Venezia 73 – ad Amir Naderi il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker

Va al grande regista iraniano Amir Naderi (Vegas, Manhattan by Numbers, Davandeh-Il corridore) il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto – 10 settembre 2016), dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.

La consegna del premio ad Amir Naderi avrà luogo lunedì 5 settembre alle ore 14.00 in Sala Grande (Palazzo del Cinema), prima della proiezione Fuori Concorso del suo nuovo film Monte, in prima mondiale a Venezia.

Il film (girato in Italia sulle montagne altoatesine e friulane) è ambientato nel 1350 e racconta la drammatica storia di un uomo che cerca di riportare la luce del sole nel proprio villaggio, dove la famiglia riesce a stento a rimanere in vita proprio per la prevalenza dell’oscurità. Monte ha fatto parte nel 2014 dei progetti selezionati all’interno del programma Venice Gap-Financing Market del Venice Production Bridge.

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato:

“Amir Naderi ha contribuito in maniera decisiva alla nascita del Nuovo cinema iraniano negli anni ’70 e ’80 con alcuni capolavori destinati a rimanere nella storia del cinema come Davandeh (Il corridore, 1985) e Ab, bâd, khâk (Acqua, vento, sabbia, 1988). Ma anche dopo il suo trasferimento a New York nel 1988, Naderi è rimasto ostinatamente fedele a se stesso e a un’idea di cinema di ricerca e sperimentazione per nulla incline alle mode e alle facili scorciatoie. In tutti i suoi lavori, non è difficile rinvenire il nucleo di una identica ossessione che trascende il principio di realtà per spingere l’individuo oltre il proprio limite.

L’ultima mezz’ora di Monte costituisce una sorta di sintesi di tutto il suo cinema, la metafora bigger than life della lotta per la sopravvivenza, contro i confini, le coercizioni e gli oltraggi che talvolta rendono la vita umana miserabile. Un epilogo da togliere il fiato, che traduce in immagini di grande potenza espressiva le idee, le emozioni, le visioni che sono alla base di tutti i suoi film. Il premio Jaeger-LeCoultre è il riconoscimento meritato che sancisce l’originalità e la grandezza di un cineasta fuori dal gregge, il talento di un regista appassionato e la generosità di un uomo che sembra non conoscere limiti”.

Dagli anni Settanta, Amir Naderi (Abadan, 1945) è stato tra le figure più influenti del Nuovo cinema iraniano.

Si è affermato con classici quali Tangsir (1974), Entezar (1974), vincitore del premio della giuria al festival dei ragazzi di Cannes, Davandeh (Il corridore, 1985) e Ab, Bad, Khak  (Acqua, vento, sabbia 1989), questi ultimi entrambi vincitori della Mongolfiera d’oro al Festival di Nantes.

Davandeh è il primo film a emergere internazionalmente dal panorama iraniano. Naderi è anche il primo importante regista iraniano a espatriare alla metà degli anni ’80, trasferendosi a New York e realizzando – con la trilogia Manhattan by Numbers (1993),  A,B,C…Manhattan (1997), Marathon (2000) – opere che hanno catturato in maniera unica l’atmosfera particolare di quella metropoli.

Il successivo Sound Barrier (2005) ha vinto il premio Roberto Rossellini della critica alla Festa di Roma 2006. Vegas: Based on a True Story è stato presentato in Concorso a Venezia nel 2008. Cut è stato girato in Giappone ed è stato il film d’apertura della sezione Orizzonti a Venezia nel 2011, vincendo successivamente i premi per il miglior regista e il miglior attore ai 21. Japan Professional Film Awards.

Il lavoro di Naderi è stato oggetto di retrospettive in musei e festival di tutto il mondo.

Oltre che regista, Naderi è anche sceneggiatore e montatore di buona parte delle sue opere. Ha fatto parte di giurie internazionali, presiedendo quelle del concorso di Tokyo FILMeX 2011 e della sezione Orizzonti a Venezia nel 2012.