti ha invitato per tornare al lavoro su Guardiani della Galassia Vol.3?

Stavo per sedermi e parlare di Suicide Squad con la DC e ne ero entusiasta. Alan mi ha chiesto di andare a parlare con lui. Credo davvero che sia un brav’uomo e penso che mi abbia ingaggiato di nuovo perché pensava che fosse la cosa giusta da fare. L’ho conosciuto quando facevo i film di Scooby-Doo. Mi è sempre piaciuto e lo ammiro molto. Sono stato toccato profondamente dalla sua compassione.

A Hollywood si dice che siano tutti spietati. Ma questo è vero solo per alcune parti di questo settore; ci sono anche molte persone davvero buone. Sono molto attratto dalla possibilità di trovare la bontà in posti che non ci aspettiamo, e questo si vede spesso nei personaggi dei miei film. Mi sono un po’ commosso nel suo ufficio. E poi dovevo andare a dire a Kevin Feige che avevo appena deciso di fare il Suicide Squad, quindi questo mi rendeva molto nervoso.

Né Horn né Feige hanno mai incontrato un altro regista, ma la tua uscita è stata veramente enfatica. Come hai reagito all’idea di perdere il franchise che hai creato per il grande schermo?

Sì, beh, stavo scrivendo Suicide Squad e pensavo che ormai il film sui Guardiani fosse una cosa chiusa. Insomma, pensavo che sì, poteva essere una possibilità ma inizialmente non c’erano sbocchi per tornare, nelle conversazioni che ho avuto con Alan. Qualcosa, in quel momento, si è spezzato nella mia vita. Ho divorziato e poi sono venuto a patti con la mia ex moglie riguardo al fatto che siamo entrambi l’uno parte della vita dell’altra. Insomma, non si possono buttare via sei anni di vita insieme, no? E in quel periodo sono cresciuto molto e diciamo che volevo che fosse così anche riguardo Disney. Non volevo guardare indietro e sentirmi amareggiato o arrabbiato. Naturalmente ho esperito moltissime emozioni al riguardo, ma ero convinto del fatto che volevo andarmene con serenità, senza rancori.

La lunghissima intervista esclusiva di James Gunn a Deadline la trovate al link fonte, cliccando QUI.