Black Panther: Michael B. Jordan ha tenuto un diario di Killmonger

Ogni attore ha i suoi metodi per entrare nella parte dei personaggi che deve interpretare. Per quanto riguarda la preparazione di Michael B. Jordan, per interpretare Killmonger in Black Panther, l'attore ha dichiarato di aver scritto dei diari contenenti tutte le informazioni importanti del personaggio.

Michael B. Jordan ha rivelato cosa lo ha aiutato a entrare maggiormente nella parte di Erik Killmonger in Black Panther

Michael B. Jordan a un certo punto avrebbe voluto ottenere la parte di T’Challa in Black Panther, ma la sua versione di Killmonger nell’Universo Cinematografico Marvel non ha niente da invidiare a quella di Chadwick Boseman nei panni del Re di Wakanda. La performance da villain dell’attore è stata elogiata come una delle ambiziose e stimate dell’MCU.

Sembra che Jordan, per tentare di entrare maggiormente nella parte del personaggio, abbia deciso di tenere una sorta di diario di Killmonger. In questo modo, in base a quanto dichiarato dallo stesso attore, sarebbe stato capace di cogliere le vere sensazioni e i reali sentimenti del personaggio. Si tratta di un diario definito “dark” in quanto contiene tutti i dettagli della vita del villain, dall’infanzia fino al momento in cui lo incontriamo nel film:

Ho dei diari, giornali, o roba del genere, per ogni personaggio che devo interpretare. Solitamente raggruppo i primi ricordi ed esperienze del personaggio fino ad arrivare alla prima pagina dello script. Mi è utile, perché mi permette di riflettere e capire il contesto“.

Jordan ha continuato dicendo che Killmonger è solo uno dei tanti suoi ruoli per cui ha tenuto un diario; per esempio ha fatto la stessa cosa con Adonis Creed in Creed – Nato per combattere e per la Torcia Umana ne I Fantastici 4. A differenza però di tutti gli altri, i diari di Killmonger erano molto più tristi, deprimenti e oscuri:

Sua mamma non l’ha cresciuto, era sempre in affidamento con famiglia affidatarie eccetera. C’è un sacco di roba dark, che probabilmente non è molto adatta per la televisione. Ma era qualcosa di profondo; è come se mi avesse permesso di entrare in quel preciso contesto proprio prima di ogni scena“.