TFF34 – La loi de la jungle: recensione della commedia di Antonin Peretjatko

La loi de la jungle è il secondo lungometraggio di Antonin Peretjatko (La fille du 14 juillet), regista francese famoso per aver realizzato i making of dei film di Jacques Audiard Il profeta e Un sapore di ruggine e ossa. Il film è stato presentato nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival 34, portando una ventata di spensierata ilarità, se pur con un sapore dolce amaro.

La loi de la jungle è una commedia dal taglio demenziale ma dall’ispirazione sottile, basata sulla lotta quotidiana dei trentenni/quarantenni di oggi per superare l’infinita fase degli stage e l’insulsa politica del proprio Paese per approdare finalmente ad un vero lavoro retribuito.

Una sceneggiatura che riserva risate e buffe ostentazioni, che vede protagonista  Marc Châtaigne (Vincent Macaigne), un uomo alle prese con l’ennesimo colloquio al Ministero della Normative francese per poter finalmente lavorare: l’impiego sembra alla sua portata senonché per raggiungerlo gli viene richiesta una piccola missione: recarsi in Guiana (regione dell’ America centrale di dominazione francese) per certificare il rispetto degli standard europei di un impianto sciistico. Esatto, un impianto sciistico nel cuore della giungla, a voler sottolineare la supremazia del Governo Francese e la sua capacità di piegare la natura alle proprie imprese per portare ovunque le preziose peculiarità del proprio territorio, in questo caso lo sport invernale.

La loi de la jungle

Nonostante le dovute perplessità, Marc accetta l’incarico trovandosi catapultato in un mondo poco ospitale e dominato dalla natura e finendo in situazioni rocambolesche per portare a termine il proprio incarico “aiutato” dalla prorompente Tarzan (Vimala Pons), un ingegnere che-  guarda caso-  si trova in Guiana per fare uno stage all’interno del progetto “Guianege”.

La loi de la jungle: la lotta alla sopravvivenza dei disoccupati d’oggi

La loi de la jungle gode di numerosi ed efficaci spunti ironici; i governi di oggi, nel caso specifico quello francese, vengono dipinti con tutto il loro spregiudicato opportunismo, fatto di decisioni senza senso portate a termine con l’unico intento (nemmeno quello sempre efficace) di arricchire le tasche dei potenti a discapito dei cittadini. I poveri aspiranti lavoratori si trovano così invischiati in una giungla i cui più pericolosi animali siedono negli uffici dorati di Parigi, a decidere la sorte di chi è ormai letteralmente disposto a tutto pur di ottenere un impiego.

La loi de la jungle

E così Marc e Tarzan impareranno sulla propria pelle che l’unica legge che vale a questo mondo è quella del più forte e che l’unico modo per liberarsi da tale schiavitù e cambiare obiettivi, lontano da raggiri e false illusioni. Il tutto non prima di aver attraversato letteralmente la giungla e le sue insidie, contornati da buffi personaggi prototipici di un Paese allo sbando, in grado di metter loro i bastoni fra le ruote ma non di sconfiggerli.

La loi de la jungle è una commedia esagerata ma intelligente, costruita nei dettagli e recitata con gran coinvolgimento dai protagonisti; unica pecca un epilogo che fatica ad arrivare, come se il regista-  raggiunti i tre quarti della pellicola-  faticasse ad uscire nel modo desiderato dall’intricato groviglio di eventi. Il risultato è un calo della tensione comica che penalizza un film che, non volendo gettare troppa carne al fuoco, avrebbe potuto girare in modo molto più fluido.

La loi de la jungle

La loi de la jungle è stato scritto da Peretjatko, Frederic Ciriez e Maud Ameline; nel cast anche Pascal Légitimus, Mathieu Amalric, Fred Touch, Rodolphe Pauly, Jean-Luc Bideau, Pascal Tagnati, Thomas De Porquery, Philippe Laudenbach.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.2