Dove cadono le ombre vince il Premio del pubblico al festival di Annecy

La regista Valentina Pedicini, con Dove cadono le ombre, si è aggiudicata il Premio del pubblico al Festival di Annency, per l'impeccabilità del film.

Il film diretto da Valentina Pedicini, e presentato in concorso alle Giornate degli Autori della 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Dove cadono le ombre, si è aggiudicato il Premio del pubblico al Festival di Annecy Cinéma Italien.

Valentina Pedicini, per la sua ultima prodezza, Dove cadono le ombre, è stata premiata al Festival di Annecy con la seguente motivazione: “Una giovane regista Valentina Pedicini accompagnata dalla sua attrice principale Federica Rosellini è venuta a presentare un film forte, cupo e affascinante. La regista la segue nei corridoi bui dell’istituto con una messa in scena sobria, rispettando l’essenza del personaggio. La fotografia e la direzione degli attori sono impeccabili. Sì, questo film ci ha colpiti, per la sua forma pura, ma anche per l’argomento molto delicato che affronta. Abbiamo scoperto un’opera forte che, dopo la sua presentazione all’ultima mostra di Venezia, dovrebbe trovare il suo posto nella classifica del festival quest’anno. Se la merita“.

Trama di Dove cadono le ombre:

Anna e Hans, un’infermiera e un suo assistente di un vecchio istituto per anziani, sono due anime “bambine” incastrate in corpi di adulti. Intrappolati nel tempo e nello spazio, si muovono tra le stanze e il giardino di quello che in passato era un vecchio orfanotrofio. Si ha la sensazione che in questo luogo trascorra un’intera vita, dall’infanzia alla morte, come se non ci fosse un altro spazio più accogliente al mondo, all’infuori di quello che li ha tenuti prigionieri durante l’infanzia. Dal passato riappare Gertrud, una vecchia signora dai modi gentili; l’apparente serenità sembra precipitare, e il nastro dell’orrore sembra riavvolgersi.
Il male viene accostato al colore bianco, come il camice di Gertrud, o come le pareti dell’ala ovest, la zona delle torture. L’istituto perde dunque la sua funzione attuale, per tornare ad essere ciò che era; ricovero crudele di bambini jenisch sottratti alle famiglie, tempio di un progetto di eugenetica condotto proprio da Gertrud. Anna, schiava di quel luogo e di un’infanzia dolorosa che non termina mai, riprende con forza le ricerche di Franziska, amica amata di una vita della quale ha perso le tracce molto tempo prima e che cerca ovunque e senza sosta.