Baby: la soundtrack della serie tv Netflix tra hit, trap e soul

La colonna sonora di Baby è stata composta da Yakamoto Kotzuga, ma è anche impreziosita da brani musicali degni di nota, hit del momento e canzoni intramontabili.

Diretta da Andrea De Sica e Anna Negri e ispirata a fatti realmente accaduti, la serie tv Netflix Baby ci fa addentrare nel mondo adolescenziale della Roma bene, fatta di genitori assenti, scuole private, feste in discoteca, droga e voglia di sentirsi grandi. Ma nonostante la sfrenata progressione i giovani protagonisti restano legati al loro tempo e alla loro età, incastrati in uno spazio-tempo che gli appartiene di diritto, così come la colonna sonora, tempestata da hit del momento e impreziosita dalla musicalità ricercata e capillare di Yakamoto Kotzuga (nome d’arte di Giacomo Mazzuccato), compositore veneto classe 1994, che con le sue note intinge tutti e sei gli episodi della serie italiana con Alice Pagani e Benedetta Porcaroli immergendoci in un’atmosfera a tratti spettrale, enigmatica.

Yakamoto Kotzuga: il compositore della soundtrack di Baby è un italiano che ama il Giappone

Dall’inizio alla fine il suo pianoforte metodico e ritmato ci risucchia in un vortice fatto di pieni e vuoti, un tunnel che ci immette nelle vite dei protagonisti di Baby, fatte di giornate così adorne di superficialità e così povere di affetti, sicurezza e normalità. Una soundtrack che in ogni frangente anticipa le mosse dei personaggi, amalgamandosi con canzoni originali in cui si intercettano autori come Tommaso Paradiso, i London Grammar; moltissimi rapper (sintomo di un calarsi appieno nel contesto giovanile odierno) e così via. Ma vediamo insieme e nel dettaglio tutti i brani della colonna sonora di Baby.

Baby: tra i brani della soundtrack anche Girls Just Want to Have Fan e Tommaso Paradiso con Elisa

La serie diretta da Andrea De Sica fa un uso smodato dei social, per cui molto spesso i protagonisti si fermano a spulciare i profili dei loro compagni. Ed è proprio in una delle storie postate da Damiano (Riccardo Mandolini) che Chiara (Benedetta Pocaroli) si sofferma ad ascoltare uno dei tormentoni della scorsa estate: Da sola/In the Night (TAKAGI & KETRA feat. Tommaso Paradiso ed Elisa), che fa da sfondo al video del ragazzo sullo skate. La stessa canzone gliela canterà poi Chiara per tirarlo su di un morale, beccandosi però un “Tremenda!” con tanto di risata alla domanda “Com’era?”.
La conversazione tra i due in questa scena termina però a causa di Ludovica (Alice Pagani), che richiede l’aiuto della sua nuova amica. I momenti di spensieratezza di cui necessitano le due (prima e dopo) vengono scanditi dal brano di Cosmo, Cazzate, che tratteggia il folle giro in auto con Ludovica alla guida. La canzone, facente parte dell’album L’ultima festa, espone a raffica una serie di situazione quotidiane, usando una sonorità assordante che ben si sposa col caos che prova Chiara, in balia della guida spericolata dell’amica.

Leggi anche Chi è Benedetta Porcaroli? Carriera, vita privata e curiosità sull’attrice

E dalla musica alternativa di Marco Jacopo Bianchi (Cosmo) si passa all’elettronica con Disconnection (Chillout Mix), che aleggia tra le sagome delle due amiche intente ad osservare il panorama, arrivando fino al dialogo tra Chiara e sua madre e riapparendo poi nella fuga di Alice. Già, perché nel mezzo di questi eventi in questo primo episodio di Baby a un certo punto ci si ritrova a una festa a casa di Brando (Mirko Trovato) – dove passa musica come Skills di Warez e Rapper Bianco di Nex Cassel – in cui viene mostrato in tv un video abbastanza hot di Ludovica che, umiliata, scappa via, salvo poi sdrammatizzare il tutto e dare una svolta al suo sabato sera andando a ballare in discoteca.

I corpi perfetti di Benedetta Porcaroli e Alice Pagani si muovono divertiti tra le luci e il caos di una sala da ballo, mentre tutto intorno si diffondono canzoni come Poison Lips (Vitalic) e la mitica Girls Just Want to Have Fan, intramontabile brano degli anni ’80, scritto da Robert Hazard nel 1979 e cantato da Cyndi Lauper qualche anno più tardi. La cantautrice americana lo fece completamente suo, inserendolo nel suo album di debutto She’s So Unusual, uscito nel 1983. Di certo uno dei pezzi più iconici del suo percorso artistico, nonché una pietra miliare della cultura pop. Se nel film in stop motion Anomalisa viene addirittura tradotto in italiano, nella serie tv Netflix ci viene proposta una cover dei Chromatics, la band originaria di Portland attualmente composta da Ruth Radelet,
Adam Miller, Nat Walker, Johnny Jewel, che ha realizzato questo adattamento in occasione della pubblicità di Mango, nota casa di moda, conferendo al brano una conformazione più ipnotica e melodica rispetto all’originale, ammorbidendo il tono di voce e spostando l’attenzione sulla musicalità.

Leggi qui per saperne di più su carriera e vita privata di Alice Pagani

Baby: trap e soul nella colonna sonora della serie tv Netflix

Nel secondo episodio di Baby ci sono nello specifico tre brani da annotare, primo fra tutti Wasting My Young Years dei London Grammar, che pervade diverse scene come ad esempio quella in cui Chiara è al ristorante con i genitori o ancora la scena in cui fa sesso col fratello della sua migliore amica, passando poi alla visione di Ludovica che ritroviamo in atteggiamenti provocanti con Fiore. La canzone del gruppo britannico ci viene fatta ascoltare interamente e la voce sottile di Hannah Reid sa adagiarsi a ognuna delle situazioni presentate sul piccolo schermo, ma soprattutto a quella dei protagonisti, dal momento che il brano parla proprio del fatto di sprecare gli anni migliori della propria vita, di non sapere che direzione prendere e di non conoscere l’amore.

Sempre in questo episodio troviamo un successo della musica trap italiana: Thoiry di Puritano & Quentin40, che risulta particolarmente adatta per la scena in cui Chiara monta sulla sua nuova auto e va via tra le strade della città, con l’ansia di fuggire via dai propri genitori. Il ritmo di questo pezzo è cadenzato dalle parole tagliate a metà, probabile caratteristica del modo di parlare francese, così come francese d’altro canto è anche l’ambientazione che le frasi della canzone tendono a ricostruire, visto che Thoiry è uno dei più famosi parchi vicino Parigi in cui poter ammirare circa 130 specie di animali differenti in semilibertà. Insomma, un pezzo impastato di rimandi al caos e all’odio che risulta impeccabile in questa scena, pur di certo sminuendo il reale peso di cui è intrisa la canzone.

Il delirio della condizione umana viene infine segnato da Retrograde di James Blake. La voce del cantante britannico ci accompagna mentre vediamo Chiara che si guarda allo specchio e poi chatta con Damiano e mentre vediamo il sorriso stupido del padre di lei che chatta con l’amante come un ragazzino. Nel brano il cantautore supplica una ragazza di essere la ragazza che amava, di essere ciò che vuole, ignorando gli altri. Parole che senza dubbio risultano una supplica anche nei confronti di ogni persona (specie adolescente) che si lascia facilmente influenzare da situazioni e critiche esterne.

Anche Montagne verdi di Marcella Bella ed Happy Man dei Jungle nella soundtrack della serie tv Netflix

Ma dobbiamo attendere il terzo episodio per ascoltare uno dei must della musica italiana: Montagne verdi di Marcella Bella (1972), che ascoltiamo mentre Ludovica esplora in sordina la casa di Fiore, la stessa in cui hanno appena fatto l’amore, muovendosi con la spensieratezza di una bambina e l’esuberanza di un’adulta. Peccato che la canzone poi venga stoppata, interrompendo uno dei momenti musicalmente più belli di questa serie. L’inserimento di questo brano nella colonna sonora di Baby strizza sicuramente l’occhio alla fine dell’infanzia e a come basti un attimo per ritrovarsi catapultati nel mondo degli adulti, fatto di amore e malinconia e ricordi gentili che però la nostra protagonista non accenna di avere né tantomeno di rivendicare. Uno dei brani più iconici della nostra storia musicale viene adagiato alle immagini della serie tv Netflix come puro riempimento e forse questo è un vero peccato!

Tra gli altri brani che si rinfacciano in questo episodio abbiamo Under The Sun (Herve’s Ain’t No Sunshine Remix) di Kidda, Heartbeat di DOU12E (nella scena della gara, inframezzata dalla bravata notturna nella scuola) e Salento Guys (Salento Guys vs Alborosie & Junior Reid RESPECT 2K15).

La malinconia di James Blake torna alla carica nella scena in cui Camilla e Damiano iniziano a messaggiare, mentre Chiara cena da sola. Il contrasto tra “loving” e “falling” (amando, cadendo) che risuona in tutto il brano, The Wilhelm Scream, cerca di avvisarci sul fatto che le relazioni amorose siano un salto nel buio e di come amare sia molto spesso cadere, abbandonare la propria vita all’altro. La voce di Blake è come sempre offuscata dalla sonorità e verso la fine sembra quasi infilzata da interferenze che tentano di camuffare la sua voce, conferendo al pezzo un’idea astratta e definita di confusione interiore.

La musicalità lascia spazio alla tecnicità del suono con Blow degli Altarboy e poi con Dark Side di Bishop Briggs: una voce caliente e fresca che accompagna la scena in cui Chiara viene spinta in piscina, durante la festa a casa di Camilla. Molto più brioso invece (e non potrebbe essere altrimenti) il frangente in cui Chiara fa sesso con un uomo appena incontrato. Carni nude e piacere mai davvero intimo si sposano con il brano Happy Man (Jungle): “I’m a troubled man, changed by the things I do” recita la canzone all’inizio, continuando con frasi del tipo “I’ve given everything, I want to be a happy man too” e ancora “Buy yourself a dream, how’s it looking?”. Perché in fondo questi uomini che sono disposti a pagare per passare qualche ora con una minorenne vogliono solo staccare la spina dai loro lavori ben remunerati, vogliono solo divertirsi e poi archiviare tutto, tant’è che i soldi dati a Chiara sono un modo per definire come stanno le cose: nessun affetto, si sta solo comprando del sesso. Ma si possono davvero comprare i sogni?

Nonostante la bellezza del brano, le parole pronunciate dal cantante dei Jungle risultano quasi svuotate di significato se confrontate alle immagini della serie tv Baby. Questo pezzo dovrebbe infatti essere una protesta per sottolineare come le giovani generazioni abbiano di fatto perso il diritto di sognare, vedendo i loro sogni andare sempre più lontani, i loro obiettivi sparire. E allora “It all could be different, time to do something new” (Tutto potrebbe essere diverso, è tempo di fare qualcosa di nuovo” e “I want to be a happy man too” (voglio anche essere un uomo felice).

Infine I’ve Been Waiting For You di Costanza è l’ultimo brano degno di nota in questo episodio, che accompagna il rientro a casa di Chiara.

La massiccia presenza dei London Grammar nella colonna sonora di Baby

E sempre Benedetta Porcaroli e la sua voce fuori campo fanno da cornice al brano di Wrongonyou, Killer. Questo quinto e penultimo episodio è inoltre percorso dalla canzone Tusentals di Charlie Thorstenson e Fantasy Friend Forever di The Asteroids Galaxy Tour (la scena in cui Ludovica e Chiara vanno a fare shopping), mentre il compositore della soundtrack Yakamoto Kotzuga delizia la “cena araba con vino italiano” con Until We Fade: un mix di solfeggi, silenzi, piano e chitarra.

E col ritorno dei pensieri in merito ad anni sprecati e affetti non pronunciati ritorna in pista Wasting My Young Years dei London Grammar (che abbraccia diverse scene, come quella della Pandolfi spensierata sotto gli irrigatori o l’abbraccio tra Chiara e la madre), insieme agli Altarboy con You on Me e infine Angel (Noir & Haize), una canzone da disco che infatti si colloca proprio nella scena in cui Ludovica ammalia una serie di uomini danzando, per poi andare da Fiore e rubargli una pasticca baciandolo e quindi ballando con lui. Una serata che finirà molto male, destando confusione nell’animo dei protagonisti e forse qualche senso di colpa. Tanto che My Enemy (CHVRCHES ft. Matt Berninger), che rinfaccia con rabbia ciò che si potrebbe essere, si piazza esattamente all’inizio del sesto episodio, quando Chiara arriva a scuola e cerca Ludovica, ansiosa di sapere cosa è successo la sera prima.

Torna a casa dei Maneskin a conclusione della serie tv Baby

Il confronto e la confidenza di Damiano a Chiara vengono tratteggiati dal brano di Flume & Chet Faker, Drop the Game, del 2013. Una canzone in cui l’elettronica incontra la voce tormentata di Faker, lasciandoci convogliare in un loop di suoni e simmetrie che non si può fare a meno di ascoltare ancora e ancora per carpirne pienamente il significato.
In questo ultimo episodio di Baby rintracciamo anche brani come Hell to the liars dei London Grammar (la scena in cui Chiara e Ludovica si incontrano e si danno conforto a vicenda, addormentandosi insieme, mentre in parallelo Fiore stacca la spina a Saverio e i genitori di chiara, che finalmente hanno deciso di divorziare, sembrano invece riavvicinarsi)

Oh, baby
You can look away
While they’re dancing on our graves
But I will stop at nothing
Oh, I will stop at nothing

e Graves (CHVRCHES) che con la freschezza della voce e il graduale aumentare del volume segna pienamente l’idea di libertà che prova Fabio dopo aver fatto outing col padre o Camilla nel trasgredire per una volta le regole, festeggiando di sera e di nascosto a scuola la partenza per gli Stati Uniti. Le parole di questa canzone cercano, tutto sommato, di dare manforte a quanto possono provare i protagonisti. A mettere la ciliegina sulla torna c’è però un brano italiano. Si tratta del successo dei Maneskin, Torna a casa, che si colloca nei titoli di coda, esattamente dopo le parole di Chiara – “Se hai 16 anni e vivi nel quartiere più bello di Roma, sei fortunato. Il nostro è il migliore dei mondi possibili. Per quanto sia tutto così perfetto, per sopravvivere abbiamo bisogno di una vita segreta” – e la vibrazione del suo cellulare che ci indica che no, non ha affatto smesso con la sua vita segreta.

Tirando le somme, la colonna sonora di Baby si rivela senza dubbio originale e ricca di molti brani ascoltabili e belli, che però molto spesso risultano essere come dei panni di tre taglie più grandi in confronto al corpo esile della serie Netflix. Quanto viene espresso in alcune canzoni della colonna sonora è infatti talvolta articolato e profondo, confezionato con una maturità che, non appartenendo a questo prodotto televisivo, risulta come una pennellata nera nel bel mezzo di un Van Gogh. Forse gli autori volevano rievocare l’abitudine di molti adolescenti di ascoltare brani impegnati credendo che i loro problemi siano “da adulti” o hanno semplicemente osato un po’ troppo?

In ogni caso la soundtrack di Baby resta una delle cose belle di questa serie tv!